Cultura e Spettacoli

Giovannino la fece a Nanni

Di origine probabilmente etrusca, Orco (dal latino ‘orcus’) era il dio degli Inferi nella prima mitologia romana. Come avvenuto con Ade, il nome del dio fu utilizzato anche per indicare gli Inferi stessi. Con l’avvento del cristianesimo, questa divinità sparì dai centri urbani doveva aveva i suoi templi e trovò rifugio tra la gente che popolava campagne e selve. Nel nuovo ‘habitat’ Orco evolse in figura selvatica, fiera e vaga. Solo nel medioevo questo carattere acerbo assunse definitiva configurazione. Ciò avvenne nelle forme di una creatura antropomorfa e dalle connotazioni bestiali, spesso demoniache. L’uso del termine ‘orco’ per designare un mostro divoratore di uomini è documentato fin dal XIII secolo ; ne fanno uso Fazio degli Uberti , Luigi Pulci, Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo. Ma è nel Seicento con la divulgazione de ‘Lo cunto de li cunti’ di Giambattista Basile che la figura dell’orco assume rilievo letterario. Dall’opera del letterato campano Perrault deriverà poi il moderno prototipo dell’orco, figura antagonista di Pollicino nell’omonima fiaba. L’Orco assume così configurazione definitiva : un essere gigantesco, crudele (ma pure tonto), che vive in palazzi o castelli sperduti e che si nutre preferibilmente di bambini, dei quali è lo spauracchio (non casualmente oggi si dà dell’orco al pedofilo). Anche la Puglia ha il suo Orco. Si chiama Nanni e viene dal Salento ; ma la sua origine è campana ; viene infatti da Paduli, un paesetto del beneventano (territorio notoriamente amato dalle streghe) nelle cui boscose campagne vive una comunità di orchi. La storia di Nanni è anche quella di Giovannino, un poveraccio che avendo da campare una famiglia numerosa un giorno imbraccia il fucile ed esce, chissà non gli riesca di tornare con una lepre da mettere in tavola. Mentre è a caccia, si imbatte in Nanni. Malgrado il fucile Giovannino non ha scampo, per quanto grande e grosso è Nanni, ma facendo ricorso alla sua astuzia riesce ad evitare che l’altro lo mangi. In cambio deve accettare l’invito dell’orco a seguirlo a casa sua. La generosità del mostro è interessata. Nanni infatti medita di tendere una trappola al suo ospite, il quale però è tanto attento quanto scaltro. Scansata la prima insidia, Giovannino scansa anche la seconda, poi la terza… Alla fine Nanni, frustrato, rimette in libertà l’ospite e per non vederselo più tra i piedi gli fa un sontuoso regalo : un asino con due basti carichi di ducati. Per Giovannino e famiglia è finita la miseria. – Nell’immagine, l’Orco antagonista di Pollicino nell’omonima fiaba di Perrault in un’illustrazione di Gustave Doré.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 29 Luglio 2020

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