Cultura e Spettacoli

Fra le sabbie roventi…

La Legione Straniera è un corpo d’élite dell’esercito francese. Assai meno folto di una volta, lo storico Corpo è oggi strutturato su 11 reggimenti, di cui 9 sul suolo francese e 2 oltremare, per complessivi ottomila uomini. Fondata nel 1831 a supporto della conquista dell’Algeria, ancora oggi la Legione accoglie volontari che non siano francesi; ma l’impedimento viene aggirato dagli aspiranti privi di tale requisito dichiarando d’essere belgi o svizzeri, paesi dove la lingua francese è di casa (nella Légion il diritto all’anonimato comincia già all’atto dell’arruolamento).Molti gli italiani che hanno calzato il képi blanc, il leggendario copricapo di forma cilindrica. Dal 1831 ad oggi sono stati circa sessantamila, un popolo di ex ufficiali o soldati dell’esercito napoleonico, patrioti risorgimentali, aristocratici, criminali incalliti, antifascisti, ebrei perseguitati dalle leggi razziali, anarchici, fascisti, repubblichini e avventurieri. Particolarmente alta la presenza di legionari Italiani nella prima metà del Novecento. Addirittura nel corso della prima guerra mondiale un’intera unità fu composta interamente da italiani: la Legione Garibaldina. Ne fece parte anche un celebre pugliese : Ricciotto Canudo. Nato a Gioia del Colle nel 1877 (morì a Parigi nel 1923) fu critico cinematografico, poeta e scrittore. Entrato nella Legione col grado di tenente, ne uscì promosso capitano (in qualità di comandante di una compagnia di zuavi operativo in Macedonia e nell’area dei Dardanelli, Canudo si conquistò numerose decorazioni per il coraggio mostrato in battaglia). Un altro pugliese ad indossare il chepì bianco è stato Luigi Riccardi, nato a Ruvo di Puglia nel 1927 ed arruolatosi nel 1945. Dopo un periodo di addestramento a Sidi Bel Abbes, Riccardi venne inviato in Indocina, incorporato nella 13ª Mezza Brigata. Decorato con una Croce di guerra d’argento il 30 settembre 1950, una Croce di guerra T.O.C. di bronzo il 23 giugno 1948 e infine con una Medaglia coloniale il 15 marzo 1947, fu congedato nel 1955. Le ultime notizie lo davano vivente nel romano. E ora qualche curiosità.  Chi mai si aspetterebbe di incontrare fra i legionari due cantanti ? E’ il caso di Don Marino Barreto Junior, che dagli anni cinquanta al ’62 visse in Italia il periodo di maggiore celebrità. Barreto si arruolò nel 1944 (sembra per un disaccordo col padre che lo voleva a tutti costi laureato in medicina). Fu nella Legione che la sua vita cambiò : Ferito in battaglia in Algeria, durante la convalescenza entrò a far parte della banda musicale. Scoperta la sua vocazione si iscrisse al Conservatorio di Tetuan (una città del Marocco) e si diplomò in contrabbasso. Congedatosi, entrò in un’orchestra spagnola. Con questa , nel 1949, venne in tournèe in Italia. Durante una serata a Viareggio, a causa di un’indisposizione del cantante, Barreto mise da parte il contrabbasso e passò al microfono. Il successo fu tale che da quel momento si dedicò esclusivamente all’attività di cantante.  Diversa la storia di Stefano Rosso, cantautore romano vissuto tra il 1948 e il 2008.  Rosso toccò l’apice del successo nel 1976 con ‘Una storia disonesta’, un brano nel quale per la prima volta in Italia, compariva la parola ‘spinello’ (“Che bello, due amici una chitarra e uno spinello…”). Alla fine degli anni ottanta, a seguito di un calo di popolarità e di una delusione amorosa, Rosso si arruolò nella Legione. Durò poco. Una volta che ebbe disertato, tornò in Italia dove riprese a fare concerti e incidere dischi.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 18 Settembre 2021

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