Grotte di casa nostra, non tutte visitabili
Data la natura carsica, il sottosuolo di casa nostra è ricchissimo di grotte. Quelle intercomunicanti costituiscono i complessi speleologici. In Puglia, ne sono stati catalogati venticinque. La maggior parte di questi è interdetta al pubblico per difficoltà di accesso ed esplorazione. Fanno eccezione le arcinote grotte di Castellana, quelle di Putignano e quelle di Ceglie Messapica. Il piccolo sistema di Putignano, il primo in Puglia ad essere utilizzato a fini turistici, fu scoperto nel 1931 durante lavori di scavo. Vi si accede per mezzo di una scala a chiocciola ; poi si procede su un percorso definito da una sequenza di passerelle e scale metalliche opportunamente studiate per non essere invasive. Il percorso ruota intorno all’ambiente principale, che si presenta diviso in due cavità : quella superiore si colloca a una dozzina di metri di profondità, quella inferiore scende a quota – 20. Qui termina il percorso turistico e comincia quello speleologico, che è vietato al pubblico : attraverso un tunnel si scende di altri venti metri prima di accedere a una nuova grotta, scoperta nel 2006. – Venendo a Ceglie Messapica (nell’immagine), quest’altro micro complesso si apre in località Montevicoli, a circa 1,5 km dal centro abitato. Come nel caso di Putignano, anche qui la scoperta avvenne per caso, nei primi anni sessanta. Durante la risistemazione di un muretto a secco la superficie ebbe un cedimento ; si aprì una voragine nella quale poco mancò precipitassero gli operai che stavano lavorando. Quando pochi giorni dopo i primi speleologi si calarono nella cavità venne alla luce un ambiente profondo una decina di metri ed esteso per un duemila metri quadri. La cavità è tornata visitabile alla fine del 2015 a seguito di lavori di riqualificazione e messa in sicurezza che hanno permesso di realizzare un percorso di visita lungo 15 metri e fruibile anche per chi presenta difficoltà motorie. Piccolo ma suggestivo, il complesso di Montevicoli si compone di un primo ambiente ricco di stalagmiti e stalattiti e colonnati a sostegno di una volta che si presenta tappezzata di concrezioni cristalline con drappeggi calcitici di colore alabastrino-latteo. Appena oltre, a destra, si apre un secondo e più piccolo ambiente contenente una pozza alimentata da acque di stillicidio. – Esiste poi una serie di grotte aperte al pubblico ma che si differenziano dalle precedenti per il fatto di essere antropizzate, nel senso che da lungo tempo, anche secoli, ospitano luoghi di culto. E’ il caso delle grotte di San Michele (Cagnano Varano, San Michele Arcangelo e Minervino Murge), di Sant’Oronzo (Turi), di Sant’Angelo (Santeramo in Colle)…
Italo Interesse
Pubblicato il 3 Febbraio 2018