Cultura e Spettacoli

Goethe ci aveva fotografati gia’ dal 1790!

Oggi, 2 giugno 2013, non abbiamo individuato un argomento che su tutti gli altri si stagliasse per la sua peculiarità ineludibile; comunque, abbiamo Sentito il bisogno di   Marchiare alcune cose incredibili, che avvengono in questa italietta, apprese dai media, quasi stimmate, segni, piaghe, ferite, già focalizzati da Goethe in una Poesia del 1790 di profetica attualità, Scritta nel suo secondo viaggio nell’italietta: ”L’Italia è ancora come la lasciai…”: ”L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. Onestà tedesca ovunque cercherai, invano, c’è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno per sé, è vano, dell’altro diffida, e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé…”. “Polvere nelle strade…” ? Beh,  gli italiettini, ad esempio, di napoli e palermo stavano meglio nell’ ‘800; nel 2013, “contra”,  montagne di rifiuti ingombrano le strade, gli ingressi delle loro abitazioni. Inoltre, strade con vistose buche, sì che dopo un acquazzone diventano laghetti “bonsai” con grave pericolo per l’incolumità degli automobilisti, dei motociclisti, dell’integrità dei loro mezzi di locomozione. E  monumenti, edifici pubblici e privati, appena, ripuliti, scarabocchiati, orrendamente,  con banali, omologati graffiti da bande di delinquenti, con melense comunicazioni d’amorucoli, con messaggi di possibilità di acquistare droghe in certi quartieri cittadini, diciamo, con stilizzate rappresentazioni di genitali maschili che nascondono desideri inconfessabili di altra sponda, sia pure inconsci, nel “macho” italiota, sia adolescente, sia giovane, sia maturo. “Truffe al forestiero…” ? Beh, oggi, le truffe al forestiero sarebbero diminuite, i media non ne parlano, ché  il forestiero, specie se di area teutonica o nipponica, è ben messo “in campana” dagli enti turistici del suo paese, per cui il conducente di un taxi, romano, napoletano, barese, un ristoratore,  un albergatore devono stare ben attenti nel presentare conti di tragitti, di pranzi, di cene, di stanze, ove riposare, ché l’ingordo degustatore di “kartoffeln” o il giramondo con gli occhietti mandorlati fanno presto a protestare, se del caso, con hitleriana o kamikaziana vivacità. Il film, dal Divino Totò Interpretato, in cui il Principe, nei panni di un creativo truffatore, vendeva la “Fontana di Trevi” a un italo – americano, ansioso di investire  i suoi risparmi, ha, così giustamente, spaventato la “turisteria” internazionale che, difficilmente, in certe zone delle grandi città italiettine, deputate alla sosta culturale e non dei ”forestieri”, un taroccaro indigeno si potrà a loro avvicinare per coinvolgerli in un raggiro, in una fregatura, in un bidone. Se mai, sono gli italiettini che ci provano e ci riescono, non di rado, con i loro connazionali: anziani, pensionati, incapaci di cogliere, sveltamente, il pericolo di una circonvenzione, di un imbroglio, di un abbindolamento. Pensiamo ai reiterati abbordaggi criminali messi in atto da  maghi, da sedicenti guaritori, come vanna marchi e sua figlia nei confronti di creduloni, non, necessariamente, incartapecoriti, col fornire loro filtri, pozioni magiche che li avrebbero fatti dimagrire, se obesi, guariti da gravi malattie, liberati da malefici o li avrebbero resi ricchi o avrebbero costretto cuori recalcitranti a innamorarsi di loro. Pensiamo ai pensionati, anziani che vengono, nei pressi degli uffici postali, alleggeriti della pensione da incalliti borseggiatori o di denaro, di gioielli da mascalzoni che riescono ad intrufolarsi nelle loro case, accaparrarrandosi con vari machiavelli la fiducia di essi. Pensiamo, ancora, non ultime, però, ché il campionario del malaffare truffaldino è ricchissimo di varietà in “location” le più impensabili, alle ingannevoli vendite “online”, ad esempio, di volgare bigiotteria contrabbandata per articoli di alta gioielleria in metalli e pietre preziosi. Come, razionalmente, vogliamo considerare e, penalmente, valutare, in quanto da essa scorrono fiumi di denaro scippato a  poveri di spirito, senza fede ma, superstiziosamente, creduli, l’ostensione di un lenzuolo, fatto passare