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Gigi Simoni, l’allenatore gentleman riposa in pace

Un altro lutto ha colpito ieri il mondo del calcio, Luigi Simoni è venuto a mancare all’età di 81 anni. L’allenatore aveva accusato un ictus lo scorso 22 giugno nella sua abitazione di San Piero a Grado nei pressi di Pisa e da lì ha lottato per mesi, senza però riuscire più a riprendersi. A marzo era stato anche riportato a casa dalla clinica che per ragioni di sicurezza, visto la pandemia del coronavirus. Si era registrato negli ultimi giorni un peggioramento, come riportato da fonti Ansa, è stato ricoverato in emergenza nell’ospedale di Pisa dove si è spento definitivamente proprio ieri. Accanto a lui fino all’ultimo, la moglie Monica. Se ne va l’allenatore ‘gentleman’, sempre cordiale, mai una parola fuori posto o urla spropositate, sempre coadiuvato da un perfetto stile britishche lo ha contraddistinto in una lunghissima carriera nel calcio, prima da calciatore vestendo tra le maglie più importanti quella del Napoli, Torino, Juventus, Brescia e Genoa, quest’ultima società lo aveva anche inserito nel 2013 nella sua Hall of Fame. Da allenatore ha legato il suo nome alla Cremonese vincendo anche un Torneo Anglo- Italiano a Wembley. Prima di arrivare all’Inter di Massimo Moratti dove ha toccato l’apice della sua carriera, l’ex tecnico nativo di Crevalcore ha allenato diversi altri club, conquistando anche un campionato cadetto e facendo diverse serie A con il suo Genoa, Brescia, la Lazio in B, Pisa (vincendo qui due campionati cadetti), Empoli, Cosenza, Carrarese, e prima dell’Inter ha guidato il Napoli, in quest’ultima un’esperienza il suo rapporto con la società partenopea, terminò prima del previsto nonostante il carisma ed grande impegno profuso, era lampante. Arrivato all’Inter, tuttavia, il presidente Massimo Moratti gli allestì una delle migliori formazioni di sempre, cappeggiata dal Fenomeno Ronaldo, l’unico ed inimitabile, con il brasiliano che venne acquistato per una cifra esorbitante dal Barcellona. In neroazzurro, l’ex allenatore e dirigente anche del Gubbio, è stato per una stagione e mezzo e nella prima, quella relativa all’annata 97/98 giunse secondo dietro la Juve con tante polemiche, dove perse lo scudetto per ben cinque punti, 74 dei bianconeri contro i 69 punti conseguiti dalla sua squadra. Tutti ricorderanno lo scontro clou, avvenuto alla quartultima giornata di ritorno di quel campionato che vedeva opposta alla Juve, un’Inter coriacea e pronta al sorpasso, ma in quella partita avvenne l’impossibile perché Iuliano atterrò Ronaldo e l’arbitro Ceccarini sostenne che il fallo era del brasiliano, facendo perdere così anche le staffe al compianto Gigi Simoni che fu espulso, e sul ribaltamento dell’azione Alex Del Piero segnò un gol pensatissimo. Tuttavia a tre dalla fine la squadra bianconera si portò a più quattro e sulla carta non era ancora finita, ma alla penultima il Bari di Eugenio Fascetti fece da arbitro di quello scudetto. Già all’andata i biancorossi con un altro grande giocatore compianto, aveva fermato l’Inter, al ritorno ma anche penultima giornata di campionato, vi aggiorniamo il racconto di quell’altra epica battaglia sul rettangolo di gioco: lo stadio San Nicola era gremito per un incontro da cartello, l’Inter dal canto suo, si giocava le ultimissime speranze ed al minuto ’34 passavano in vantaggio grazie ad un traversone di Djorkaeff che imbeccava Ronaldo che superava i difensori biancorossi e con una finta prima di calciare, batteva il grande Franco Mancini; ma nella ripresa il tecnico Gigi Simoni provò invano a rafforzare la difesa perché il Bari ci teneva a fare bella figura davanti al proprio pubblico ed infatti mister Eugenio Fascetti lanciava in campo Nicola Ventola, reduce da un lungo infortunio, il quale trovava con un acuto la rete del pari a quattro minuti dalla fine, ed a un minuto dalla fine, Rodolfo Giorgetti, anche lui subentrato a partita in corso, effettuava un traversone per il giocatore sudafricano Masinga che trafiggeva Pagliuca e spegneva così le ultime speranze scudetto della squadra milanese perché dal ‘Delle Alpi’ giungeva la notizia che la Juventus aveva battuto con tripletta di Pippo Inzaghi il Bologna di Roberto Baggio, diventando così campione d’Italia. Nella stessa stagione mister Gigi Simoni, dopo il sogno scudetto infranto, anche a causa di quei sei punti tolti con merito dai biancorossi, riuscì ad alzare il trofeo internazionale della Coppa Uefa, battendo in finale la Lazio, e portando a casa il primo trofeo internazionale dell’era Massimo Moratti, che non avrebbe vinto altri trofei internazionali sino al 2010 con José Mourinho.

Luigi Simoni, da tecnico e uomo di calcio ha sempre avuto una parola per tutti i tuoi giocatori, ma vogliamo raccontare un altro connubio con il mondo biancorosso, quello di essere stato una sorta di padre putativo, calcisticamente parlando, di mister Vincenzo Torrente, poiché lo ha avuto a suo fianco come vice allenatore, in quel di Gubbio e poi lo ha designato come tecnico, quando lui è diventato direttore tecnico del Gubbio. Ed è proprio di recente che mister Vincenzo Torrente è stato inserito nella Hall of Fame della storia del Gubbio Calcio, con giocatori che anni dopo quell’esperienza si è portato nel suo biennio a Bari, dove fece molto bene, sfiorando i playoff con una squadra giovanissima e con circa tredici punti di penalizzazioni per mancati stipendi pagati da una società, quella dei Matarrese che era sull’orlo del baratro. Sicuramente, anche Vincenzo Torrente che ieri ha appreso la notizia di tale grave perdita per il calcio italiano, sarà molto scosso, ed anche a lui va un pensiero di vicinanza.

Addio, tuttavia, dalla nostra redazione all’allenatore gentiluomo mister Gigi Simoni, e massima vicinanza alla moglie Monica e famiglia. Che la terra ti sia lieve, buon viaggio mister!

Marco Iusco


Pubblicato il 23 Maggio 2020

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