“Giustizia al Libertà” non molla: “La competenza urbanistica è del Comune, non del ministero”
Era ancora calda, mercoledì scorso, la polemica scaturita dalla conferenza stampa tenuta nella sala giunta di Palazzo di Città dal comitato “Giusti- zia al Libertà” verso l’Amministrazione comunale barese, in particolare con il sindaco Antonio Decaro, per l’idea di quest’ultimo di risolvere i problemi di edilizia giudiziaria con la realizzazione di una sede unica per tutte le funzioni giurisdizionali sull’area demaniale del- le ex caserme “Milano” e “Capozzi” al quartiere Carrassi, che nel pomeriggio stesso di mercoledì il Primo cittadino barese è volato a Roma insieme a Capi degli Uffici giudiziari distrettuali (il presidente della Corte d’Appello di Bari, Franco Cassano, ed il Procuratore generale presso la stessa Corte, Anna Maria Tosto), oltre che con i responsabili locali dell’Agenzia del Demanio e del Provveditorato alle Opere pubbliche, per sotto- scrivere con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, un protocollo d’intesa per l’avvio della progettazione del polo unico giudiziario a Carrassi e per il finanziamento (circa una trentina di mi- lioni di Euro) di un primo lotto, relativo al nuovo edificio che dovrà ospitare gli Uffici di giustizia penale attualmente ospitati nel Palazzo di via Nazariantz, di proprietà Inail. In sostanza, il ministro Orlando ha accolto la proposta del sindaco Decaro di svuotare il quartiere Libertà degli Uffici giudiziari ivi dislocati per concentrarli nell’aree delle ex “Casermette” di proprietà demaniale fino al 2014 e poi cedute dall’ex governo Renzi al Comune di Bari, che le ha messe a disposizione del ministero di Giustizia. Quindi, apparentemente la soluzione ai problemi dell’edilizia giudiziaria dovrebbero essere stati avviati a soluzione e, quindi, la partita considerarsi chiusa. In realtà, la “querelle” tra il Comune, a guida Decaro, ed il comitato civico favorevole al mantenimento nel quartiere Libertà delle funzioni giudiziarie è tutt’altro che archiviata. Infatti, nonostante il Primo cittadino barese mercoledì pomeriggio abbia firmato il “patto” con il ministero per ottenere un finanziamento da 600mila Euro sulla progettazione del polo giudiziario alle ex “Casermette” ed il ministro con lo stesso “patto” si è pure impegnato ad impegnare fon- di per circa 30milioni di Euro da destinare ad un primo lotto per la giustizia penale, il comitato pro “Giustizia al Libertà” resta convinto ed insiste sulla so- luzione “Arcipelago” che, per con soddisfare tutte le esigenze dell’edilizia giudiziaria barese, sarebbe esaustiva per il Distretto giudiziario barese solo con dei correttivi di ampliamento e trasferimento che porterebbero al potenziamento, sempre in zona Libertà, dell’edilizia giudiziaria con la realizzazione del progetto, già pronto e remunerato, di previsto secondo Palazzo di Giustizia in corso della Carboneria, nei pressi dell’incrocio di via Brigata Regina con corso Mazzini. Infatti, in merito al recente “patto” firmato da Decaro con il ministro Orlando, i rappresentati del comitato civico fanno sapere che, per l’edilizia giudiziaria , in base ad una legge del 2015 dell’ex governo Renzi allo Stato competono (per dirla in forma sintetica ) solo le scelte in materia di fabbisogni organizzativi del lavoro, di costruzioni degli immobili giudiziari, appalti ecc., mentre in capo al Comune sono comunque rimaste le scelte in materia urbanistica , ossia quelle relative all’individuazione delle aree dove realizzare gli edifici giudiziari. “Del resto, – fanno ancora no- tare dal comitato pro “Libertà” – i Capi stessi degli Uffici giudiziari ed i rappresentanti delle Associazioni nazionali dei magistrati , a più riprese hanno sempre dichiarato che la competenza esclusi- va in materia urbanistica spetta al Comune”. E, quindi, a quest’ultimo compete la scelta come e dove ubicare gli immobili da adibire alle funzioni di giustizia. “Ergo, – desumono gli stessi rappresentati pro “Arcipelago” giudiziario al Libertà – la scelta della cittadella della giustizia di Bari sui suoli ex-Casermete di via Fanelli è stata, in via esclusiva, del sindaco Decaro”, che finora, però, non ha ancora spiegato quali ricerche e studi comparativi ha svolto il Comune per indurlo a chiedere al ministero come unica soluzione del polo giudiziario alle ex Casermette?” Infatti, esclamano dal comitato, “di ciò negli atti del Comune non c’è traccia di nulla!”. E, continuando, affermano: “ Non c’è alcuna delibera, né di giunta né di consiglio, che autorizzi il sindaco Decaro alla soluzione per quale ha impegnato il Comune mercoledì scorso con il ministero sulla soluzione del problema nell’area delle ex Casermette”. neppure uno studio socio-urbanisti-co preventivo che possa aver indicato a Decaro l’idea delle ex Casermette come la soluzione migliore e più vantaggiosa, per la città di Bari, del problema edili- zia giudiziaria”. Anzi, fanno ancora sa- pere i sostenitori della soluzione arcipelago giudiziario, “incombe come un ma- cigno la domanda: il sindaco è a cono- scenza che esiste una delibera di Giunta eccependo i risultati del tavolo tecnico Comune/Provincia/Regione, afferma che la soluzione ottimale (sotto il profilo urba nistico , sociale , ambientale , economico ) per l’edilizia giudiziaria a Bari è al quartiere Libertà , nell’ambito del qua- le esiste un progetto definitivo approvato dalla Commissione di manutenzione presso la Corte d’Appello, dal Provveditorato alle OO.PP. (e reso conforme alle prescrizioni del Consiglio superiore del LL.PP. ), Vigili del fuoco, Ispesl ed altri vari Organi di controllo?” E, a seguire, pongono altri interrogativi del tipo: “Chi ha autorizzato il sindaco Decaro a ritenere non più valida la predetta delibera del 2008?”. Ed ancora: “Perché la pratica relativa all’individuazione urbanisti- ca dell’area ed allo studio progettuale di fattibilità viene affidata ad esponente di giunta del fare, qual’é per l’appunto l’assessore ai lavori pubblici, ingegnere Giuseppe Galasso , anziché alla esperta e competente di Urbanistica, qua- le è l’architetta Paola Tedesco, assessore comunale al ramo?”. Tutte domanda, queste, che finora sono rimaste rigorosamente senza risposta. Ma il sindaco Decaro il “patto” per le ex Casermette intanto lo ha già firmato. Quindi, evidentemente sulla questione chi delle “parti” in contrapposizione ha più filo “da tessere” andrà avanti. E, verosimilmente, a soluzione a Carrassi senza alcun atto che lo autorizza nella scelta, e il ministro Orlando non obietta “Giustizia al Libertà” non molla: “La competenza urbanistica è del Comune, non del ministero”
Giuseppe Palella
Pubblicato il 21 Ottobre 2017