Cronaca

Furti di olive, è sempre più allarme criminalità

L’annata agraria di produzione per uva ed olive quest’anno è alquanto buona, sia per quantità che qualità per i produttori pugliesi. Però, in Puglia, se non sono le calamità naturali od altri imprevedibili eventi a danneggiare il settore, ci sono altri fenomeni, di natura umana però, come le contraffazioni o i furti di prodotto, che minacciano la rimuneratività economica del comparto. E quindi dei coltivatori e delle imprese agricole pugliesi operanti nel campo della produzione viti vinicola od olearia. Infatti, il fenomeno dei furti in campagna di uva e di olive nell’annata in corso ha già raggiunto livelli da record in diverse zone della Puglia, in particolare nell’entroterra barese e della capitanata. In molti Comuni pugliesi, per fronteggiare l’ondata di furti nelle campagne di prodotti pronti per essere raccolti, come uva ed olive, sono stati gli stessi produttori a correre  ai ripari, predisponendo delle squadre improvvisate di sorveglianza  delle produzioni per contrastare il fenomeno dei furti. O, nella migliore delle ipotesi, rivolgendosi ad istituti di vigilanza privata, per la custodia delle produzioni fino al completamento del raccolto. Per la cronaca, si ricorda che non è la prima volta che il fenomeno dei furti in campagna colpisce il settore. Ma la novità di quest’annata è che i furti nelle campagne non sono più occasionali e ad opera di singoli e disorganizzati individui che agiscono in maniera alquanto limitata nei diversi territori,  Infatti, questa volta i produttori agricoli pugliesi sono costretti a fare i conti con furti e ruberie varie a loro danno effettuati da gruppi ben organizzati di predoni che in poche ore sono in grado di fare razzia di diverse decine di quintali di uva o di olive in un podere coltivato con tali piantagioni. Una situazione di rischio che in Puglia non esclude alcun territorio, visto che i terreni con piantagioni di ulivo o di vite sono innumerevoli e facilmente aggredibili, perché la stragrande maggioranza di questi sono privi di recinzione e perciò difficili da tenere tutti contemporaneamente sotto controllo. La più alta concentrazione di furti nelle campagne si sta registrando, come detto, nel Barese ed in Capitanata, dove in questo periodo sono più numerosi i campi con prodotto, olive ed uva per l’appunto, pronto per il raccolto. La situazione che si è venuta a creare nelle campagne pugliesi a causa delle numerose e costanti ruberie di frutti pendenti come uva ed olive è ormai insostenibile da parte di coloro che quotidianamente, oltre a mettere a rischio il proprio lavoro, impegnano ingenti risorse economiche sia in manodopera per la coltivazione, sia in beni strumentali per la conduzione dei terreni. Le Forze dell’Ordine ogni giorno stanno effettuando operazioni di prevenzione e repressione del fenomeno criminale scoppiato nelle campagne pugliesi, ma la battaglia si presenta ancora abbastanza difficile per essere vinta definitivamente ed il fenomeno riportato a livelli di fisiologici, in quanto sia l’attuale situazione di crisi generale che la facilità di poter agire per i furti nei campi favorisce il riversarsi nelle campagne di un numero sempre crescente di individui ed organizzazioni criminali dedite al furto di prodotti agricoli pronti per essere raccolti e venduti. E per questo che da più fronti ormai si chiede con insistenza l’istituzione di un Corpo di Polizia rurale, specializzato nel tenere sotto controllo i campi coltivati delle diverse realtà agricole pugliesi. Una Forza pubblica di prevenzione e repressione che possa far fronte con continuità alla domanda crescente di sicurezza che proviene da produttori ed imprenditori agricoli pugliesi. Una proposta in tal senso è già stata presenta in consiglio regionale da un esponente di Forza Italia, Domenico Damascelli, e che ha ricevuto, attraverso il consigliere Gianni Strea, il sostegno di un’altra forza politica di opposizione, ossia Mps-Area popolare. Da non dimenticare che sia Damascelli che Stea sono entrambi tradizionalmente degli operatori del settore agricolo e che conoscono bene quindi, per esperienza diretta, molte delle problematiche che assillano il comparto. Un comparto, quello agricolo, che – come è noto – “rappresenta una delle maggiori voci dell’economia pugliese – ha dichiarato Stea a conclusione di una sua nota sull’argomento – e che deve essere messo nella condizione di ripartire per creare nuovamente sviluppo e occupazione, ma al momento deve fare i conti con una serie di situazioni critiche, non da ultima quella della sempre più scarsa sicurezza a causa dei ripetuti furti e di veri e propri atti di sabotaggio riconducibili alle organizzazioni criminali”. Un’idea per costituire un Corpo di Polizia rurale in forza ai principali Comuni pugliesi a vocazione agricola è quella di usufruire dei componenti dell’attuale Polizia provinciale che, essendo – come è noto – in via di dismissione, potrebbe essere convertita alle dirette dipendenze dei diversi Comuni con compiti di vigilanza rurale ed ambientale, settore in cui la stessa Forza, per altro, ha già una collaudata esperienza al riguardo. Ora la palla è nelle mani della Regione che deve decidere se tale idea, alla luce di quanto sta avvenendo nelle campagne pugliesi, è da attuare oppure no. Di certo, però, una soluzione va trovata sia per coloro che chiedono pià sicurezza nelle campagne, che per l’organico dello sciogliendo  Corpo di Polizia della ex Provincia di Bari, ora ‘Città metropolitana’, e degli altri Corpi facenti capo alle restanti cinque Provincie pugliesi.  

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Novembre 2015

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