Giovanni, caffettiere gentiluomo
Nel centro storico di Oria esistono due monolocali contigui e collegati da un corridoio che, posti al pianterreno, si affacciano sulla pubblica via. Uno di questi ospita un bar. Nel Bar Carone il tempo è fermo a più di settant’anni fa. Lo dicono gli arredi. E meglio ancora lo dicono i sapori, quelli di una solida produzione artigianale in fatto di gelati e piccola pasticceria. Più che mai il tempo è fermo nel locale adiacente, dove ha sede il Piccolo Museo del Bar, che raccoglie cimeli legati alla storia della ristorazione da banco e da tavolino (lo stesso spazio museale ospita pure eventi culturali). A gestire tutto, da quando andando in pensione dopo una vita spesa nell’insegnamento aveva rilevato la longeva impresa famigliare, era Giovanni Grassi. Un uomo quieto e cortese, accogliente e discreto, elegante senza affettazione. Giovanni Grassi non è più da pochissimi giorni. Un vuoto che infonde mestizia e sottile ansia. Perché se l’affermata tradizione gastronomica di famiglia (spumone, latte e pasta di mandorle) è saldamente nelle mani di Elena Grassi, figlia di Giovanni e custode gelosa dei segreti tramandati dall’omonima prozia, sul futuro del Museo si allungano ombre. Vorranno altri e con la stessa passione raccogliere la pesante eredità culturale lasciata da Grassi?… Intanto, implacabile, il Presente procede tritando uomini e cose. Non resta che guardare avanti. E a Oria il futuro più prossimo si chiama Torneo dei Rioni, manifestazione che quest’anno taglia il traguardo della cinquantesima edizione. Chissà se gli atleti della contrada Castello sapranno omaggiare con l’ennesimo trionfo la memoria di uno dei più entusiasti sostenitori. L’impresa però non si annuncia facile. Castello – che conduce la classifica generale con diciassette affermazioni davanti a San Basilio, Judea e Lama, ferme rispettivamente a quattordici, undici e sette successi – deve vedersela quest’anno con avversari particolarmente agguerriti, oltre che determinati a fregiarsi della speciale gloria del Palio del (mezzo) secolo. E poi osta anche il calcolo delle probabilità : Castello vince dal 2009. Sono già sette affermazioni consecutive. Nessuno ha fatto di più. Arriverà l’ottavo trionfo? I numeri dicono che San Basilio non vince dal ’96, mentre Lama è fermo al 2008 dopo un filotto di tre vittorie spezzato proprio dall’exploit di Castello. A sua volta Lama, cenerentola del torneo, si propone come il più classico out-sider… Gli scommettitori sono serviti. Dal canto suo, così ci piace affettuosamente immaginare, il buon Giovanni, paludato di rosso-blu, già di Lassù incita i suoi ragazzi.
Italo Interesse
Pubblicato il 5 Agosto 2016