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Frantoiani pugliesi sul piede di guerra: la sansa delle olive non è un rifiuto

Il presidente di settore di Assitol, Mastrurzo, ha disertato un incontro ad Andria, per un componimento della vertenza apertasi con i trasformatori delle olive, a seguito dell’orientamento del Consiglio di Stato sulla classificazione della sansa delle olive

In avvio dell’annata olivicola appena iniziata i frantoiani pugliesi sono sul piede di guerra per gli effetti derivanti dalla recente giurisprudenza del Consiglio di Stato che, accogliendo il ricorso presentato da alcuni aderenti all’Assitol, l’Associazione italiana degli industriali dell’olio, ha modificato il quadro di riferimento sulla gestione e valorizzazione della sansa di oliva che, da sottoprodotto fondamentale del ciclo produttivo dell’olio extravergine, viene equiparata ad un rifiuto da smaltire e, quindi, a generatore di costi per i frantoiani. Un tentativo di componimento della questione, con i frantoiani da una parte e i rappresentati del “Gruppo Olio di Sansa” di Assitol, con a capo il presidente Giuseppe Masturzo, avrebbe dovuto svolgersi lunedì scorso ad Andria, per chiarire e dirimere la situazione di potenziale conflitto apertasi sulla filiera di trasformazione delle olive in olio, dopo la pronuncia dei giudici romani di Palazzo Spada. Però l’assenza alla predetta riunione del presidente Masturzo, che pure aveva confermato la sua partecipazione all’incontro di Andria, ha lasciato inalterato il conflitto apertosi tra i frantoiani, estrattori di olio dalle olive, ed industriali estrattori di olio dal sottoprodotto di lavorazione delle olive, ossia la sansa. Alla riunione del 13 ottobre ad Andria, invece, erano presenti una ventina di associati Fioq, ossia dell’Associazione dei Frantoiani italiani olio di qualità, oltre ad alcuni dei principali esponenti del mondo frantoiano pugliese ed a una nutrita rappresentanza di frantoiani locali aderenti ad altre sigle. Gli intervenuti hanno appreso solo poche ore prima dell’incontro del disimpegno improvviso del presidente Masturzo, che ha scelto di non partecipare, suscitando il disappunto dell’organizzazioni sindacali dei frantoiani che avevano aderito all’iniziativa. Infatti, quella che si preannunciava come un’occasione risolutiva per affrontare la questione in modo condiviso è dunque sfumata, lasciando spazio a delusione e sdegno tra i presenti. Secondo quanto riferito nel corso della riunione, l’attenzione di Assitol si sarebbe spostata su un tavolo romano fissato per giovedì 16 ottobre, la cui sede non è stata resa nota e da cui – a quanto pare – le rappresentanze dei frantoiani non sarebbero stata invitate. “Una mancanza di sensibilità e di rispetto verso chi rappresenta la maggiore forza produttiva del prodotto interessato” – hanno commentano i partecipanti all’incontro di lunedì scorso ad Andria. La Fioq, con una nota, ha tenuto comunque a ribadire che “la sansa di olive non è un rifiuto, bensì una risorsa economica e tecnologica che, se gestita con criteri di trasparenza e correttezza, può garantire valore alla filiera, sostenibilità ambientale e competitività”. Pertanto, “la sottrazione di questa risorsa dalla disponibilità dei frantoi – per la Fioq – rappresenta un colpo mortale per molte imprese del settore, in particolare medio-piccole, che costituiscono l’ossatura economica e sociale dei territori olivicoli del Mezzogiorno, in quanto i ricavi dalla vendita della sansa costituisce una componente fondamentale a coprire i costi di trasformazione delle olive ed all’uopo la Fioq, in collaborazione con la “Vueffe Consulting”, ha elaborato un vademecum operativo, per avviare un percorso di confronto e definire regole condivise sulla gestione della sansa come sottoprodotto, nel rispetto dell’economia circolare e delle normative ambientali. Però, stante la cita esclusione dal tavolo romano e l’incertezza attuale, i frantoiani riuniti ad Andria non escludono azioni di protesta concrete, qualora non giungano segnali di apertura dalle istituzioni e dai rappresentanti della filiera industriale. Tra le azioni ipotizzate, in caso di una soluzione condivisa sulla vertenza in atto tra frantoiani e sansifici, figurano sia il trasferimento dei costi di trasporto e smaltimento della sansa sul prezzo di acquisto delle olive che la scelta, per i frantoi, di lavorare le olive esclusivamente per conto terzi, sospendendo il conto proprio e, quindi, l’acquisto delle olive. Senza escludere, in estrema ratio, anche la serrata dei frantoi, qualora le due precedenti misure dovessero rivelarsi scarsamente praticabili. Ad ogni modo, il clima di forte preoccupazione determinato dal recente orientamento giurisprudenziale sul sottoprodotto di lavorazione delle olive ha portato i presenti all’incontro di Andria ad aggiornarsi a venerdì prossimo, per valutare le prossime iniziative, in attesa di eventuali sviluppi o comunicazioni ufficiali dai tavoli romani. “Il comparto attende risposte chiare e immediate dalla politica e dalle istituzioni – ha concluso il presidente della Fioq, Riccardo Guglielmi – affinché si ristabilisca un equilibrio tra le diverse componenti della filiera e si garantisca la sopravvivenza economica dei frantoi italiani, pilastro del vero ‘Made in Italy’ nel comparto dell’agroalimentare”.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 15 Ottobre 2025

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