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“Fretta, urgenza ed emergenza” per non perdere i fondi milionari destinati all’agricoltura

Due mesi e poco più per spendere le ingentissime risorse disponibili, oppure restituirle direttamente all’Unione Europea: così la Regione Puglia a ottobre rischiava di essere, tanto per cambiare, in grave e perenne ritardo. Ed essere costretta, ad onta dei tantissimi impegni e promesse, a fare a meno di decine di milioni di euro, a danno esclusivo dell’agricoltura regionale. In soldoni, ben 87 milioni di euro di fondi europei per lo sviluppo regionale (FESR) in fumo, con un manipolo di consiglieri regionali di minoranza impegnati a depositare la solita interrogazione ‘urgente’ e ‘a risposta scritta’ al presidente Vendola per avere spiegazioni… che non arrivano mai. Insomma, la commedia oramai abituale tutta imperniata sulle paroline magiche ‘urgenza’ ed ‘emergenza’ che, unite allo spauracchio di perdere i finanziamenti, servono a mettere in moto meccanismi ben oliati nell’assessorato all’Agricoltura del lungomare Nazario Sauro. Un sistema per ottenere consensi e non solo nella infinita campagna elettorale che si trascina da anni in Puglia, dipingendo un fantastico mondo di un’agricoltura regionale come ‘isola felice’, mentre chiunque conosca il territorio sa come, invece, la situazione nelle nostre campagne non sia stata mai così drammatica: una montagna di aziende fallite o vicine alla chiusura, senza più credito presso le banche e piene di debiti. Tutto questo mentre i contributi europei arrivano non solo agli agricoltori, ma vengono impiegati in maniera consistente per finanziare consulenze, incarichi, prestazioni professionali e assunzioni clientelari, come si legge nelle informative anonime – ma molto bene informate e circostanziate – che circolano da tempo nelle mani degli addetti ai lavori disegnando alla perfezione quel mellifluo sistema di potere di cui sopra. Un impianto basato come sempre sui conflitti di interesse di burocrati legati a filo doppio con istituti, associazioni di categoria e studi professionali ben agganciati, che sarebbero in grado di manovrare tra i tanti, per esempio, gli affidamenti dei Gal regionali. E cioè quei gruppi/associazioni che prendono finanziamenti partecipando ai bandi con l’obiettivo di risaltare le caratteristiche peculiari di una zona. Sono veramente utili?, fanno qualcosa?, oppure servono solamente a spazzolare un bel pò di fondi europei? Arduo trovare risposte anche perché, sempre secondo i bene informati, se nel giro della gestione dei fondi PSR sono coinvolti centinaia di enti, comuni, comunità montane, comitati di gestione, studi professionali, e personale di grosse società (anche a livello internazionale) che ruotano intorno alla Regione con il compito di realizzare le scelte dei responsabili, un ruolo fondamentale è ricoperto dai referenti diretti dell’assessore-‘ombra’ all’Agricoltura, senatore Dario Stefano.

