Franco Anelli, il coraggio e la passione
Oggi a Castellana arriva Mattarella per la cerimonia dell’ottantesimo anniversario della scoperta delle più celebri grotte del mondo. Sarà l’occasione per ricordare la figura del Prof. Franco Anelli, lo studioso lodigiano cui si deve la scoperta dell’inestimabile complesso speleologico. Già assistente dell’Istituto Italiano di Speleologia presso le Grotte di Postumia (allora in territorio italiano ed oggi in Slovenia), Anelli fu successivamente incaricato dall’Ente Provinciale per il Turismo di Bari di effettuare una ricognizione in Puglia. Accettato l’incarico, Anelli scese per la prima volta nell’enorme inghiottitoio il 23 gennaio 1938. In precedenza, alla fine del Settecento, alcuni giovani del posto si erano calati attraverso il maestoso ingresso, ma l’esplorazione non era andata oltre l’aver mosso qualche passo sul fondo dell’abisso. Cosa li aveva trattenuti dal procedere oltre? Certamente la limitatezza dei mezzi a disposizione : se le fiaccole di cui disponevano si fossero spente all’interno di quei budelli per scarsità d’aria?… Ma qualcos’altro dovette trattenerli. Illuminato dalle fiaccole, il fondo della grave si era rivelato più impressionante che scrutato dall’alto : una distesa di rifiuti tra cui molti resti animali (una volta, quando a Castellana – come in qualunque altro posto fosse disponibile un inghiottitoio – che ci fosse da smaltire la carcassa di una pecora, di un cavallo o di una mucca, nessuno si faceva scrupolo di scaraventarla laggiù). E forse ad alimentare l’inquietudine di quei temerari concorse la scoperta di qualche avanzo umano, chissà gente morta per epidemia, vittime di assassinii… Tornando ad Anelli, nel 1949, l’ormai illustre studioso, venne invitato ad assumere la direzione delle grotte che aveva scoperto. Con rinnovato entusiasmo il Professore accolse l’invito dando vita ad un’intensissima attività di esplorazione, rilevamento, ricerca scientifica e valorizzazione turistica delle cavità che in precedenza era stata resa impossibile prima dallo scoppio del secondo conflitto mondiale, poi dalle difficoltà del primo dopoguerra. Nello stesso anno, Franco Anelli si legò ulteriormente alla nostra terra accettando la carica di Docente di Geografia Fisica presso la Facoltà di Scienze dell’Università degli studi di Bari. Il duplice impegno non gli impedì di allargare i suoi interessi alla paleontologia e all’archeologia. Nel 1950 organizzò a Bari il IV Congresso Nazionale di Speleologia, nel corso del quale i partecipanti visitarono la Grotta Bianca di Castellana, che per l’occasione fu illuminata per la prima volta con un impianto elettrico. Nel 1954 diede alle stampe la prima edizione della guida alle Grotte di Castellana, che avrebbe poi avuto altre undici edizioni per un totale di oltre 190.000 copie. Nel 1955 riprese gli scavi a castellana rinvenendo nella Grotta della Iena un raro scheletro di stambecco. Nel 1958, organizzò il 2º Congresso Internazionale di Speleologia. Si spense a Bari il 23 ottobre 1977. – Nell’immagine, il monumento a Franco Anelli eretto nelle grotte di Castellana.
Italo Interesse
Pubblicato il 23 Gennaio 2018