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“Fuorilegge il decreto dell’Autorità Portuale”: in rivolta i diportisti baresi

Hanno dissotterrato la scure di guerra gli operatori della nautica da diporto dei porti di Bari, Monopoli e Barletta causa un decreto frettoloso, iniquo e fors’anche illegittimo firmato dal presidente dell’Autorità Portuale del capoluogo, Francesco Palmiro Mariani. Nel mirino dei diportisti finisce dritto dritto il decreto n. 10/11 pubblicato, appunto, sul sito dell’Autorita’ Portuale (sostitutivo della deliberazione n. 64/07) che regola retroattivamente, e cioè dal 1° gennaio dell’anno scorso, i nuovi parametri per i canoni demaniali marittimi. “Con vivo stupore si rileva che l’Autority portauale di Bari, in violazione d’una legge nazionale, stabilisce dei criteri diversi per i canoni delle concessioni con finalita’ “turistico-ricreative” che invece, secondo la legge (296/2006 commi 251-252 “finanziaria 2007” e la circolare ministeriale applicativa n°22/09), sono assimilate alle attivita’ dedicate alla “nautica da diporto”, mettono nero su bianco in un lungo e puntiglioso comunicato gli operatori da diporto di Bari, Barletta e Monopoli. I quali, riferendosi in particolare a rimessaggio, ormeggio, manutenzione e riparazione di imbarcazioni per il diporto nautico, criticano apertamente gli ultimi atti, a firma di Mariani. Atti nei quali queste ultime attivita’ vengono distinte dalle concessioni per finalita’ turistico-ricreative relative a sstrutture dedicate alla nautica da diporto. Per capire meglio, simulando l’applicazione per diecimila mq in utilizzo, risulta quanto segue: attività turistico ricreative- per area scoperta, euro 1,193 x 10000 mq = 11390 euro – specchio acqueo 0,92 x10000 mq = 9200 euro;- rimessaggio ed ormeggio, voci inglobate-area e specchio acqueo € 4 sconto 10%x10000 mq = 36000 euro; – manutenzione e riparazione, voci inglobate- area e specchio acqueo euro 4 sconto 20%x10000 mq = 32000 euro. Insomma, com’è facile rilevare anche a chi non pratica la nautica da diporto, il decreto emesso da Mariani ha comportato una quadruplicazione dei costi, introducendo ex novo, per di più, tutta una serie di norme vessatorie, per:spese di istruttoria su istanze; garanzie piu’ stringenti; indennizzi vari; autocertifcazioni; limitazione dell’esercizio dell’art.46-47 (codice navigazione). I diportisti baresi minacciano fuoco e fiamme anche perchè tutto questo evidenzia una gestione “arbitraria” della cosa pubblica al solo fine di equilibrare i gia’ disastrati bilanci dell’ente. Scelte gestionali fortemente discutibili, dunque, da parte di Mariani, come quelle della security, assunzioni parentali e il raddoppio del personale, per di più “senza concorsi pubblici”. Tutto cio’ a danno degli operatori commerciali del porto e di quella parte di imprenditori dedicati alla nautica da diporto che, oltre all’aggravio economico ricevuto attraverso la mancata applicazione della norma vigente, subiscono l’ulteriore beffa a causa delle diminuite presenze in porto (oggetto di petizione popolare per gli ingressi, caduta poi nel nulla). Ciliegina sulla torta, a puro scopo informativo, gli operatori da diporto di Bari, Barletta e Monopoli, ricordano la tabella divulgata dalla Corte dei Conti (delibera 73/2010) sul trattamento economico, riferito all’anno 2008, delle massime cariche dell’Autorità Portuale: presidente 196.967 euro + 25.343 euro per missioni e varie; segretario 141.026; comitato portuale (totale spettanze 26.531), gettone di presenza euro 150; revisori contabili (totale 23.993 + missioni totale 13.720). Ecco, allora, l’invito rivolto al presidente dell’Autorità Portuale Francesco Palmiro Mariani ad annullare, in autotutela, il decreto 10/11 e la deliberazione 64/07 (entrambi a sua firma), in applicazione degli artt. 21-quinquies,21-octies e 21-nonies della legge 241/90, resa applicativa dal proprio decreto. E se l’invito non dovesse avere gli effetti sperati? Gli imprenditori, arrabbiatissimi, sono già pronti ad aggregarsi con comitato a difesa degli operatori del diporto nautico, portando avanti un’azione comune. Un’azione, inutile dirlo, finalizzata ad annullare qualsivoglia richiesta di canoni demaniali non adeguati alle leggi vigenti, assieme ad una petizione, per l’annullabilita’ d’ufficio degli atti amministrativi firmati dal presidente, alle prese con parecchi altri e forse ancor più gravi problemi da risolvere, al porto di Bari.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 13 Gennaio 2012

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