Cultura e Spettacoli

Gli stracci parlano

Le migrazioni di massa non sono semplicemente figlie di una società (globale) confusa e inquieta. Rispondono invece ad una pulsione antica quanto il mondo e insopprimibile. In parte la curiosità, in parte le contingenze, periodicamente l’uomo è chiamato a strappare le proprie radici e a trapiantarsi altrove. Sono fenomeni, questi, che non si possono soffocare. Per esempio, come trattenere Enea e compagni in fuga da Troia dal cercare rifugio in Italia? E Leandro non affrontava a nuoto ogni sera l’Ellesponto per congiungersi con l’amata Ero? Da questo doppio riferimento classico prende il via l’ultimo lavoro diretto da Marco Baliani (drammaturgia dello stesso e di Lella Costa ; collaborazione di Ilenia Carrone). ‘Human’, che tra lunedì e martedì è stato in scena al Petruzzelli, è scoperto interrogarsi sul senso del migrare. Una riflessione che dai primordi del genere umano approda ai giorni delle carrette del mare, dei disgraziati nascosti nel doppiofondo di un tir o a piedi nel deserto. A rappresentare materialmente questa riflessione, Antonio Marras, che firma scene e costumi, chiama in causa un solo elemento : lo straccio. In effetti, cosa meglio di abiti logori e abbandonati racconta meglio un naufragio, un frettoloso approdo o una fuga attraverso una selva di reticolati? Nell’oscurità spezzata solo da coni di luce i protagonisti di questa specie di oratorio siedono su balle di stracci. Di stracci è il fondale, che infine si schiude come un sipario offrendo un varco simbolico ad una speranza più tenace dei signori della guerra, degli scafisti e dei nuovi apostoli di un mai estirpato razzismo. E ancora di questo desolante elemento discutono nel finale due straccivendoli. Una buona trovata. Quanto al resto, ‘Human’ presenta un assetto troppo buio, frammentato e geometrico. Baliani chiede molto allo spettatore già dalle prime battute con una scena troppo lunga e di una rigidezza che alla fine spazientisce. Stesso limite in chiusura di spettacolo. Per fortuna fra i due estremi brillano momenti felici : il ben riuscito ‘cabaret’ della signora leghista – una pimpante Lella Costa – e la scena del mancato soccorso in mare (splendido quel faro che, manovrato a mano, fruga in platea come tra i flutti in cerca di sopravvissuti). Nel complesso, ‘Human’ è lavoro nobile, solo un po’ compromesso nella sua godibilità dall’ansia di denuncia. Con lo stesso Baliani e la Costa erano in scena David Marzi, Noemi Medas, Elisa Pistis e Luigi Pusceddu. Importante il contributo delle musiche originali di Paolo Fresu e Gianluca Petrella. – Prossimo appuntamento stagionale, sabato 25 marzo con ‘Santo Genet’, di Armando Punzo. In scena gli attori della Compagnia della Fortezza.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Febbraio 2017

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