Cronaca

Gli scossoni nazionali del M5s non sembrano preoccupare gli esponenti regionali

 

Le contraddizioni e gli scossoni che il M5s sta vivendo a livello nazionale con riverberi soprattutto in Piemonte, in Puglia – secondo Antonella Laricchia, candidata a presidente della Regione per il “Movimento” nel 2015 – non vengono avvertiti. Infatti, l’esponente pentastellata dell’Aula barese di via Gentile ha rilevato: “C’è come sempre un forte dibattito all’interno del Movimento, tra chi lo sostiene. E come è normale, c’è chi condivide scelte, idee e risultati e chi invece se ne lamenta”, per poi affermare: “Io però confido nella capacità di comprensione di chi ci segue e di chi ha riposto in noi la sua fiducia per costruire un Paese, una regione e un futuro migliori”. Il tono di voce di Laricchia non si scompone e con la stessa pacatezza la consigliere regionale pugliese del M5S che quattro anni or sono sfidò Michele Emiliano, classificandosi seconda nella corsa, ma comunque avanti ai candidati governatori del centrodestra diviso, Francesco Schittulli (Ncd-Fdi-Mps) ed Adriana Poli Bortone (Fi ed altri), prova a spiegare le ragioni di questa sua sensazione sulle ipotesi che  il “Sì” alla realizzazione del gasdotto Tap a Melendugno (Le) e la promessa mancata di chiusura del polo siderurgico di Taranto hanno agitato la base grillina mesi fa, però ora sembrano placate. “Non direi – ha proseguito Laricchia – che sono stati impegni non mantenuti, specie sull’ex Ilva”. Mentre su Tap è innegabile che ci sono scontenti, “ma sul sito produttivo di Taranto, stiamo facendo ciò che avevamo detto. Ovvero chiusura progressiva delle fonti inquinanti e riconversione economica del territorio”. Intanto, per due volte e a distanza di due mesi, il vicepremier e ministro al Lavoro e Sviluppo economico del M5S, Luigi Di Maio, è stato nel capoluogo ionico. Quindi, per Laricchia,   che non teme emorragie di consensi nè attacchi dallo zoccolo duro del M5s, “metterci la faccia e’ anche questo”.  “Gli insoddisfatti o i delusi ci sono – a detta della stessa esponente regionale dei penta stellati pugliesi – ma ci sono sempre e comunque: quando si decide insieme di fare una cosa in un modo e non tutti concordano, a qualcuno resta l’amaro in bocca se non la si fa come voleva”. “Confrontarsi e decidere insieme ai nostri attivisti è il fulcro del Movimento” ha poi sottolineato Laricchia. Però, Grillo però ha pubblicamente manifestato delusione per gli ultimi accadimenti governativi (vedi il mandato zero ed il sì alla Tav Torino – Lione che fa dormire sonni tranquilli al sindaco penta stellato di Torino, Chiara Appendino. Mentre Di Maio continua a reggere le sorti del governo giallo-verde di Conte.  Comunque, l’esponente dei “5 Stelle” pugliesi sostiene che “i due, Grillo e Di Maio, hanno avuto parole diverse ma obiettivi unici: continuare a lavorare per il bene del Paese. E i nostri attivisti lì hanno capito”. E per i messaggi e post di Facebook zeppi di rabbia contro il M5S commenta seccamente con un laconico “Non più di tanto!” E, scorrendo i commenti ai post pubblicati dalla stessa consigliera sui social, si vede che ha pure ragione, in quanto evidenzia: “Ci è sì capitato di inciampare in critiche al vetriolo fatte però da chi ha mancato una candidatura e sfrutta quanto sta avvenendo per rivendicare una insoddisfazione personale”. Ed aggiunge: “Certo a volte si prova dispiacere perché c’è chi non si ferma a comprendere, a ragionare, ma lascia ampio spazio alla delusione dovuta alla mancanza di immediatezza nell’applicazione di una legge o di una proposta elettorale”. Però, sottolinea ancora Laricchia, “in alcuni casi serve tempo per realizzare quanto vogliamo e quanto deciso con gli attivisti”, chiarendo a conclusione del suo ragionamento: “il passaggio da forza di opposizione a forza di governo ci ha cambiato, ci ha fato maturare e sapere che gli attivisti credono in noi ci conforta”. Sta di fatto che, se tali giustificazioni e considerazioni sugli  scossoni che stanno investendo i “5 Stelle” su scala nazionale di fatto potrebbero non fare una grinza, a livello locale invece le accuse che vengono mosse al “Movimento” per i flop elettorali alle recenti amministrative pugliesi (in particolare di Bari, Lecce e Foggia) qualche fondamento lo hanno. Ed i delusi tra i fedelissimi del “Grillo pensiero” non sono certo pochi. Infatti, ciò che balza agli occhi dai risultati elettorali del 26 maggio scorso è che, mentre alle Europee c’è stata una lusinghiera affermazione della formazione grillina in Puglia, con risultati che in talune realtà hanno raggiunto anche punte del 32% dei consensi o (come a Bari città, dove il M5S si è attestato intorno al 28%) non scendendo comunque al di sotto del 25%, alle comunali svoltesi contestualmente i pentastellati locali non hanno certamente brillato. E l’esempio più emblematico in tal senso è proprio quello di Bari città, dove più di due elettori su tre di quelli che in cabina elettorale hanno barrato il simbolo a “5 Stelle” sulla scheda arancione, poi non hanno fatto altrettanto per la scheda azzurra (del Comune) e per quella rosa (del Municipio di decentramento). La spiegazione di una forbice così consistente per il M5S? Sicuramente la formazione delle liste ed i nomi presentati per le candidature al Comune ed ai Municipi di Bari. Quindi, non è da escludere che i vertici nazionali del M5s, per non assumersi ulteriori gravose responsabilità, oltre quelle che già hanno in campo nazionale, abbiano “imbasto” liste il cui obiettivo non era vincere, bensì solo “piantare” simboliche bandierine a “5 Stelle” ( o – per dirla con il loro stesso linguaggio – “di testimonianza”), per affermare solo la loro esistenza nelle istituzioni cittadine. “Esistenza…. in vita?”. Staremo a vedere.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Luglio 2019

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