per il telo  che sarebbe stato “impressionato” dal corpo sanguinante di gesù morto, dalla croce spostato; delle spoglie, del cuore (la cui traslazione in altra “location”, da parte dei suoi confratelli, ha fatto inalberare il consiglio comunale, attento agli affari di commercianti, di ristoratori, di albergatori, della “location” che lo aveva adottato, quando era funzionante), del corredo da messa, macchiato di sangue, di un  santo; del sangue, custodito in una preziosa teca d’oro, che si liquefa in  giorni prestabiliti, evento ritenuto beneaugurante per la città che lo ospita, di un altro santo;  di una casetta, ritenuta la casa di maria, portata dagli angeli in una cittadina delle marche ? La Verità è che ci sono manifestazioni, forme di superstizione canoniche, diciamo, legittimate, regolarizzate, conformi alla tradizione storica e agli interessi del potere e manifestazioni, forme di superstizione illegittime, atipiche, anomale in quanto non vantano l’ ”imprimatur” del potere e della tradizione storica, ma ambedue,   le une con rituali raffinati, eleganti, sfarzosi, le altre con modesta, primitiva, rozza gestualità, usano feticci, cioè, corpi imbalsamati, reliquie ossee, ematiche, oggetti, considerati sacri a cui si riconoscono poteri sovrannaturali e, pertanto, tributari di culto. E gli allocchi, sia al feticcio “approvato”, sia a quello ”disapprovato” destinano somme ingenti! Non fu il lucroso mercato, in tutta l’europa operante, delle indulgenze, la “gallina dalle uova d’oro”, gestito da roma, a provocare l’Indignazione Riformatrice di Lutero ? “Non ordine e disciplina…” ? Ebbene, provi qualcuno dei nostri 25 lettori ad avvicinarsi alla finestra di una classe di scuola elementare, di scuola media: ”Quivi sospiri, pianti ed alti guai /risonavan per l’aere senza stelle, /… /Diverse lingue, orribili favelle, /parole di dolore, accenti d’ira, /voci alte e fioche, e suon di man con elle, /facevano un tumulto, il qual s’aggira / sempre in quell’aura senza tempo tinta, / come la rena quando a turbo spira.”. (Dante, “Inferno”, canto III, vv. 22 – 30). Da parte degli insegnanti (???) non viene proposto agli imberbi il religioso, rispettoso silenzio di Chi Si Dispone, deve DisporSi nella scuola e oltre all’Ascolto della Parola dell’Altro, qualsiasi Altro, per essere in grado di Replicare  a quella Parola con un’altra Parola che sia l’Epifania di un’altra Vita, di un’altra Storia “in nuce”, di un altro Progetto che Si Libera da ciò che, ancora, è informe, caotico, confuso nella Mente di un Bambino. Da parte degli insegnanti (???) e dei dirigenti scolastici, invece, la tolleranza dell’anarchia violenta, della confusione, complice di una politica pedagogica “forgiatrice” non di Uomini, di Cittadini che Vivono e devono, democraticamente, Convivere, Guidati, Illuminati da Regole, da Prassi, da Esempi,Testimonianze  appassionate, vive dei Grandi Uomini di Cultura, di Scienza, dell’Arte, della Letteratura, della Filosofia del passato remoto e prossimo, gli Unici in grado di far Crescere, Umanamente, i fruitori della Scuola (dal tg regionale della puglia abbiamo appreso che in una scuola elementare della provincia di bari, più che interessare i ragazzini a Leggere, Scrivere, Far di Conto, si utilizza il tempo scolastico a parlare di spazzatura, di rifiuti, di raccolta differenziata!), ma masse di bruti in erba, della medesima fattura dei dannati descritti, rappresentati da Dante nei Versi della Commedia, che, or ora, abbiamo Citato. Saranno costoro a spingere una loro compagna a gettarsi dal quarto piano di una palazzina, vessata dalle loro dicerie ”gossypare” contro di lei, dai ricatti loro, che l’avevano sprofondata nella più cupa disperazione; saranno costoro a spingere due loro coetanei a suicidarsi ché non ne potevano più di essere da loro derisi per essersi dichiarati gay; sarà uno di costoro a bruciare viva, senza sforzo alcuno di pentimento, la sua fidanzatina che s’era rifiutata di avere  con lui un rapporto sessuale. Codesto precoce avanzo di galera, così temprato dalla scuola, da lui frequentata, ha, poi, chiesto agli inquirenti di poter continuare a frequentarla, forse, perché non si è  