Cultura e Spettacoli

Henderson e Città di Bari, bastimenti carichi di morte

Come agli uomini, talvolta anche alle navi succede di andare incontro a un destino diverso da quello preventivato. Chissà con quali parole le Autorità che presenziarono al varo del ‘Città di Bari’ nel 1928 salutarono il vicino ingresso in servizio di questa motonave passeggeri prodotta dallo Stabilimento Tecnico Triestino. Essendo i discorsi di circostanza prevedibili, possiamo immaginare “il più fervido voto augurale rivolto dalla Patria” a questa unità della Puglia Società Anonima di Navigazione a Vapore di “contribuire proficuamente al progresso della Patria svolgendo una meritoria opera di collegamento tra l’Italia e i porti del Mediterraneo orientale” (e difatti il Città di Bari si ritrovò a trasportare uomini e cose prima sulla rotta Pireo-Istanbul, poi sulla Pireo-Rodi-Alessandria). Era una nave dalla linea elegante la cui stazza netta superava le 1800 tonnellate ; poteva trasportare 89 passeggeri e 2450 tonnellate di merce alla velocità di ben 14,5 nodi (elevatissima per un mercantile). Queste preziose caratteristiche le furono fatali. Dopo l’entrata in vigore delle Sanzioni deliberate dalla Società delle Nazioni a carico dell’Italia a seguito dell’aggressione all’Etiopia, la Marina Militare accarezzò l’idea di trasformare il Città di Bari in portaerei di scorta in caso di conflitto contro Gran Bretagna e Francia. Non se ne fece più niente, ugualmente la sorte del Città di Bari era segnata. Il 15 giugno 1940, compita l’ultima traversata ‘civile’, l’unità venne requisita dalla Regia Marina e trasformata in incrociatore ausiliario venendo armata con due cannoni da 120/45 e quattro mitragliere da 20/65. Impiegato in missioni di scorta a convogli e di trasporto di truppe  materiali, questo incrociatore ausiliario fu attivo per una decina di mesi. La mattina del 3 maggio 1941 il Città di Bari stava caricando munizioni nel porto di Tripoli, attraccato sul lato opposto della stessa banchina dove era ormeggiata altra motonave da carico, il Birmania, che stava invece scaricando munizioni.  Alla 10,10 il Birmania saltò in aria forse per sabotaggio. Lo scoppio investì il Città di Bari  causando l’esplosione del suo carico di munizioni. L’unità, devastata da incendi e scoppi, andò a fondo nel giro di venti minuti restando comunque emergente. Rimase lì, irrecuperabile, sino all’arrivo dei Britannici (gennaio 1943) i quali, più che altro per liberare la banchina, provvidero al recupero e poi alla demolizione. Il destino del Città di Bari si può avvicinare a quello di altro mercantile, questa volta statunitense. Era il 9 aprile del 1945 quando nel porto di Bari la Charles Henderson, un nave carica di bombe, saltava in aria con tutto il suo funesto carico. Fu un’imprudenza, una fatalità, un attentato? Non si è mai saputo. Nella tragedia perirono oltre quattrocento persone.

Italo Interesse


Pubblicato il 30 Agosto 2012

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