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Gli avvocati della Regione al lavoro per impugnare i decreti ministeriali

Infuria la battaglia sulle trivellazioni in Puglia. Infatti, nel solco di quanto già fatto dinnanzi alla Corte Costituzionale, la Regione guidata da un paio di mesi da Michele Emiliano, continua  la sua opposizione alle trivellazioni lungo le coste, in particolare a San Foca di Melendugno. E ora l’Avvocatura regionale, come  anticipato dallo stesso presidente Emiliano, sta impugnando i singoli decreti del Ministero dell’Ambiente – sono una decina- inerenti le valutazioni di impatto ambientale (V.I.A.), riferite ai permessi di prospezione sismica rilasciati a società multinazionali. Sulle stesse posizioni della Puglia, giova ribadirlo, tutte le altre regioni e  gli enti locali che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio, mentre ancora più critica a questo punto diventa la posizione del governo, almeno possibilista in futuro rispetto alla richiesta diventata troppo ‘pressante’ di fermare le trivelle.

Sulla possibilità di appoggiare un referendum per abrogare alcune norme che permettono la ricerca di idrocarburi in mare, Emiliano ha già detto la sua, ribadendo che in mancanza di chiarezza, i consigli regionali che lo riterranno verranno interessati all’inizio della procedura prevista dalla costituzione, per consentire alle regioni la richiesta di referendum, su tutte le norme che interessano questa vicenda ed eventualmente anche altre, perché, come è noto, la Puglia ha problemi molto seri con lo Sblocca Italia. In questo caso diventerebbe utile, anzi necessario per il sindaco della Puglia, l’uso del referendum. E’ ovvio, se non si trova in’intesa. Ma il Governo sta puntando la barra per recepire la volontà delle popolazioni e dei presidenti regionali, per cui non manca tra i collaboratori del premier chi ha deciso di approfondire le loro richieste, ossia una moratoria di sospensione di tutte le attività e apertura di un tavolo tecnico-istituzionale, per discutere su come procedere, vista la emergente contrarietà. A proposito dell’eventualità di un rederendum, anche il governatore della Basilicata ha ribadito che “siamo stati molto chiari. Utilizzeremo tutte le armi democratiche in nostro possesso. È evidente che, avendo scelto la strada del dialogo, non possiamo animarle come fosse una leva di ricatto. Apriamo la discussione, apriamo il ragionamento: nel golfo di Taranto noi vogliamo fare il distretto turistico non le trivelle. Possiamo condividere con il Governo un percorso? Dopodiché se si può fare, bene, altrimenti è evidente che faremo ricorso alle nostre legittime prerogative. E tra queste c’è anche quella del referendum”. Nelle settimane scorse c’è stata una grande apertura da parte del sottosegretario ai problemi dell’Ambiente, che ragionevolmente ha preso tempo per poter parlare con il Ministro e approfondire le questioni e poter valutare la moratoria che oggi abbiamo avanzato”, ha aggiunto l’assessore. Sempre in merito alla possibilità di un referendum, strada alternativa da non tenere troppo sfondo, perchè il buon senso porta al dialogo continuo e a trovare delle soluzioni di mediazione che possano tener conto delle posizioni di chi vanta interessi primari. E cioè le popolazioni residenti lungo le coste da con le trivelle.

 Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 13 Agosto 2015

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