Cronaca

Giornata campale per l’approvazione del “ddl Emiliano” sui rifiuti

 

Giornata campale alla Regione, quella del primo giorno d’Agosto, nell’Aula di via Capruzzi. Infatti, in tarda sera il consiglio regionale pugliese è ancora impegnato a discutere del ddl di riforma del ciclo dei rifiuti che il governatore Michele Emiliano vuole a tutti i costi portare a termine prima della pausa feriale, tanto da aver imposto alla sua maggioranza di centrosinistra di dare un’accelerata ai lavori di commissione e d’Aula affinché il provvedimento giunga a termine il prima possibile. Già la scorsa settimana le opposizioni presenti nel consiglio regionale pugliese (da una parte Forza Italia, Conservatori e Riformisti, Alleanza popolare per il centrodestra, e dall’altra il Movimento 5 Stelle) in maniera compatta avevano chiesto già in V Commissione di avere più tempo per un approfondimento del progetto di riforma alla L.R. n.24 del 20 Agosto 2012, ossia al testo in vigore sul ciclo pugliese dei rifiuti voluto meno di quattro anni fa dall’ex governatore Nichi Vendola e dall’allora maggioranza di centrosinistra. Una legge, quella di Vendola, che – come è  noto – istituì sul territorio pugliese gli Oga e gli Ato per una gestione ottimale del ciclo dei rifiuti che, nello spirito della legge, avrebbe dovuto in teoria chiudersi a “zero rifiuti”, perché la raccolta differenziata ed il riciclo avrebbero dovuto costituire la strategia portante dei rifiuti in Puglia, per ciascuno dei sei distretti, od “ambiti”,  in cui era stato suddiviso il territorio regionale. In realtà, in questi quattro anni, la legge non ha funzionato come avrebbe dovuto e le cose, in quanto a smaltimento dei rifiuti solidi urbani, non sono andate affatto bene. Infatti, come è pure noto, già da diverse settimane circa 300 tonnellate di rifiuti al giorno partono dalla Puglia verso il Veneto e l’Emilia Romagna, per essere smaltiti negli inceneritori. Ad ammettere le difficoltà in cui versa attualmente il ‘sistema dei rifiuti’ in Puglia è stato il capogruppo del partito di maggioranza relativa alla Regione, Michele Mazzarano (Pd), che a margine della discussione in Aula ha dichiarato: “In Puglia siamo nella condizione di enorme difficoltà con il rischio che ciò si trasformi in una vera e propria emergenza; siamo di fronte ad un sistema che non ha funzionato per l’inadempienza del sistema di governo locale. Oggi con questo provvedimento diamo a un’agenzia regionale la possibilità di dirimere ed affrontare queste difficoltà e di accelerare la chiusura del ciclo dei rifiuti”. Infatti, il provvedimento predisposto dal governo regionale con il disegno di legge n.128 del 14/07/2016, ossia “Disposizioni in materia di gestione del ciclo dei rifiuti. Modifiche alla legge regionale n. 24/2012  – Rafforzamento delle pubbliche funzioni nell’organizzazione e nel governo dei Servizi pubblici locali”, prevede il superamento dell’attuale sistema di gestione, attraverso gli Oga e le Ato, per la istituzione di un’Agenzia unica regionale che avrà compiti propedeutici all’attuazione del piano regionale dei rifiuti urbani, in modo da consentire la chiusura del ciclo. “La Regione – ha inoltre sottolineato Mazzarano – si assume così una grandissima responsabilità. Questa norma riguarda esclusivamente la ‘governance’ e sarà propedeutica al nuovo Piano di gestione del ciclo dei rifiuti. Va realizzata l’impiantistica in grado di fronteggiare le carenze del sistema. Si tratta di una situazione non più procrastinabile”. Al testo presentato dal governo regionale, in Aula sono stati presentati complessivamente 104 emendamenti, di cui una ventina da parte delle forze di maggioranza ed il resto a firma del M5S e delle opposizioni di centrodestra (FI e COR). Tra gli emendamenti proposti dalla maggioranza figurano le osservazioni avanzate dall’Anci (l’Associazione nazionale dei Comuni) nel corso delle audizioni. Tra i commenti effettuali dagli esponenti di opposizione alla legge in via di approvazione figura quello del capogruppo di Fi, Andrea Caroppo, che ha dichiarato: “La legge sulla ‘governance’ non aiuta la Puglia, conferisce solo al presidente Emiliano la facoltà di aprire indiscriminatamente nuove mortali discariche e magari assegnare a qualche lobby un megacolossale business”.“La sinistra – ha proseguito Caroppo – racconta solo chiacchiere: esportiamo rifiuti e siamo in emergenza non perché la governance non funzioni, ma perché essa da 11 anni non ha il coraggio di completare il ciclo”.Infatti, ha poi rilevato l’esponente forzista: “Regioni come Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte hanno un ciclo completo indipendentemente dai sistemi di governance che sono dei più vari; addirittura Paesi come l’Estonia in 2 anni hanno azzerato i conferimenti in discarica certo non mettendo mano alla governance. Perciò inutile prenderci in giro: se il ciclo in Puglia non si chiude qualunque governance può servire solo ad aprire nuove discariche, null’altro”. “Emiliano e la sua maggioranza – ha concluso il capogruppo di Fi alla Regione – hanno fatto il diavolo a quattro per approvare con inusitata e sospetta urgenza una legge, dunque, utile solo a concentrare poteri nelle mani di un Presidente che finalmente così potrà coronare il sogno di aprire indiscriminatamente tutte le discariche che vorrà passando sopra i territori,ma nascondendosi dietro i dirigenti dell’Agenzia Unica. E’ andata in scena in questi giorni una vergognosa pantomima ”.

