Cronaca

Grasso: “Per vincere contro la mafia non bastano Forze dell’Ordine e Magistratura”

 

La battaglia contro la mafia e la corruzione non si vince soltanto con l’impegno di Forze dell’ordine e magistrati. E’ questo sostanzialmente il messaggio lanciato ieri a Bari durante una manifestazione commemorativa, inerente al progetto  “L’edificio della memoria”, organizzata dagli alunni del liceo Salvemini, dal presidente del Senato, Pietro Grasso, ex procuratore di Palermo e poi  Procuratore nazionale antimafia fino a dicembre del 2012, quando ha lasciato la toga anticipatamente per candidarsi a febbraio del 2013 nella lista siciliana del Pd per Palazzo Madama. Infatti, ha evidenziato Grasso alla platea degli studenti baresi del Salvemini: “Oggi ci sono reti invisibili di corruttela, di collusione, che sono il nuovo volto della mafia ed è sempre più difficile scoprirla”. E, continuando, ha commentato: “Nella fase delicatissima, economico-istituzionale, che il nostro paese sta attraversando, bisogna urlare no. Basta. Non possiamo più restare indifferenti”, precisando che “la lotta alla mafia e alla corruzione deve essere posta quale priorità del programma di qualsiasi partito e di qualsiasi governo”. Grasso, inoltre, ha sottolineato che le Istituzioni, comprendendo evidentemente tra queste anche la scuola,  devono essere “in prima fila a combattere questi fenomeni, non solo magistrati e forze di polizia”. Grasso ha pure spiegato che, secondo lui, “fino a che si cercherà il consenso di cittadini, nel sottile gioco di soggezione e di ricatto, di clientelismo e di interessi, non si potrà mai intravedere una speranza di cambiamento”. Infatti, ha rilevato il presidente dell’aula di Palazzo Madama, “fino a che si continueranno a intrecciare rapporti tra criminalità, burocrazia, istituzioni, imprenditoria, sarà difficile uscire completamente da questo fenomeno”. “Questa situazione la conosciamo – ha commentato alla fine di questo ragionamento l’ex Procuratore antimafia – ed è davvero ora di dire basta”. In seguito Grasso ha anche  evidenziato che “occorre dire no alla corruzione, alla evasione fiscale, no ai favoritismi e ai privilegi. No alle spartizioni dei comitati di affari, al finanziamento illegale della politica, alla compravendita degli appalti, alla appropriazione dei finanziamenti pubblici”. Ed ha concluso con un  “No” anche allo svuotamento delle casse pubbliche, agli sfregi dell’ambiente o allo sfruttamento degli immigrati”.  Ai cronisti che, con chiaro riferimento alla situazione del pugliese Michele Emiliano, anch’egli pm passato in politica nel ruolo prima di sindaco di Bari e successivamente di Presidente della Regione ed ora addirittura candidato alla guida nazionale del suo partito, hanno chiesto all’ex Capo dell’antimafia di dire la sua sul ruolo dei magistrati in politica, il presidente del Senato ha così argomentato: “Guardi la mia storia. Non voglio entrare nel merito. Però dico che i magistrati hanno il diritto come tutti i cittadini di andare in politica. E poi di non lasciare nessuna ombra sul fatto che possano essere di parte nel momento in cui ritornino in magistratura”. Dai cronisti sono state rivolte a Grasso domande anche su altri temi attuali di natura prettamente politica, come la legge elettorale e la recente apertura dell’ex premier e leader del Pd, Matteo Renzi, sulla possibilità di modifica alla legge elettorale in vigore, l’Italicum, con l’eliminazione dei capilista bloccati nei collegi elettorali della Camera. Domande, queste, a cui Grasso ha risposto in modo alquanto sibillino. Infatti, sulla nuova legge per l’elezione del Senato ha detto di auspicare che “al più presto si possa arrivare a una legge elettorale condivisa per prepararci alla nuova legislatura”, mentre sulla modifica all’Italicum accennata da Renzi la seconda carica dello Stato ha risposto seccamente: “Non entro su questi argomenti”, dichiarandosi comunque “fiducioso per carattere” e che si arrivi quindi ad una soluzione condivisa delle diverse questioni  presenti sul tappeto politico. Come dire che per l’inquilino di Palazzo Giustiniani qualsiasi soluzione che possa sbloccare l’empasse politico ed istituzionale è ben accetta.

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 12 Aprile 2017

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