Cultura e Spettacoli

Giordano Bruno, eroe del pensiero

Si è chiusa ‘Teatro Bravòff 3.0’, la rassegna curata da Stefano Murciano e Mariapia Autorino. Si è chiusa con ‘Giordano Bruno, l’eretico furore’, una produzione Il Carro Dei Comici (regia di Francesco Tammacco, che in scena rappresenta il fiero pensatore di Nola). Ricordavamo lo stesso allestimento ambientato alla Vallisa, a marzo di tre anni fa. Fa specie quanto possa la qualità di un ‘contenitore’.  Mentre alla Vallisa gli elementi scenici assumevano un colore superfluo, inghiottiti dalla forza irresistibile (e sottilmente tenebrosa se si pensa all’integralismo religioso degli anni dell’Inquisizione) sprigionata dalle mura di questo tempio cinquecentesco, al Bravò gli stessi elementi scenici si imponevano allo sguardo ; nel quale imporsi era altresì percepibile la necessità di vincere la grazia discreta della piccola struttura di Via Stoppelli. Un risultato raggiunto a fatica, stante la scelta di trovare spazio su un palco non smisurato a tre musicisti, una danzatrice e altri cinque interpreti. Forse sarebbe stato il caso di affidarsi a basi registrate, di rinunciare a lusinghe coreutiche e comprimari e lasciare il bravo Tammacco solo col suo palchetto patibolare sormontato da un leggio paludato di rosso. Dopotutto, non fu in solitudine Giordano Bruno prima davanti al Tribunale e dopo davanti al boia? E forse questo eroe del pensiero fu solo anche quando, pur ascoltato, andava in controtendenza predicando una religione dell’Infinito, affrancata dai lacci di un’interpretazione ottusa dei Libri Sacri. La rivendicazione ‘corale’ di libertà affermata da Tammacco e compagni ha comunque  lasciato il segno ed incontrato il favore della platea. Tra applausi e non infondate speranze in un ‘Teatro Bravòff 4.0’ più ricco del suo già non avaro predecessore è calato il sipario su una rassegna che si è fatta apprezzare per il coraggio e il senso della cooperazione che l’hanno innervata. Un successo che è figlio di una considerazione elementare : la riuscita di una rassegna o di una stagione teatrale non può prescindere  da una direzione artistica degna di questo nome, ovvero di un pensiero culturale che sia illuminato e che vada in cerca della qualità, assemblando con coerenza proposte anche vicendevolmente lontane (quante piccole strutture a Bari languiscono per questo motivo…). Stefano Murciano e Mariapia Autorino hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione. Lo hanno dimostrato anche circondandosi di uno stuolo di ben validi collaboratori :  Grazia Lobascio, Aldo Calò Gabrieli, Antonella Leone, Maria Rosaria Autorino, Domenico Carbonara e Stefania Papa.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Dicembre 2015

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