Di “occupazione sistematica del potere”  ha parlato anche il capogruppo di Cor, Ignazio Zullo, che, evidenziando la fretta con cui è stato portato avanti il ddl rifiuti da parte di chi governa, ha detto: “Niente di nuovo sotto il cielo, da un anno a questa parte il presidente Emiliano sta scardinando le governance del suo predecessore Vendola per piazzare i suoi fedelissimi”. “Eppure –  ha inoltre rilevato Zullo – la legge 24 del 2012, dopo un periodo di rodaggio, stava cominciando a produrre i suoi effetti. Sarebbe bastato prevedere correttivi, invece, si preferisce stravolgerla solo per mettere un uomo solo al comando. Come è stato fatto in altre occasioni, del resto. Questa volta lo si è fatto con maggiore spregiudicatezza e anti-democraticità, con una maggioranza al sevizio del presidente che ha tentato persino di impedirci da dare il nostro apporto. Di fronte al muro dell’opposizione, compatta in tutte le sue forze, però, hanno dovuto cedere. Ma questa legge rimane davvero diabolica: accentra i poteri gestionali, ma non individua in mano a chi, non elenca neppure i requisiti che il direttore generale dell’Agenzia deve possedere o quanto deve durare il commissariamento”. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, il nome che circola con più insistenza quale probabile futuro commissario della istituendo Agenzia Unica dei rifiuti è quello del presidente del Cda dell’Amiu-Puglia Spa, l’avvocato barese Gianfranco Grandaliano, già noto alle cronache per essere persona di fiducia di Emiliano già dai tempi in cui quest’ultimo era Primo cittadino del capoluogo pugliese, dove lo aveva nominato a capo della partecipata comunale per i servizi di raccolta ed igiene urbana e, successivamente, confermato alla guida della compartecipata con il Comune di Foggia, quando l’Azienda barese fu trasformata in Amiu-Puglia e dove Grandaliano è tutt’ora a capo. Non meno polemico è stato il commento della capogruppo del M5S, Antonella Laricchia, che in apertura del suo intervento ha, tra l’altro, affermato: “La strategia rifiuti zero continua ed ormai è realtà in qualche Comune italiano e in molte Regioni europee, ispirando la legislatura europea e di grandi metropoli come San Francisco, però continua ad essere un’utopia in Puglia”. “Oggi – ha poi ironizzato Laricchia – la Puglia ha improvvisamente capito che rifiuti zero è un’utopia e che serve un’Agenzia regionale per risolvere l’emergenza, la stessa Agenzia regionale che esiste in Emilia-Romagna dove, secondo i dati dell’Ispra, si producono più rifiuti pro capite che in qualsiasi altra regione italiana e dove il costo di servizio dell’igiene urbana è più alto di quello pugliese”. L’affondo al ddl rifiuti di Emiliano da parte del M5S più esplicito di così forse non avrebbe potuto essere. Infatti, dopo l’approvazione di tale di ddl bisognerà vedere se la Tari nei principali Comuni pugliesi potrà diminuire oppure resterà invariato. O, peggio, dovrà essere aumentata. 

 

 Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 2 Agosto 2016

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