Cultura e Spettacoli

Gulten Islamoglu, cargo ‘suicida’?

Si avvicina la stagione dei bagni. Per gli amanti dell’immersione si rinnova l’occasione per visitare i suggestivi fondali di casa nostra. Fra pesci, grotte, alghe c’è di che perdere la testa scendendo anche a soli tre metri di profondità. Ma certuni si spingono anche a trenta, quaranta metri. E senza una fiocina, un coltello. Unica ‘arma’, una torcia. Quali le ragioni per spingersi a profondità dove la scarsa luce non consente di apprezzare le meraviglie del mare? Esistono gli amanti dei relitti. I mari di Puglia ne sono ricchi. Per esempio, nelle acque di Torre Canne, a -39 m. ‘dorme’ la ‘Gulten Islamoglu’, un cargo battente bandiera turca andato a fondo il 24 luglio 1994. Varata nel 1997 nei cantieri Deniz Insaat Kizaklari di Istanbul, la Gulten Islamoglu aveva una stazza lorda di 499 tonnellate e misurava ( e misura tutt’ora dal momento che si presenta integra e in assetto di navigazione) 57 m. di lunghezza e 11 di larghezza. L’interesse che tale relitto presenta è modesto dal punto di visto storico, non da quello fotografico (lo scafo è colonizzato da ostriche ; inoltre pesci meravigliosi hanno fatto della stiva e degli altri locali la loro casa. Per chi voglia rischiare qualcosa, e possibile penetrare all’interno della Gulten Islamoglu e visitarla. Ciò è reso possibile dalla sua ‘strana’ integrità. E veniamo al punto : perché questa nave andò a fondo? Ufficialmente la causa fu “condizioni metereologiche avverse”. Una tempesta infuriava il 24 giugno di diciannove anni fa in quel braccio di mare? E’ possibile. Allora come fece l’equipaggio col mare forza sette a sbarcare e mettersi in salvo, visto che in proposito non si è mai parlato di morti? Ciò che non si spiega è come una nave moderna, ancorché di piccola stazza, possa affondare senza che scafo e paratie mostrino voragini. D’altra parte, come avrebbe potuto la Gulten Islamoglu procurarsi questi squarci senza spingersi sino all’irta scogliera di Torre Canne? Aggiungiamo una cosa, la nave oltre che integra, si presenta adagiata su un letto di sabbia, in assetto di navigazione e affatto sbandata… Molte navi dai tempi dell’antica Roma ad oggi hanno fatto naufragio tra Torre Canne e Brindisi, tratto di costa funestato da uno sfavorevole gioco di correnti e dalla violenza con cui nel canale d’Otranto si scontrano Maestrale e Grecale. Navi che, quando non si sono incagliate su bassi fondali, sono andate in frantumi contro gli scogli. La Gulten Islamoglu giace invece intatta sul fondo, come se a un certo punto avesse deciso – e con modalità  a noi ignote – di suicidarsi… Si è sempre parlato pochissimo della Gulten Islamoglu. Forse perché nessuno ci rimise la vita, perché non caricava clandestini, perché non aveva a bordo nessun carico ‘sporco’?… Un piccolo, oscuro bastimento della cui  scomparsa sembra essersi accorto (o addolorato) alcuno.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 8 Giugno 2013

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