sentito, pienamente, maturo per compiere altri delitti. Dalla scuola vorrebbe il diploma di maturità nella efferata perfezione omicidiaria! Saranno costoro i protagonisti della piccola e grande illegalità diffusa nell’italietta: a parcheggiare l’auto in doppia, triplice fila, sui marciapiedi,  ad occupare un passo carrabile,  i posti-auto riservati al parcheggio dei disabili,  a rendere impraticabile il traffico, ovunque, nello stivale; sarà uno di  costoro a foggia ad accoltellare, senza pietà, un automobilista, che lo precedeva davanti a un semaforo, impossibilitato, scattato il verde, a ripartire  per la sua macchina ingrippata; saranno costoro a rendere impossibile il riposo, specie, degli anziani e dei malati con la loro “movida” chiassosa fino all’alba; saranno costoro, nonostante le fiaccolate, organizzate nei giorni di scuola, utilizzando la loro poca voglia di fare Scuola, dall’associazione ”Libera” di don ciotti, contro le mafie, a in esse inserirsi, sia come capibastone, sia come semplici picciotti; saranno costoro che, entrati nell’agone politico, diventeranno i lusi, i fiorito, i belsito, i trota, le minetti di turno e tanto altro nel “mare magnum”, nella interminata mangiatoia a sbafo, che la corruzione italiota permette; saranno costoro che, da incompetenti abatini,  approfittando dell’agnosticismo della “rete”,  del ”web”, con immeritato successo  a salire, delittuosamente (che è un delitto essere incompetenti e pretendere, irresponsabilmente, di assumere alti incarichi  nell’organigramma politico, legislativo, amministrativo dello stato),  sugli scranni delle più alte istituzioni della repubblica. “Ognuno per sé,…. e i capi dello stato,…,pensano solo per sé…” ?  In un paese in cui, per la maggior parte i suoi condòmini si dicono cristiani (mentre sono solo, a puntino, cattolici, cioè, precisamente, l’opposto dell’essere, evangelicamente, cristiani), pochissimi hanno fatto, fanno tesoro del messaggio di Solidarietà che il vangelo di marco (6, 34, 44)ha, invano, diffuso da oltre duemila anni. I discepoli si avvicinano a gesù e gli dicono.”Congedali, in modo che, andando per le campagne e villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare. Ma egli rispose: ”Voi stessi date loro da mangiare.”. Gesù propose ai suoi discepoli di mettere a disposizione della folla i pochi pani, pesci in loro possesso; egli, poi, con l’aiuto del padre, avrebbe operato la moltiplicazione dei pani e dei pesci con la quale avrebbe sfamato coloro che durante il giorno s’erano, in 5mila, fermati ad ascoltare la sua parola. Non c’è Comunità, se non c’è Solidarietà e gesù insegna ai suoi discepoli che non si possono abbandonare al loro destino coloro che, oltre al cibo che riempie di spiritualità il Cuore e la Mente, hanno, anche, bisogno del cibo che riempie la pancia. Si fa presto a dire: ”Hai fatto quanto dovevi, gesù, hai predicato loro, hai operato miracoli, ora costoro si dessero da fare nel procurarsi il cibo per sfamarsi”. No! Ribatte gesù: “mettete a disposizione degli altri il poco che ciascuno di voi ha, la Solidarietà tra tutti Opererà il Prodigio di Trasformare il poco in Molto, che potrà essere distribuito, in parti uguali, a tutti”. Si possono considerare cittadini i gioiellieri che al fisco dichiarano di guadagnare 1500 euro al mese ? E la canea di commercianti, di imprese artigiane, di professionisti, il cui reddito da essi dichiarato è, nettamente, sotto la media dei lavoratori dipendenti ? E’ una Comunità il contenitore  sociale che l’uno all’altro giustappone i figuri, di cui sopra, o è un groviglio di vipere egoiste, pronte a, reciprocamente, scannarsi in difesa del loro territorio, del loro orticello in cui vivono con spose, figli, famuli ? Infatti, dall’ egoismo di ogni singolo sortisce l’egoismo familistico e l’italietta è, sempre, stata, è una federazione di famiglie: una esigua oligarchia di famiglie egemoni, della stazza, ad esempio, degli agnelli che vollero, fortissimamente, vollero l’entrata in guerra dell’impreparatissima italietta nella prima e seconda guerra mondiale ché essi, interessati allo sviluppo dell’industria pesante, avrebbero fatto affaroni con lo stato che avrebbe loro commissionato quanto fosse necessario per  arricchirli col sangue di tanti giovani, mandati nelle trincee di guerra. Lo stesso patriarca di codesta famiglia soleva ripetere, fino al suo decesso, che ciò che fosse andato bene per, alla fiat, sarebbe andato bene per, all’italia. Ecco le due guerre mondiali; ecco lo sviluppo del trasporto  su gomma, che ha ingolfato il traffico urbano ed extra a livelli non più sostenibili dall’ambiente, e non il trasporto su rotaia, o, fruendo, della navigazione

