Cronaca

Futuro energetico e sviluppo industriale, accoppiata vincente per la Puglia

Divampa la discussione sul rinnovamento energetico in Puglia, con l’eolico off shore in prima battuta nelle considerazioni tra presidente e componenti della V Commissione Consiliare alla Regione Puglia. In ballo il futuro sostenibile e lo sviluppo industriale della Puglia, come spiega il presidente della Commissione Fabiano Amati. “Il tifo da stadio è l’ultima cosa utile nella discussione, assai seria e complessa, che ci deve impegnare rispetto all’inevitabile incremento di impianti che producono energia dal vento e dal sole. Né possiamo supinamente accettare i diktat di ambientalisti ultraconservatori e amministratori incapaci di guardare oltre i confini del territorio che amministrano. La comunità pugliese, assieme a tutte le altre, è chiamata -per Amati – a svolgere la propria parte per ottenere una drastica riduzione delle emissioni di CO2 e un mix energetico più sostenibile e meno vincolante nei confronti dei Paesi che producono gas e petrolio. L’unica strada da percorrere, allora, è quella della realizzazione di impianti eolici off shore e campi agrivoltaici, da realizzare insieme a tutte le buone prassi sull’autoproduzione e la riduzione dei consumi”. Insomma, ecco la strategia elaborata a livello europeo e nazionale a cui la Puglia partecipa, compiendo i sacrifici necessari e cogliendo le opportunità connesse. Partecipazione positiva, dunque, e non formalistica opposizione a decisioni e atti su cui la Giunta e il Consiglio regionale non hanno alcuna competenza sostanziale. Chiunque affermi il contrario mente sapendo di mentire e lo fa esclusivamente per strumentalizzare politicamente e, talvolta, economicamente, il senso di insicurezza diffuso nell’opinione pubblica. È quanto è, purtroppo, accaduto a proposito del Piano di Gestione dello Spazio Marittimo dell’Area Adriatico e Ionio e Mediterraneo Centrale: un atto di competenza esclusiva della Giunta che, grazie alla richiesta avanzata dalla Commissione, è stato illustrato e discusso alla Regione. Lo strumento di pianificazione elaborato dalla struttura tecnica regionale, approvato dalla Giunta e trasmesso al Governo è parte del processo di transizione energetica che prevede, tra le altre tante cose, la realizzazione di impianti eolici off shore. È un atto assai complesso, fondato su norme europee e nazionali come su elementi territoriali oggettivi rinvenienti dall’analisi della realtà di fatto delle coste pugliesi e degli usi del mare già esistenti e codificati. Insomma, la Giunta ha indicato dov’è più sostenibile un investimento privato nell’off shore; ma sempre di suggerimento si tratta e non certo di vincolo. Dove collocare, come realizzare e quale potenza installare non è materia su cui i consiglieri regionali possono vincolare il governo. “Chi quel giorno ha gridato vittoria in Consiglio regionale, autoproclamandosi il salvatore del mare salentino, ha semplicemente preso in giro cittadini e amministratori. Nulla è stato deciso perché nulla si poteva decidere”, chiosa secco l’ex assessore Amati. Il quale sa bene che quella pianificazione ha sancito come anche lo spazio pugliese dell’Adriatico ospiterà almeno un impianto eolico off shore. Notizia che dovrebbe essere accolta positivamente da consiglieri regionali e amministratori comunali, ma anche da ambientalisti, imprenditori e cittadini che da anni sostengono la necessità di installare in Puglia impianti di produzione idrogeno verde: idrogeno, cioè, prodotto da fonti rinnovabili. E qual è la principale fonte energetica ‘verde’ capace di garantire continuità e stabilità di approvvigionamento all’impianto che la trasforma in idrogeno stoccabile? Il vento, cioè quello che spira in alcuni tratti di mare. Oltre all’off shore, l’idrogeno verde può essere prodotto immagazzinando l’energia ricavata da grandi impianti agrivoltaici compatibili con le colture agricole esistenti e capaci di soddisfare, innanzitutto, il fabbisogno energetico di impianti di trasformazione agroindustriale. Perché c’è un altro elemento strategico da valutare: la necessità che in Puglia riparta lo sviluppo di industrie manifatturiere ambientalmente sostenibili attorno a cui far nascere un indotto produttivo. E le centrali di idrogeno verde da realizzare, magari nelle Zone Economiche Speciali per favorire la localizzazione di impianti produttivi, potrebbero essere una scommessa vincente anche per dare sviluppo e lavoro.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 2 Giugno 2022

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