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Fuga in massa dal partito di Alfano, ma Cassano minimizza

Il partito di Angelino Alfano in Puglia perde pezzi. Infatti, con una lettera inviata ieri al leader nazionale del Nuovo Centrodestra, l’ex consigliere regionale pugliese Domi Lanzillotta, componente della direzione nazionale del partito, insieme ad altri 13 esponenti pugliesi di Ncd, eletti a suo tempo dal congresso fondativo nell’Assemblea nazionale  (Francesco Tricase, Stefano Diperna, Stanislao Morea, Giuseppe Corrado, Maria Cicirelli, Vincenzo Guerra, Francesco Palazzo, Damiano Binetti, Matteo Savastano, Savino Santarella, Giuseppe Calia, Claudio Sgambati, Giovanni Volpe) ed a 5 componenti del coordinamento regionale (Leo Vicino, Fabio Colella, Francesco Perchinunno, Antonella Lella e Pasquale Coccia) hanno comunicato le proprie dimissioni dagli organi nazionali e territoriali del partito. Nella stessa lettera i dissidenti pugliesi del partito di Alfano hanno chiarito le ragioni delle loro rispettive dimissioni. I citati dirigenti pugliesi hanno infatti spiegato: “Con il sostanziale compimento del percorso delle riforme si è conclusa l’emergenza che aveva richiesto il comune impegno di forze politiche tra loro avversarie. Oggi è il momento della scelta. Una scelta che a livello territoriale era stata già compiuta alle ultime elezioni regionali quando il Nuovo Centrodestra, in coerenza con il proprio nome e con tutte le deliberazioni congressuali e gli atti programmatici, è sceso in campo in alternativa alla sinistra e al Pd renziano”. E, continuando con i chiarimenti, a proposito di tale precedente scelta i neo dissidenti pugliesi di Ncd, rilevano che “nella nostra Puglia ha portato al raggiungimento di risultati lusinghieri” alle regionali di maggio scorso. Risultati che rivendicano e che – sempre secondo i 18 esponenti pugliesi in uscita dal Ncd – confermano la loro naturale collocazione politica e quella del proprio elettorato di centrodestra. “Una scelta che oggi, – obiettano i firmatari della lettera ad Alfano – esauritasi la ‘mission’ delle larghe intese, avrebbe dovuto produrre conseguenze a nostro avviso scontate”. Ovvero, spiegano: “l’uscita dal governo Renzi e l’impegno, in vista delle imminenti elezioni amministrative e delle successive elezioni politiche, a ricostruire il campo dell’alternativa”. “Un campo tutto da bonificare,da dissodare, da arare, da seminare, insomma tutto da rinnovare e da allargare” secondo Lanzillotta e gli altri (ora ex esponenti) di Ncd, “ma che è e resta – hanno affermato ancora i dissidenti – il campo nel quale le nostre idee e i nostri principi hanno cittadinanza”. Di contro rilevano a seguire i dissidenti nella missiva “non solo invece vi è l’assoluta indisponibilità a mettere in discussione una presenza al governo che oggi, finita l’emergenza, si configura come una scelta consapevole e programmatica con evidenti implicazioni per la collocazione futura. Non solo gli organi di partito hanno abdicato al dovere di un confronto vero a seguito di un fatto politicamente rilevante come le dimissioni del coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello, ma “addirittura – rimarcano i fuoriusciti –  i vertici regionali di Ncd, sebbene regolarmente invitati, hanno inopinatamente disertato il tavolo del centrodestra pugliese convocato per mettere in campo alle prossime elezioni amministrative una proposta comune in grado di battere la sinistra”. Ed, a conclusione del ragionamento, aggiungono: “La nostra pubblica denuncia di questo atto di diserzione ha avuto come sola risposta un assordante ‘silenzio assenso’ che ci consente oggi, con la coscienza a posto di chi le ha provate tutte, di considerare irreversibile l’abbandono da parte di Ncd della linea che, nonostante taluni atteggiamenti irresponsabili, ci ha visto in prima linea alle elezioni regionali”. “Una linea – sostengono al termine della missiva ad Alfano senza remore i dirigenti pugliesi di Ncd in uscita dal partito – inequivocabilmente alternativa alla sinistra, che noi intendiamo continuare a perseguire e che ci costringe oggi per coerenza a rassegnare le dimissioni dagli organi nazionali e territoriali del partito.”  Alle ragioni paventate dai dirigenti pugliesi dimessi ieri dal Ncd e contemporaneamente comunicate ad Alfano ha prontamente risposto, a nome del partito, con una nota il sottosegretario di Ncd pugliese al Lavoro, Massimo Cassano, che ha ironizzato sulle ragioni politiche di abbandono dichiarate dai dissidenti, adombrando dietro tale decisione motivazioni di delusioni più di natura personale che per vere ragioni di linea politica. Infatti, ha affermato il senatore Cassano nel suo comunicato: “Dispiace che il senatore Quagliariello non sia riuscito a coronare il sogno di diventare ministro; dispiace altresì che il sig. Lanzillotta non sia stato rieletto nel consiglio regionale pugliese”. Inoltre, l’esponente del Ncd pugliese nel governo Renzi, ha pure sostenuto: “Area popolare-Ncd resta unito, fatta eccezione per le dolorose perdite” subite con l’abbandono di Quagliariello e Lanzillotta ed il seguito di cui si da notizia. Perdite, rileva Cassano, “peraltro rimaste pressoché senza alcun seguito, a Roma, dove in Senato i numeri dei voti contrari alla fiducia in occasione della Legge di Stabilità ben delinea la consistenza di chi ha deciso di seguire altre strade, e soprattutto tra coloro che in Puglia ricoprono incarichi istituzionali”. “Né al momento è in atto alcun inciucio con il centrosinistra, tanto a livello nazionale quanto nell’ambito della Regione Puglia” ha precisato inoltre l’alto esponente pugliese del Ncd, che ha poi affermato: “La linea del partito sarà invece, come da tradizione democratica, decisa collegialmente nel corso della prossima assemblea” e concluso in modo ancor più esplicito di come ha cominciato: “Ed è questa appunto la verità: una nomina e un’elezione mancate. Il resto, per usare un termine di gran moda, è fuffa”. In definitiva, per il sottosegretario Cassano, il Ncd in Puglia perde pezzi, ma il partito c’è e resta unito a livello centrale. Fino a quando? Per rispondere a questo interrogativo, però, bisognerà attendere almeno fino alle amministrative della prossima primavera, quando per la permanenza nel governo Renzi del partito di Alfano molto dipenderà verosimilmente anche da ciò che accadrà nelle urne al partito del premier, considerato che, alla luce di quanto sta accadendo anche in Puglia nel Ncd, difficilmente per tale partito potranno verificarsi degli exploit elettorali.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Novembre 2015

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