sui fiumi, sui laghi, sui mari nostri. Al di sotto dell’oligarchia delle famiglie egemoni, un vastissimo coacervo di famiglie piccolo – borghesi, non solo sgabello supino di tutti i camuffamenti del fascismo: ieri di quello mussoliniano, poi, di quello democristiano, poi, di quello del centrosinistra, poi, di quello berlusconiano, poi, delle larghe intese, ma, anche, degli effimeri conati fascisti di ribellione, di protesta ai fascismi, prima menzionati, quali “l’uomo qualunque”, “la lega”, “il m5s”. Infine, le canoniche famiglie mafiose, alle quali l’oligarchia delle famiglie egemoni e il coacervo delle famiglie piccolo – borghesi, in quanto a mafiosità, seppure non, sistematicamente, cruenta, non hanno avuto, non hanno niente da invidiare. Clientele, amici degli amici, occupazione familistica di importanti posti pubblici, adesioni a partiti politici, pur considerati contigui alle estreme extraparlamentari che, pero, al netto di tutto, possono permettere agli arrampicatori sociali di far parte di quell’ “establishment” dal quale “si puote ciò che si vuole”. Esemplifichiamo, intanto, Premettendo che nell’italietta attuale non c’è, assolutamente, mobilità sociale: i figli di papà ereditano la professione, la cattedra, lo studio, la carriera del papà, e i rampolli del proletariato e della piccola – borghesia, pur con diplomi e lauree, che oggi non si negano a nessuno, non hanno altro sbocco lavorativo se non la disoccupazione, la carriera militare negli scenari di guerra, il posto con stipendio sicuro in qualche partecipata comunale che operi nel settore dello smaltimento dei rifiuti.  Il nepotismo è un’invenzione italiota, sia pure di clericume italiota. Per sperare di esorcizzarlo, i non nepoti dovrebbero essere più bravi dei nepoti, ma da quell’orecchio i non nepoti non sentono: preferiscono aspettare un fattaccio di incredibile carneficina nella speranza di marinare la scuola per lunga pezza. Mi sto ripetendo, sig. giornalista ? Lei, non avendo Letto, giammai, Ignazio Silone, non sa che Egli, per sua Ammissione, Scrisse per tutta la sua Vita  il  medesimo Libro. Provi a Leggere “Fontamara”, ”IL segreto di Luca”, “L’Avventura di un Povero Cristiano” e annoterà che essi sono percorsi dalla medesima Poetica, dal medesimo Filo Conduttore Ideologico, Contenutistico, Stilistico. Ritorniamo, per finire, ai figli di papà, anzi a una figlia di papà: la ministra del miur (ministero istruzione, università, ricerca), tal carrozzo. Bene: il padre di costei è stato ordinario di diritto agrario nell’università di pisa, il fratello è ordinario di diritto costituzionale  nella scuola superiore di studi universitari  “sant’anna di pisa; il marito, tal paolo carpi, ordinario di letteratura italiana e preside nella facoltà di lettere dell’università di pisa e per due legislature senatore di rifondazione comunista, passato ai ds. La pulzella, responsabile del forum cultura del pd, diventa associata di bioingegneria industriale nella scuola sant’anna; tuttavia, in questa università non si bandiscono concorsi per docenti ordinari. Allora la pulzella cosa fa ? Si fa abilitare ordinaria dalla università  online “guglielmo marconi” e ritorna, come ordinaria, trionfante alla sant’anna, ove per due mandati, manco a dirlo, politicante del pd, diventa rettore. Ecco Inverata e Illustrata la Constatazione di Goethe che nell’italietta capi e vicecapi, da repubblica delle banane, hanno fatto, fanno per sé, ché chi ha fatto, fa da sé per sé, ha fatto, fa tre di sé!!

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino68@email.it                  


Pubblicato il 4 Giugno 2013

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