Giacinto Gimma, l’abate in tricolore
L’immagine posta a corredo di queste righe, disegnata da Francesco Aurora e incisa da Francesco De Grado, orna il frontespizio di ‘Elogi accademici della Società Degli Spensierati di Rossano’, un libro edito da Gaetano Tremigliozzi nella prima metà del Settecento. In essa è raffigurato Giacinto Gimma, abate e critico letterario di cui ricorre oggi il 282esimo anniversario della morte, avvenuta a Bari ; ancora nella nostra città egli era nato il 12 marzo 1668. L’Accademia degli Spensierati è stata una delle più autorevoli istituzioni scientifiche italiane di ispirazione antiaristotelica, fondata in Calabria, nella città di Rossano, si pensa nella seconda metà del Cinquecento. Le prime notizie storiche documentate risalgono al 1695, anno in cui il nostro Gimma. all’epoca tra i più apprezzati intellettuali del Mezzogiorno, venne nominato Promotore Perpetuo di quella Accademia con il compito di vagliare la produzione scientifica e letteraria degli associati. Qui il Gimma ripercorre filologicamente la storia dell’Accademia rilevandone le attività culturali più significative, analizzate alla luce dei suoi riflessi e contatti con la situazione politica del tempo a partire dalla morte di Bona Sforza d’Aragona (1557), regina di Polonia, duchessa di Bari e principessa di Rossano. Il volume è accompagnato da un “indice ragionato” dei nomi, dei toponimi e degli elementi lessicali che hanno contraddistinto la lingua nei secoli XVI e XVII. Gli ‘Elogi’ precedono la carriera ecclesiastica del Nostro, il quale nel 1705 si vide assegnato dal pontefice Clemente XI un canonicato della cattedrale di Bari. Gimma divenne così archivista, camerlengo e confessore dell’arcivescovo della sua città. Nello stesso periodo legò il proprio nome a una delle prime esperienze italiane di giornalismo letterario : la Galleria di Minerva, che aveva sede a Venezia ; l’attività di giornalista si concretizzò in sei scritture sotto forma di lettere di vario argomento. Interrotta la collaborazione col giornale veneziano, Giacinto Gimma progettò una pubblicazione periodica da stamparsi a Bari. Non vi riuscì, né ebbe miglior fortuna l’idea alternativa di un giornale accademico. Concentrò i suoi sforzi allora su quella che poi è rimasta la sua opera più originale : ‘L’idea della storia dell’Italia letterata’. Terminato in prima stesura nel dicembre 1718, il libro fu pubblicato con alcune modifiche cinque anni più tardi. Rappresenta il primo disegno in assoluto di una storia della letteratura italiana, un inventario delle virtù che nelle scienze, anche moderne, poteva vantare l’Italia del primo Settecento. Un’opera che in termini culturali anticipava di oltre un secolo un’idea politica in quale momento del tutto impronunciabile, stante la percezione non più che ‘geografica’ che dell’Italia si aveva al di là e persino al di qua delle Alpi.
Italo Interesse
Pubblicato il 19 Ottobre 2017