Francesca Palumbo ci racconta la vera storia di Sylvia Ageloff
“Hai avuto la mia vita”. Presentato presso Autori di stile
“Sono tanto semplici gli uomini, e tanto obbediscono alle necessità presenti, che colui che inganna, troverà sempre chi si lascerà ingannare.” Diceva Niccolò Machiavelli. Questo sembra insegnarci il tempo grande della Storia, a proposito di Sylvia Ageloff, e dell’oscura faccenda del barbaro assassinio di Lev Trotskj per mano di Ramón Mercader del Río, agente segreto spagnolo naturalizzato sovietico operante nel NKVD, durante il governo di Stalin. Pochi sanno però che, per avvicinarsi il più possibile alla casa di Trotskj, esiliato in Messico, al fine di eliminarlo, Mercader dovette infiltrarsi nella vita di questa donna a lui molto vicina, un’ebrea americana segretaria e traduttrice di Trotskj. La scrittrice barese Francesca Palumbo, docente di lingua inglese, ha deciso di restituire a questo personaggio una dignità e uno spessore che sono stati completamente cancellati dalla storia e dal ritratto che ne ha dato ai posteri. Una donna straordinaria la Ageloff, di cui l’autrice ha saputo raccontare le sfumature caratteriali e le dinamiche psicologiche con intensità, ma anche rispetto ed estrema delicatezza, facendocene scoprire l’impegno politico, la sensibilità femminile, l’attivismo sociale, l’idealismo ma anche la fragilità e la disperazione:” Sylvia viene descritta in tutti i documenti ufficiali come una donna bassina e dimessa, non vi è mai alcuna accenno a ciò che davvero è stata e ha rappresentato. Mi sono immediatamente appassionata alle sue vicende, tanto da dedicare un’attenzione maniacale alla documentazione sulla sua vita, che ho studiato per molto tempo. Il fatto poi di aver viaggiato in alcuni luoghi dove alcuni fatti si sono svolti, mi ha anche aiutata nelle descrizioni accurate delle ambientazioni. Si tratta di una donna eccezionale che ha un’unica colpa, se così possiamo chiamarla, quella di essersi innamorata e di non aver quindi compreso di essere stata manipolata. A tante donne è successa la stessa cosa. La sua esperienza deve insegnarci il valore della ricostituzione del sé, perché talvolta, frullati dai meccanismi di manipolazione in cui la vita ci invischia, si rischia di perdere la percezione del proprio potenziale, cosa che noi donne dovremmo assolutamente sempre tener presente. Oggi viviamo ancora fortemente condizionati dagli stereotipi in cui siamo cresciuti, mancano reali luoghi di incontro in cui le donne possano confrontarsi. Dovremmo forse imparare dalle nostre sorelle iraniane cosa vuol dire fare massa critica, in una società che sembra essere ancora distante da alcune dinamiche importanti: per esempio sarebbe fondamentale poter parlare di sessualità nelle scuole e nelle famiglie. La scrittura per me è disciplina, è necessaria, è come fare yoga, ha un valore quasi terapeutico. Serve a ricordarmi chi sono, cosa sono capace di fare e quello che voglio essere.” L’interessante libro della Palumbo è stato presentato martedì 7 Marzo, con grande riscontro di pubblico, nel salotto letterario di Autori di stile, il salone di acconciatura della nota hairstylist Titti Marchitelli, che ospita all’interno della sua sede eventi culturali di rilievo. “ In un’occasione come quella della festa della donna, mi sembrava doveroso affrontare tematiche che riguardano da vicino tutte noi, in modo da creare spazi utili alla condivisione piacevole e costruttiva, al dialogo e al confronto, non soltanto tra noi donne, ma anche con gli uomini. “
Rossella Cea
Pubblicato il 10 Marzo 2023