Gli Emiliano brothers e la politica
Un tempo per la famiglia del sindaco di Bari, Michele Emiliano, gli affari erano legati essenzialmente alla vendita di bilance e banconi frigorifero. Ora, però, alla luce delle notizie di cronaca sulla probabile candidatura di Alessandro Emiliano (ndr – fratello di Michele) nella lista del Pd alle prossime elezioni politiche, pare che gli interessi principali della famiglia Emiliano si stiano discostando dalla vecchia azienda paterna, per orientarsi evidentemente di più verso un business probabilmente più remunerativo e sicuramente meno rischioso, considerati i tempi di crisi in cui versa l’economia, ovvero la politica. Infatti, da quando nel 2003 il più istruito e noto della famiglia, Michele per l’appunto, scoprì di possedere una particolare predisposizione per la politica e si spogliò improvvisamente della toga di pm presso la Procura barese, per assumere le vesti di candidato sindaco al Comune di Bari, è stato un crescendo continuo della presenza famigliare degli Emiliano nella politica pugliese. Da quel ormai lontano 2003, quando Michele, erigendosi a “Don Chisciotte” della società civile cittadina, esordì in politica per contrastare degenerazioni e malcostumi della vecchia politica allo scopo di fermare il declino morale e materiale della vita amministrativa pubblica, altri esponenti della stessa famiglia hanno fatto la loro apparizione nella vita politica locale. Alessandro Emiliano, che ora potrebbe avere in Puglia un posto sicuro per la elezione nella lista del Pd alla Camera, si affacciò in politica nel 2004 nelle vesti di promotore della “Lista Emiliano” a sostegno della candidatura a sindaco del fratello al Comune, e già nel 2005 qualcuno lo dava come possibile candidato al consiglio regionale. Successivamente, dopo che alla fine del 2009 il sindaco di Bari fu nominato presidente regionale del Pd, anche Alessandro ebbe un incarico nell’esecutivo pugliese del partito, permettendo così alla famiglia Emiliano di consolidare ulteriormente il proprio peso e presenza sulla scena politica locale. Da non dimenticare, inoltre, che alle comunali baresi del 2009 il sindaco si è portato in consiglio un altro esponente degli “Emiliano”, ossia il cugino Marco, candidandolo nella propria lista civica. Ora, alla luce di questi eventi, c’è chi ricorda con ironia propositi e motivazioni con cui l’allora pm antimafia Michele Emiliano si presentò sulla scena politica barese, giustificando la sua discesa in campo come il “tentativo di rinnovare la politica in nome dell’antipolitica.” E sicuramente, tra i vizi della vecchia politica, il nepotismo era uno dei primi da combattere. Come pure quello delle correnti interne ai partiti, che con i propri referenti, detentori di pacchetti personali di tessere e voti preconfezionati, di volta in volta portano sul piatto della bilancia politica, per rivendicare dal partito candidature più o meno protette, oltre a posti di governo e sottogoverno. Usanza, questa, che però non pare sia stata poi disdegnata neppure dal Primo cittadino di Bari, che anzi sembra essere diventato addirittura un politico più politicizzato dei vecchi politicanti! Infatti, Michele Emiliano, prima ha tentato di costituirsi una vera e propria formazione politica collaterale al Pd, pur ricoprendo il ruolo di presidente regionale del partito, e poi, non essendo andata a buon fine tale operazione, si è organizzato una propria corrente interna al partito, con la quale adesso sta cercando di ottenere, con la parvenza delle primarie, un posto sicuro in lista per l’elezione del fratello Alessandro alla Camera. Una novità, questa, che ha sorpreso non poco coloro che seguono le vicende politiche locali e che fino a poco tempo fa davano per scontata un impegno diretto per il Parlamento del sindaco di Bari in prima persona. Anche perché del fratello Alessandro non si sentiva più parlare negli ambienti politici locali da circa un anno. Ovvero, più o meno, da quando erano trapelate alcune notizie sugli intrecci della famiglia Degennaro con il Comune di Bari, dopo lo scoppio dello “scandalo delle le cozze pelose.” E ciò – a detta di qualcuno – è per lo meno strano. Come pure strana appare la decisione del Primo cittadino di Bari di voler portare al Parlamento uno stretto parente, visto che in passato tutti coloro che sulla propria scia politica hanno coinvolto famigliari molto stretti (ndr – figli, fratelli o cognati) la sorte non è mai stata foriera di buoni auspici.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 28 Dicembre 2012