Cronaca

Forse un po’ troppe le “eccezioni” sui tempi d’intitolazione per le aree pubbliche

A Bari il Comune ha intitolato una via prima che siano trascorsi almeno dieci anni dalla scomparsa, e quindi in deroga a quanto prevede l’articolo 2 della legge n.1188 del 1927, anche ad un noto imprenditore alberghiero locale deceduto nel febbraio del 2016, Vito Vasile. La strada col nome dell’eclettico ed intraprendente personaggio palesino scomparso poco più di due anni fa, all’età di 73 anni, è quella compresa tra via Ermanno Pirè e viale Europa, nella zona Aeroporto, che fiancheggia l’Hotel Parco dei Principi, di cui lo stesso Vasile fu uno dei principali realizzatori, dopo essere stato negli anni Novanta, sempre a Palese, il realizzatore di un altro grande albergo, il Vittoria Parc Hotel. Un’onorificenza sicuramente dovuta al palesino Vasile per i meriti conseguiti in vita non solo come imprenditore, che ha dato al suo paese d’origine ben due strutture turistiche di alto livello, con conseguente creazione in loco di numerosi posti di lavoro, ma anche come chef autodidatta ai tempi in cui gestiva il ristorante “La Barcaccia” sul lungomare di Santo Spirito e di cui era stato uno degli eredi. Ma nel cursus honorum di Vito Vasile, a ben vedere, compaiono anche meriti sportivi per un passato giovanile da ciclista ed altri per alcuni significativi atti di generosità sia a favore dello sport che in altri settori sociali. Qualcuno su Facebook ha pure ricordato, tra i possibili motivi per cui gli è stata intitolata una via, il “martirio” a cui fu sottoposto a causa di alcune traversie giudiziarie legate alla sua attività imprenditoriale nel campo dell’edilizia. Vicenda che, come si ricorderà, qualche anno fa lo rese noto anche per un libro, dedicato alla sua particolare storia imprenditoriale personale, dello scrittore barese Gianni Laterza, dall’emblematico titolo: “Intruso”  e sottotitolo: “La vera storia di Vito Vasile, imputato ‘abusivo’ ”. Però, senza nulla togliere alla valenza ed alla nobiltà dell’iniziativa del Comune di Bari di aver intitolato una via ad un cittadino del V Municipio che in vita si è contraddistinto sul piano agonistico, imprenditoriale e sociale, c’è chi comunque si chiede come mai a Bari per la Toponomastica negli ultimi tempi ci sono svariate intitolazioni in deroga alla normativa generale che la locale Prefettura approva regolarmente, pur non trattandosi di “casi” eccezionali per i quali – come è noto – è pure prevista dalla legge in materia la possibilità di derogare ai fatidici dieci anni dalla scomparsa del beneficiario dell’intitolazione di aree pubbliche, in casi però molto particolari e di rilievo nazionale, come potrebbero essere quelli di vittime del terrorismo, o alte personalità di valenza nazionale, quali i premi Nobel o accademici, oppure statisti che hanno reso riconosciuti servigi alla Patria, ecc. Per questo alla notizia dell’intitolazione stradale a Vito Vasile, scomparso appena due anni or sono, da parte dell’Amministrazione barese, dopo già una precedente intitolazione alcuni mesi or sono allo stesso personaggio di un’area privata, c’è chi nel V Municipio (quello che comprende Palese e Santo Spirito per intenderci!) si è chiede: “E’ forse cambiata la normativa in materia di intitolazione di aree pubbliche o, forse, è un’ennesima intitolazione in deroga?” Infatti, anche per Vasile come per qualche altro barese scomparso da meno di dieci anni, l’intitolazione della viapubblica dovrebbe essere stata autorizzata dalla Prefettura  in via d’eccezione. “E questo di Vasile – si chiede ancora incuriosito lo stesso cittadino –  sarebbe uno dei casi  derogabili alla norma generale?…e con che motivazione?”. Infatti, la sensazione di molti è che a Bari negli ultimi anni anche la “Toponomastica” sia diventata una fonte di “captatio benevolenzae” immediata, per l’Amministrazione comunale di turno. Ma, se cosi fosse e la Prefettura asseconda, allora le intitolazioni stradali rischiano di diventare nel capoluogo pugliese, o quantomeno di essere percepite dalla cittadinanza, come una sorta di pratica “caricaturale” utile a fare probabilmente “clientelismo” sulla memoria di qualche concittadino defunto, che pur meritandolo, bisogna però anticiparne necessariamente i tempi, perché le campagne elettorali incombono. Di conseguenza scaturisce in alcuni cittadini anche un’altra domanda: “ Ed è serio questo modo di agire da pare di un’Amministrazione pubblica per onorare un cittadino meritevole scomparso da appena qualche anno?” Infatti, commenta qualcuno, i dieci anni previsti dalla legge per l’intitolazione di aree pubbliche, nel caso di cittadini defunti la cui memoria non ha carattere di eccezionalità, serve a dare quel tocco di “solennità”  di cui un gesto nobile e generoso, qual’e per l’appunto il riconoscimento collettivo di un’onorificenza, necessita affinché l’onore accordato non assuma una connotazione di routine o il sapore di una pratica clientelare. E, quindi, anche una pratica “sacrale” (in senso laico), quale dovrebbe essere per l’appunto il voler ricordare permanentemente alla comunità semplici personaggi che in vita si sono contraddistinti per particolari meriti personali con l’intestazione di qualche area pubblica, alla fine venga ridotta al rango di “pratica quotidiana” e non più come un’eccezione che, solo nel caso di particolari personalità, la legge accorda all’Amministrazione pubblica di concedere a meno di dieci anni dalla scomparsa del beneficiario dell’intitolazione. E che a Bari, con l’amministrazione Emiliano prima e Decaro adesso, anche la “Toponomastica” cittadina possa essere divenuta oggetto di clientelismo spicciolo è ormai convinzione di molti. Infatti, c’è anche chi, prendendo spunto proprio dalla recente intitolazione stradale a Vito Vasile, ha fatto notare, a conferma di tale convinzione, che a Palese prima di Vasile c’è stato pure un altro noto imprenditore locale, scomparso da più di dieci anni, che ha avuto meriti sicuramente non da meno del beneficiato Vasile. Ossia il professor Franco Palumbo, che negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso è stato un pioniere delle strutture alberghiere locali, realizzando anch’egli ben due alberghi (l’Hotel ‘La Baia’ ed il ‘Palumbo’), oltre a due lidi balneari (‘La Baia’ e ‘Il Titolo’) ed alla realizzazione di un intero complesso residenziale di villini (le cosiddette ‘villette americane’) che, sia dal punto di vista sociale che economico, negli anni successivi hanno cambiato definitivamente in meglio il volto della ex frazione a mare a nord di Bari, garantendo sviluppo e notorietà turistica. Ma, nonostante sia trascorsi circa dodici anni dalla morte di Palumbo, l’intestazione di un’area pubblica a lui dedicata non è finora argomento che abbia interessato alcuno nell’Amministrazione comunale barese. E, forse, basta questo – a detta di molti cittadini del V Municipio – a dar dare l’idea di come ultimamente “funzioni” a Bari anche la Toponomastica. Prefettura permettendo, ovviamente.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Giugno 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio