Cultura e Spettacoli

Gravine subacquee del basso Adriatico

Nel basso Adriatico si aprono tre canyon all’altezza di Bari, Brindisi e Otranto

Le gole sottomarine, impropriamente dette canyon, sono vallate sommerse che si estendono sui fondali. Quelli oceanici possono raggiungere dimensioni colossali, come il Monterey della California, una voragine che si estende per 153 chilometri dalla costa alla piana abissale, a 3600 metri di profondità. Oppure il Setubal, in Portogallo, che corre per 100 chilometri fino a raggiungere i 5000 metri di profondità. Nel Mediterraneo questi canyon assommano a circa ottocento. Sono diffusi lungo la Scarpata di Malta, le coste di Francia, Spagna, Egitto, Libano e Italia. Nel nostro paese sono state censite fino ad ora più cento di lame subacquee. Le più estese solcano i fondali dello stretto di Messina, del golfo di Genova, dello specchio d’acqua  di Gioia Tauro, di Ischia (Canyon di Cuma) e dell’Asinara (Canyon di Castelsardo). Tali fenditure possono essere frutto di frane, sismi, attività vulcanica o dell’azione di ‘correnti torbide’. Quando queste masse d’acqua cariche di sedimenti scivolano in basso producono un rilevante effetto abrasivo. Nel corso di queste inondazioni sommerse i canyon divorano i fondali progredendo con un ritmo anche di un metro al giorno e trascinando con sé tutto ciò che trovano (per cui possono danneggiare cavi e altre opere sottomarine). Quando il fenomeno è prossimo alle coste, la sicurezza di porti, centri abitati, strade e ferrovie può entrare in crisi. E’ il caso di Cirò Marina, in Calabria, dove un canyon sta progredendo rapidamente verso il porto; a breve si temono danni importanti alle infrastrutture. Il fenomeno riguarda anche la Puglia adriatica, per fortuna non nei termini drammatici del porto calabrese. Lungo il ciglio della piattaforma continentale, che scorre in parallelo alla linea di costa ad una dozzina di miglia marine dalla terraferma, si aprono tre canyon all’altezza di Bari, Brindisi e Otranto. A ciascuno di essi corrisponde un ecosistema di valore inestimabile; basti dire che nel canyon di Bari, la cui profondità tocca i mille metri, là dove la profondità media non supera i quattrocento metri, vi cresce il corallo bianco. Per la ricchezza di organismi e per la diversità di specie che vi vivono, molte delle quali ancora poco conosciute, queste gole sottomarine sono il rifugio ideale per quelle forme di vita che più facilmente di altre possono essere minacciate dall’uomo. La profondità di questi abissi, infatti, li mette al sicuro sia dai sub che dalle reti a strascico. – Nell’immagine, uno scorcio della gravina di Castellaneta nel tarantino. Si provi a immaginarlo sommerso dal mare e si avrà un’idea dell’imponenza della gola subacquea di Bari.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Novembre 2023

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