ANCHE I POLITICI HANNO APERTO GLI OCCHI SU ASSUNZIONI E CONTRIBUTI A PIOGGIA

“Quello che potrebbe succedere nel comparto agricolo pugliese – hanno vergato a fine ottobre i consiglieri di opposizione – non ha precedenti nella storia del nostro territorio ed è soprattutto di inaudita gravità per la inefficienza della Giunta nell’affrontare problemi strategici per le aziende del settore. Nel rapporto sul sito della rete rurale nazionale che riporta l’avanzamento della spesa sostenuta fino al 30 settembre 2014 dai PSR italiani, emerge che la Regione Puglia rischia di dover restituire all’Unione europea più di 87 milioni di euro di fondi FESR. Possibile tanta sciatteria in un comparto da anni, ormai, impegnato massicciamente a supportare le più svariate manifestazioni di valorizzazione e campagne di comunicazione dei prodotti caserecci pugliesi? Coinvolgendo e sostenendo soprattutto economicamente, vale la pena di ricordarlo, associazioni di categoria, mezzi di comunicazioni, stampa, tv locali, eventi, festival e perfino convegni e missioni all’estero, senza badare a spese, la nostra regione si ritrova con un pugno di mosche in mano”. Tanto che, come ricorda l’altro consigliere regionale Arnaldo Sala, ci sono anche tante altre questioni dietro le quinte, coni d’ombra sul settore da anni. Infatti, per esempio, la spesa a supporto di quella caterva di manifestazioni e workshop a beneficio del settore agroalimentare pugliese ha “subito una tale accelerazione, in particolare nell’ultima legislatura, accompagnata da un massiccio seguito di giornalisti pugliesi, chiamati di volta in volta appositamente (e nominativamente) dall’assessorato all’Agricoltura”. E così nel mirino ci finiscono dritto dritto il Capo dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale Gabriele Papa Pagliardini col suo gruppo di consulenti, esperti e dirigenti del settore Agricoltura, puntualmente nella bufera -come detto all’inizio- con l’avvicinarsi del pericolo di disimpegno dei fondi PSR, più o meno nell’ultimo trimestre dell’anno, anche se i soldi sono disponibili ogni volta da gennaio. E allora, o si dorme tutto l’anno, o vuol dire che l’emergenza è studiata apposta, perché si sa che con l’emergenza si giustificano anche mezzi non idonei. Fatto sta che l’urgenza di spendere i fondi giustifica qualsiasi tipo d’intervento sulle pratiche pur di fare spesa, quasi non importando cosa si sta finanziando. Pratiche che prima avrebbero incontrato difficoltà, verrebbero istruite e finanziate in pochi giorni con nuove procedure e requisiti, di cui il principale interesse sembra quello di inoltrare la domanda di pagamento entro pochi giorni dall’approvazione della pratica. E come la mettiamo col possesso di autorizzazioni e requisiti vari? Beh, basta fare una bella dichiarazione con cui ci si impegna a mettere carte e documenti a posto o ad acquisire le relative autorizzazioni. Ed è così che in piena bufera emergenziale, si tira fuori dal cilindro una determinazione per autorizzare gli uffici a seguire procedure, come dire, più snelle. Infatti, con Determinazione n. 340 del 28 ottobre, l’Autorità di gestione del PSR Puglia 2007-2013 ha approvato alcune modifiche alle modalità di erogazione degli aiuti per le misure strutturali del PSR Puglia 2007-2013. In particolare, i beneficiari pubblici possono presentare una domanda di pagamento di acconto che – in aggiunta alle altre domande di pagamento già presentate (anticipo e/o primo acconto su SAL) – potrà raggiungere il 100 per cento del contributo concedibile a seguito dell’aggiudicazione dei lavori. Ma non basta. I beneficiari privati per i quali il termine stabilito per l’ultimazione dei lavori ha scadenza nel 2015, possono presentare domande di acconto – in aggiunta alle altre domande di pagamento già presentate (anticipo e/o primo acconto su SAL) – ciascuna per un importo non inferiore al 10 per cento e comunque nel limite massimo del 90 per cento dell’aiuto concesso. Praticamente può essere concesso, ancor prima dell’inizio dei lavori, il totale del contributo spettante, prescindendo dalla capacità di spesa del soggetto e dalla reale consistenza delle opere da realizzare, soprattutto alla luce dell’istruttoria sommaria effettuata dall’Ente erogatore: anche un bambino saprebbe fare spesa così. Uno dei problemi dei ritardi del PSR, invece, è stata proprio la capacità di spesa delle ditte e aziende che non hanno soldi e non hanno credito presso le banche. Ma questo non importa: eventualmente sarà dopo, che si recupereranno quei fondi, l’importante è fare spesa. E questo serve, com’è facilmente immaginabile, sia per motivi politici, sia a favorire ditte e tecnici che, nel marasma generale e nella fretta, riescono a far passare di tutto. Del resto in una riunione che si sarebbe tenuta a fine ottobre a Bari, i vertici dell’assessorato avrebbero implorato i rappresentanti degli agricoltori di dargli una mano a spendere in ogni modo i fondi europei, per evitare il disimpegno. E se fosse vero che la struttura che dovrebbe selezionare i progetti e controllarne la loro esecuzione, ti chiede di fare tutto in fretta, che altro chiedere alla cara, vecchia Befana-Regione per avere tutto e subito?  

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 9 Gennaio 2015

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