Cultura e Spettacoli

Guardie e forzati si salvarono

In questi ultimi anni l’esplorazione dei relitti sta ingolosendo i subacquei più di quanto riuscisse prima alle lusinghe del mondo sommerso. Addirittura esistono siti specializzati che indicano le opportunità più ghiotte. Relitti.it., per esempio, segnala nelle acque dell’isola di San Domino(Tremiti) una grande occasione. Riferisce il sito che la scarsa profondità dei fondali, compresa tra i quattro e i sedici metri, la buona visibilità e l’assenza di correnti giustificano l’immersione non tanto per ragioni fotografiche e biologiche (rispettivamente classificate ‘discrete’ è ‘scarse’), quanto per quelle storiche. Laggiù, infatti, giace il relitto di  un piroscafo di 729 tonnellate con ruote a pale. Si tratta del Lombardo, una delle due navi che trasportarono i Mille. Al termine di quell’impresa, l’unità venne iscritta nella Marina Siciliana Garibaldina (previo rimborso di 750mila lire alla Società Rubattino). Con decreto del 5 ottobre dello stesso anno Garibaldi dispose che il Lombardo insieme al Piemonte (l’altro piroscafo che prese parte alla spedizione dei Mille) venisse “preservato in memoria dell’iniziativa del popolo italiano”. E invece, con un piccolo colpo di mano, il Lombardo passò al servizio della Regia Marina Italiana e destinato a compiti senza gloria. Uno di questi compiti è indicato in un passo di ‘La spedizione dei Mille’ (Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati e C. – Milano, 1905), un libro di Pietro Fauché in cui l’autore documenta le gesta del padre Giambattista, uno dei Mille. In tale passo l’Autore, lamentandosi d’ignorare la fine del Piemonte, aggiunge : “So solamente che, molti anni or sono, il Lombardo serviva a trasportare fango nel porto di Bari”, ovvero rimorchiava le draghe cariche dei sedimenti asportati dai fondali. Altra funzione ‘umile’ svolta dal Lombardo fu il trasporto di truppe e detenuti. E fu proprio mentre da Ancona trasferiva soldati a Manfredonia e galeotti al Bagno Penale delle Tremiti che, nella notte tra il 12 e il 13 marzo 1864, complice una tempesta, s’incagliò in una secca a poche decine di metri da San Domino. Avventurosamente, marinai, guardie e forzati vennero trasbordati sulla terraferma. Nel disastro nessuno perse la vita. Abbandonato alla furia degli elementi, il Lombardo divenne presto un relitto, che nei giorni a seguire il mare ingoiò. Quanto all’altra nave, il Piemonte, la sua fine fu anche più mesta : abbandonato dai Mille, e catturato dai Borbonici, quest’altro piroscafo fu trasferito a Napoli. E lì rimase sino al 1866, anno in cui, contrariamente a quanto decretato da Garibaldi, fu demolito, previo rimborso alla Rubattino di 150mila lire. – Nell’immagine, Steve McQueen e Dustin Hoffman in ‘Papillon’

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Novembre 2020

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