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Fuori dalla giunta la Curcuruto e dentro Ruggeri (Udc) al posto di Negro

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, confermando quanto già preannunciato da talune indiscrezioni circolanti da alcune settimane nel Palazzo regionale barese del Lungomare Nazario Sauro, ha nominato con proprio decreto il leccese Salvatore Ruggeri, già parlamentare della Repubblica (senatore nella XV legislatura e deputato nella XVI legislatura), assessore al Welfare (deleghe a Politiche di Benessere sociale e Pari Opportunità, Programmazione sociale ed integrazione socio-sanitaria). Il neo assessore pugliese al Welfare è – come noto –  responsabile regionale dell’Udc, oltre che cognato dello scomparso consigliere regionale Salvatore Negro, a cui Emiliano aveva, nel 2015, affidato la delega ora assegnata a Ruggeri, in qualità di assessore esterno. Infatti, a seguito della morte di Negro, nello scorso mese di Ottobre, il governatore pugliese aveva assunto personalmente le competenze in capo all’assessore deceduto, trattenendole fino all’attuale nomina di Ruggeri. Però, per far posto in giunta a Ruggeri, che a differenza del cognato scomparso non è un componente dell’Assemblea regionale, Emiliano ha dovuto sacrificare uno dei due assessori esterni presenti nell’esecutivo, Loredana Capone ed Annamaria Curcuruto, poiché, in base alla normativa pugliese, i nomi esterni della giunta non possono essere più di due. E, quindi, con la nomina di Ruggeri, il governatore ha dovuto scegliere chi delle due citate donne presenti nell’esecutivo doveva lasciare il posto di assessore. Emiliano, infatti, ha revocato a Curcuruto le deleghe ai Lavori Pubblici e alla Tutela delle Acque, che sono state assunte dallo stesso presidente, e contemporaneamente ha indicato Ruggeri al Welfare. Poi, con separato atto di nomina, il governatore ha scelto il revocato assessore come consigliere, a titolo gratuito, del Presidente per le materie dei Lavori Pubblici e della Tutela delle Acque (per l’attuazione dei programmi in materia di sistemi idrici, risorse naturali ed opere pubbliche). In definita, Emiliano ha operato un mini rimpasto di giunta, al fine di far posto a Ruggeri nell’esecutivo. Un “giro” di valzer, quello effettuato ultimamente dal governatore, che però non è piaciuto ad alcuni esponenti della sua stessa maggioranza, che sulla vicenda sono intervenuti con dichiarazioni critiche che, a seguire, riportiamo. “Scelta inopportuna” è stato definita l’immissione di Ruggeri nell’esecutivo pugliese, da parte del consigliere pugliese di Sinistra italiana, Cosimo Borraccino, che continuando ha affermato: “Solo così si può giudicare  la notizia dell’ingresso in Giunta di Salvatore Ruggeri che rappresenta l’ennesima dimostrazione della deriva trasformistica che sta assumendo l’esperienza di governo regionale targata Michele Emiliano, dalla quale oramai siamo sempre più distanti, in procinto di abbandonare una maggioranza che non sentiamo più nostra” Infatti, ha rilevato l’esponente di Si, “il presidente Emiliano pensa bene di chiamare al suo fianco il tesoriere nazionale, nonché segretario regionale, di un partito, l’Udc, che nei mesi scorsi ha fatto una precisa scelta di campo, decidendo di schierarsi nell’ambito del centrodestra (accanto a Berlusconi, Salvini e Meloni) in vista delle imminenti elezioni politiche”. Per poi commentare: “E così tutta la retorica di Emiliano sui valori della sinistra di cui egli, nell’esercizio della sua funzione, sarebbe custode e portatore, finisce per l’ennesima volta (dopo le innumerevoli nomine di sottogoverno fatte in favore di soggetti provenienti dalle fila del centrodestra, folgorati sulla via del centrosinistra a seguito dei soliti trasformismi) per scontrarsi fragorosamente con una realtà ben diversa, fatta di accordicchi al ribasso con pezzi di ceto politico collocato a destra, al solo fine di puntellare una maggioranza ormai sfibrata e traballante”. Ma a criticare questa operazione politica, senza però attaccare direttamente il governatore, è il vice presidente del Consiglio regionale pugliese Peppino Longo dell’Udc, espressione della stessa maggioranza che sostiene il governatore, che, dopo aver citato alcune parole che Aldo Moro pronunciò il 13 aprile del 1947 all’Assemblea costituente, accusa la segreteria pugliese del suo stesso partito, l’Udc, di “inconcludenza”. Circostanza, questa, che – sempre secondo Longo – “è riuscita a creare il pasticcio dell’assessorato regionale per eredità dovuta, con Salvatore Ruggeri che subentra al Welfare al compianto cognato Totò Negro”. Ma il vice di Mario Loizzo nell’aula di via Capruzzi si spinge ancora oltre nelle critiche al vertice regionale del suo partito, rivelando che: “Dopo mesi senza alcun direttivo, senza alcuna riunione del Gruppo, ecco i risultati imbarazzanti che gettano un’ombra, peraltro in un momento delicato, sull’amministrazione della Regione”. Ed annuncia: “valuterò attentamente queste larghissime ma inutili intese in salsa pugliese e a breve prenderò le mie decisioni”. Insomma, il governatore pugliese ha appena nominato il “successore” dello scomparso assessore al Welfare e neppure all’interno dello stesso “gruppo” politico del prescelto assessore sono tutti d’accordo sulla scelta effettuata del nome. Come dire, se già nella stessa Udc-pugliese c’è chi in Regione è scontento del nome voluto da Emiliano a rappresentare lo scudo crociato in giunta, perché rappresenterebbe una sorta di prelazione familiare nell’incarico, figuriamoci come potrebbero considerare tale scelta le altre componenti della maggioranza. Ma, forse, siamo solo agli inizi di una lunga e competitiva battaglia politica ed elettorale apertasi nel centrosinistra pugliese ed all’interno della stessa coalizioni di governo, che verosimilmente avrà il fiato corto, se dallo scenario elettorale delle prossime politiche emergeranno accordi e risultati localistici assai difformi da quelli che potrebbe essersi prefigurati il governatore pugliese.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Dicembre 2017

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