Cronaca

Giuseppe Tatarella, la Camera ricorda il ‘leader dell’armonia’ a 20anni dalla scomparsa

“Hombre vertical”, “leader dell’armonia”, “uomo del Parlamento”: sono solo alcune delle definizioni fornite da chi e’ intervenuto ieri, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, alla commemorazione alla Camera del Ventesimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Tatarella, esponente storico prima del Msi e poi di An, uomo di governo e tra i principali artefici della prima stagione del centrodestra italiano. L’ex-sottosegretario Gianni Letta, ha approfittato della presenza del presidente della Repubblica per operare un parallelo tra i concetti espressi da quest’ultimo nel suo discorso di fine anno e i principi che hanno animato l’attivita’ politica di Tatarella, che secondo Letta “sarebbe stato il primo ad applaudire il bellissimo messaggio del presidente Mattarella”. Le direttrici del pensiero e dell’azione di Tatarella, per Letta, soddisfano pienamente quanto richiesto da Mattarella all’attuale classe politica: “Sentirsi comunita’, pensarsi dentro un futuro comune, rifiutare astio, rifiuto e intolleranza”. “Tatarella  – ha aggiunto Letta – era immerso nella comunita’, amava stare tra la gente. Amava definirsi il leader del ‘partito dell’armonia’, e in effetti l’armonia era la sua scelta di vita e, in un mondo avvelenato e diviso, lavorava per unire. C’e’ bisogno – ha chiosato Letta – di ritornare ai temi dei toni e confronto pacato, per tornare comunita’, come ha auspicato il Capo dello Stato”.Un sentito ricordo di Tatarella anche dall’ex-governatore della Lombardia Roberto Maroni, che con l’esponente di An ha condiviso la prima esperienza di governo con Berlusconi nel 1994: “C’e’ stata sempre complicita’ tra me e lui – ha ricordato – nata all’inizio della nostra attivita’ di governo. Ci incontrammo per la prima volta nel 1992, quando fui eletto deputato, e predisse subito quello che sarebbe successo, ovvero l’alleanza di due forze diverse e per certi versi contrapposte come Lega Nord e Msi per “cacciare il Caf”.Maroni ha ricordato una serie di aneddoti che coinvolgono Tatarella, relativi soprattutto ai tempi della formazione del primo governo Berlusconi, quando chiuse in una stanza a Montecitorio gli ideologhi di Lega e Msi per forzare un’intesa su un programma di riforme che conciliasse presidenzialismo e federalismo: “Era un uomo della concretezza, che mi manca e manca a questa politica”, ha concluso Maroni, mentre l’ex-presidente della Camera Luciano Violante ha voluto sottolineare quanto Tatarella fosse “uomo del Parlamento, anche quando era al governo”. “Si sentiva rappresentante complessivo,non di parte. Era un “hombre vertical”, un uomo dalla schiena dritta ma che non amava il conflitto”.In sala, presenti numerosi esponenti politici o ex-leader che hanno condiviso con Tatarella parte della propria carriera, o si sono ispirati ai suoi principi politici, come l’ex-presidente della Camera e fondatore di An Gianfranco Fini, la presidente di FdI Giorgia Meloni, il senatore di FI Maurizio Gasparri, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e molti altri.


Pubblicato il 9 Febbraio 2019

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