Cultura e Spettacoli

Gli ipogei di Bari, un patrimonio identitario tra cultura e turismo

Presenti nel territorio barese da epoca medievale, gli ipogei sono luoghi sotterranei realizzati dall’uomo, adibiti a chiese, abitazioni o luoghi di lavoro. Tipici dell’area mediterranea, a Bari acquistano una fisionomia diversa dagli altri presenti sul territorio nazionale.

Solo nel capoluogo, infatti, si trovano ipogei con atrio e criptoportico (un portico sotterraneo intorno a cui si snodano i vari ambienti) tipici dell’edilizia abitativa delle zone libiche e tunisine.

Da qui ha preso il via il dibattito sul tema dello stato attuale degli ipogei che, solo grazie al lavoro di molti volontari impegnati attivamente a ripulirli e riqualificarli, non patiscono dell’abbandono delle Istituzioni.

Tre delle associazioni maggiormente impegnate sul tema si sono impegnate per mostrare il lavoro svolto finora e per far conoscere a un più ampio strato della cittadinanza, quella parte di patrimonio territoriale e culturale ad oggi noto solo ad una ristretta élite.

La Sezione barese di Italia Nostra con l’ArcheoClub “Italo Rizzi” Bari APS e l’Associazione del Centro Studi Normanno-Svevi hanno voluto sensibilizzare la cittadinanza sul fenomeno degli “insediamenti rupestri ed ipogei di Bari”, significativamente presente sul territorio, e di notevole incidenza storica, mirando, contemporaneamente, a sensibilizzare l’uditorio sui possibili coinvolgimenti culturali e turistici per la Città.

Le due associazioni PugliArte e Historia Lundens, dal 2003 ad oggi si sono occupate di portare avanti vari progetti, tra cui anche la fruibilità al pubblico di ben tre percorsi ciclabili attraverso le storiche vie di “Santa Candida”, “La Caravella” e “Via Martinez”, anche grazie alla collaborazione dell’associazione Ciclo Spazio.“Moltissimi i ragazzi di scuola elementare coinvolti nei progetti, circa 5 mila, che si sono impegnati a realizzare modelli in polistirolo degli ipogei, trasformandoli poi in giochi di società”, racconta Sergio Chiaffarata, storico e dottore in Storia dell’Arte Comparata dei Paesi  Mediterranei.“Altrettanto rilevante e d’impatto il progetto denominato “La didattica della Talpa” ideato al fine di insegnare storia “in loco” ovvero direttamente negli ipogei baresi, affinchè si possa investire in una didattica multitasking e concreta fin da piccoli, per conoscere il territorio dal vivo e non solo sui libri di testo”, ha precisato Chiaffarata.

“La geografia degli ipogei è strettamente legata a quella delle lame, ed è importante che questi temi vadano a braccetto con un principio non negoziabile quale quello della sicurezza, da cui sono inscindibili”, così ha commentato l’Assessore alla Qualità del Territorio, Angela Barbanente.“Mettere in sicurezza il territorio – ha proseguito Barbanente – non significa cementificare ad ogni costo, oggi, invece, può affermarsi un cambio deciso di rotta e di prospettiva: nel tessuto urbano c’è necessità di integrare il verde e valorizzare la qualità di tanti piccoli poli di eccellenza culturale”.“Il nuovo DRAG (Documento Regionale di Assetto Generale) – ha concluso l’Assessore – ha tenuto conto delle leggerezze commesse in passato, quando sono state realizzate strade e infrastrutture senza tener conto del territorio; il piano odierno, infatti, è orientato ad una maggiore valorizzazione delle risorse e tutela del patrimonio, concetti fondamentali su cui non devono più orbitare diversi interessi di  appalti ed occupazione”.

 

Anna Deninno

 


Pubblicato il 25 Ottobre 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio