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Genitori sul piede di guerra: “Prepariamoci alla scuola in presenza”

Non stanno certo aspettando l’ultimo momento, per far sentire la propria voce genitori e parenti degli studenti delle scuole primarie e secondarie della Puglia, preoccupati per il prossimo anno scolastico 2021/2022. Infatti mancano meno di due mesi per l’inizio del nuovo anno scolastico, eppure, dopo ben un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, ci sarebbe ancora totale incertezza e confusione sulle possibili modalità di avvio delle attività per il prossimo anno. “”Ad oggi -si legge nella lettera/diffida indirizzata ai vertici di Governo, Istituzioni scolastiche e Regione Puglia -sono ignote le regole di precauzione che saranno prescritte da settembre negli istituti scolastici. Assordante in proposito è il silenzio da parte di chi è istituzionalmente responsabile, in sede nazionale e regionale””. Ancora peggio: non risulta che i responsabili dell’attività scolastica – in sede nazionale, regionale e ora anche locale – si stiano organizzando per affrontare gli scenari che da settembre potrebbero presentarsi. “”Nulla si sta approntando per la ipotesi – tutt’altro che remota e di fatto già paventata e esternata da taluni – che la regola del distanziamento resti operativa. Invece di individuare ulteriori spazi scolastici di cui ci potrebbe essere necessità -si legge ancora nella lunga e puntigliosa lettera vergata da genitori e studenti – si assiste a clamorose riduzioni di questi, come sta ad esempio avvenendo a Bari (si veda ipotesi si chiusura della scuola Del Prete) con effetti del tutto insostenibili per gli Istituti che nell’anno scola-stico 2020/2021 ne hanno fruito””. E incertezza c’è pure sulle risorse finanziarie e materiali a disposizione dei manager scolastici pugliesi, così come del personale a disposizione degli Istituti scolastici. Né si sta predisponendo la regolamentazione della quarantena, che non costringa tutti gli studenti della classe ad altre restrizioni. Le uniche iniziative proposte – per la verità, solo in sede mediatica – attengono all’obbligo della vaccinazione, anche per i minori. Eppure è evidente che sarà impossibile vaccinare tutti gli studenti di qui a settembre, a prescindere dai dibattiti sia sulla non opportunità di somministrare il vaccino in questa fascia di età, sia sulla legittimità della obbligatorietà vaccinale. Allora, di nuovo, ci troviamo di fronte a mere enunciazioni. O, peggio, a operazioni volte a distrarre l’attenzione dalla reale gestione dei problemi o a “scaricare” le responsabilità istituzionali sul colpevole di turno (ora i genitori dei minorenni). Nel frattempo la DAD, la didattica a distanza, resta per i genitori che hanno scritto a Draghi e a Emiliano il grande e comodo “convitato di pietra”, la soluzione cui pochi si riferiscono esplicitamente, ma su cui molti confidano, invece di affrontare e superare i problemi organizzativi scolastici.  Il diritto alla scuola è stato sacrificato per un anno e mezzo in questo Paese e si protrae di fatto da due anni scolastici: più di quanto avvenuto in qualunque altro Paese europeo e/o regione italiana. La Puglia è stata più che mai sacrificata a causa delle ordinanze che consentivano la “didattica a scelta” laddove altre regioni si limitavano a disporre rientri e riaperture per tutti. Un unicum, quello pugliese, che ha penalizzato tutti: studentesse e studenti, docenti e genitori. “”La didattica a distanza ha provocato enormi danni a ragazze e ragazzi, alle loro conoscenze (come mostrano i disastrosi dati Invalsi) e al loro equilibrio psico-fisico. Per non parlare degli abbandoni scolastici: da moltissimi anni l’Italia è tra le maglie nere in Europa: recentemente due indagini (Sant’Egidio e Ip-sos) hanno aggiornato il dato alle conseguenze della pandemia, stimando la perdita di oltre 200 mila bambini e ragazzi tra settembre 2020 e gennaio 2021. Con il conseguente arruolamento di molti adolescenti nelle file della criminalità organizzata, costatato nei non pochi territori nazionali con grandi problemi e disagi””, le parole che pesano come macigni nella lettera/diffida dei genitori pugliesi in vista del nuovo anno scolastico. Una situazione tutta a tinte fosche confermata dalla stessa Regione Puglia nel documento per il contrasto delle povertà educative, a firma degli assessori Sebastiano Leo (Istruzione, Formazione e Lavoro), Rosa Barone (Welfare) e Massimo Bray (Cultura) di marzo. E di fronte a questi scenari, visibili da tempo, la sottovalutazione da parte di chi governa a livello nazionale, regionale e locale, “”…è stata ed è imbarazzante, oltre che inaccettabile e colpevole”” per chi ha messo mano a carta e penna enumerando impietosamente deficienze e ritardi sulla nostra scuola ai tempi della pandemia. Scontata la diffida finale in pochi e stringenti punti, cominciando dal non riproporre, per l’anno scolastico in arrivo, la didattica a distanza e senza posporre, come avvenuto puntualmente finora, i bisogni degli studenti a quelli di tutti gli altri cittadini, lavoratori e non, di questo Paese. Altro che schola magistra vitae…

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Agosto 2021

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