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Gaetano De Rosa “Mi dedico anima e corpo alla mia scuola calcio, mi fa sentire un ragazzino”

Si può insegnare calcio, ma prima di insegnarlo, si può farlo insegnando alti valori, educazione rispetto e farlo attraverso un percorso formativo. Ed è quello che da qualche anno, quattro per la precisione ha realizzato insieme a delle altre persone che hanno a cuore tale causa, l’ex difensore centrale del Bari, Gaetano De Rosa. Gaetano De Rosa, impartisce lezioni di calcio e lo fa insegnando veramente i valori della vita. La sua Scuola Calcio è quella Real Cesarea, a Casalnuovo in provincia di Napoli. Non insegna solo a tirare in porta o fare una diagonale, cosa che peraltro da difensore faceva ad occhi chiusi, ma ci tiene e lo ha raccontato ieri in un’intervista telefonica a far diventare uomini del futuro i suoi ragazzi, pronti per l’industria del calcio con altre mansioni, o restando più semplicemente nello sport ma conoscendo quella palestra che oggi manca, perché si chiede troppo spesso di diventare talenti miliardari e senza cervello.

Ieri, a margine della trasmissione “Barimania” condotta da Beppe Magrone e Tess Lapedota è intervenuto telefonicamente l’ex Bari, per sette lunghe stagioni ricche di gioie e qualche momento più delicato, un libero d’altri tempi con la propensione al gol perché con i biancorossi in 212 presenze ha segnato ben 12 gol, uno proprio anche alla sua Reggina, maglia che ha vestito subito dopo l’esperienza barese, per ben due stagioni segnando anche una doppietta in ‘A’ contro il Cagliari sotto la guida dell’esperto Walter Mazzarri.

Gaetano De Rosa, oggi dirigente e referente della Scuola Calcio Casarea è partito dalla sua esperienza lanciando messaggi che non possono che strappare applausi: “Tutte le mie attenzioni ed energie sono rivolte alla Scuola Calcio Cesarea, in provincia di Napoli. Trasferiamo insegnamenti di valori e cerchiamo di preservare un futuro sempre più certo, anteponendo l’attenzione sul ragazzo, sulla sua formazione tecnica e personale. Ci interessa formare uomini per la nostra società. Lavoriamo sulla formazione per coniugare qualcosa di importante. Premio Uefa? Si, siamo stati premiati come migliore scuola calcio di Italia perché è stata reputato un’iniziativa esclusiva che attraverso il decreto della buona scuola i ragazzi posano lavorare nell’industria calcio, come risorsa, non per forza come calciatori, ma anche come altre figure. Quest’anno sarà il quarto anno ed abbiamo una classe all’interno di in istituto pubblico. I ragazzi studiano e lavorano non con il vecchio stampo, ma senza compiti a casa ed interagendo in classe con un metodo innovativo, così crescono a 360 gradi e si formano per diventare uomini del domani”. Da ex avrà il cuore diviso a metà anche se senza dubbio a Bari ha legato i suoi ricordi calcistici più belli, insieme alla Reggina e Genoa dove qui ha terminato la sua carriera a soli trentacinque anni: “A bari ho lasciato un pezzo del mio cuore e sarò sempre tifoso del Bari. Ho vissuto sette stagioni memorabili con compagni di squadra fantastici e qualche compagno di squadra che ci ha abbandonato per strada come il grande Klas Ingesson, Franco Mancini e Phil Masinga. Dico che quando sono venuto mi ha voluto fortemente mister Fascetti. A lui sono per sempre grato, ha creduto in me e sapeva come stimolarmi, ci sono aneddoti che potrei raccontare, di quando mi ha fatto esordire titolare, dicendomelo un’ora prima della partita. Lui sapeva che avrei reso al massimo. Tante battaglie. Su tutte ricordo Inter-Bari, in cui Franco Mancini parò di tutto a Ronaldo e soci. Ma nonostante di fronte avessimo il fenomeno ed altri grandissimi giocatori come Simeone, Zanetti, noi con un gol di rapina di Phil a Pagliuca, portammo a casa l’intera posta in palio. Realizzammo anche altre belle imprese”. Sulla sua Reggina, prossima avversaria del Bari nel posticipo di lunedì sera ha detto:” Se avrò possibilità la seguirò dal tablet, di sicuro sono due formazioni attrezzate. Della Reggina ho letto di Denis, bisogna vedere in quali condizioni è giunto e che tipo di uso del giocatore faranno, ma so che hanno grosse ambizioni così come il Bari è destinato al miglior palcoscenico e non la categoria in cui si trova adesso”.  Infine l’ex libero biancorosso ha concluso salutando un suo ex compagno di squadra, molto giovane all’epoca e che ora milita in prima Categoria nella Fcd Soccer del presidente Mino Zapparelli, stiamo parlando di Alessandro Armenise, terzino nel Bari negli anni Duemila e prodotto del vivaio biancorosso: “Ciao Ale, ti ringrazio per i tuoi attestati di stima che vuol dire che ho seminato bene, ma adesso tocca a te essere punto di riferimento per i tuoi compagni e ti auguro ancora tanti successi”.

Marco Iusco


Pubblicato il 12 Settembre 2019

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