Cultura e Spettacoli

I “callereon” di San Giuseppe ravvivano le strade del paese

E’ ancora in corso di svolgimento a Sannicandro di Bari la 36° edizione del “ Calderone di San Giuseppe”, manifestazione a metà fra tradizione religiosa ed evento gastronomico popolare che anche quest’anno dal 16 al 31 marzo riempie le strade di tutto il paese di altari e falò dedicati al Santo Patrono, e di “ callereon “, tipiche grandi caldare in rame destinate alla cottura sulla brace viva di fave, ceci e cicerchie che vengono offerte in abbondante degustazione  ai tanti visitatori, paesani e forestieri,  devoti di San Giuseppe ed ancora desiderosi di prolungare, seppur in Quaresima, l’allegria del Carnevale ormai terminato. Le bambole della Quarantana appese per la testa ad ogni ingresso al centro storico dominato dal maestoso e bellissimo castello normanno svevo, divenuto per conclamato merito della attuale amministrazione comunale il fulcro del paese ed attivissimo polo culturale, hanno così accolto, lo scorso sabato sera, oltre ai tanti convenuti a festeggiare la notte dei falò e delle caldare, una commissione giudicante  in piena regola  che, accompagnata dalla Euro Band di Altamura, ha percorso le strade di tutto il paese   per valutare attentamente, esprimendo un voto da 1 a 5, quale fra i callereon  allestiti fra i vicoli e le piazze  sia risultato meritevole di aggiudicarsi il primo premio assoluto. La Commissione, composta dal Sindaco, arch. Beppe Giannone, dall’assessore avv. Gianfranco Terzo ,dal consigliere delegato Arci, dal Presidente del Comitato Feste Patronali,e da altri soggetti in rappresentanza delle varie associazioni partecipanti alla manifestazione ( ed anche del nostro giornale ) ha avuto il suo bel da fare  per districarsi fra piatti di legumi e della tradizione tipica locale, impegnando  a più riprese le papille gustative per cercare di cogliere significative differenze fra  vini e cibi tutti di ottima qualità e di sorprendente fattura , resi unici da un unico denominatore comune dato dalla cura e dal cuore  di coloro i quali li hanno preparati ed offerti.La commissione, però, oltre alla bontà dei cibi ha avuto anche altri requisiti da valutare, dovendo apprezzare anche la miglior scenografia dei callereon ed il miglior allestimento degli altari devozionali presenti accanto  alle tavole imbandite.Anche in questo caso, scegliere è stato veramente difficile, perchè ciascun altare , ornato da coperte e da quadri antichi del Santo, da fiori, grano germogliato o da giochi antichi di bambini, era egualmente bellissimo ed evocativo di una fede antica e salda, così come ciascun gruppo di caldare, dal rame annerito dalla brace scoppiettante, è risultato bene inserito nel suo contesto, più povero nella periferia del paese o più ricercato nel centro storico, come il magnifico gruppo dei quattro callereon appresi alla “ camastra “ nella piazza di Menz’au iazz, vicino alla antichissima chiesa dello Spirito Santo.Ad ornare tutti gli altari devozionali, il tipico pane di San Giuseppe, cibo benedetto offerto a protezione di tutti i viandanti, un tempo preparato per essere offerto ai paesani più poveri.Troppo facile, però, ridurre il resoconto di questa piacevolissima manifestazione, fortemente voluta dalla amministrazione comunale, alla mera descrizione dei luoghi e delle modalità dei festeggiamenti. Quel che resta al visitatore forestiero è ben altro. Parliamo  di percezione di un tipo di socialità , intima e attenta, generosa e solidale, che guarda al passato tenendo ben d’occhio il presente, che nelle nostre città metropolitane si è persa insieme al senso di umanità e di mutuo soccorso. Parliamo di rapporti fra gruppi sociali che, seppur alle volte in contrasto, sanno cooperare per il bene della collettività e mantenere intatto il rispetto e la cura dei rapporti amicali e parentali sotto l’immagine di un Santo che accomuna, e sotto la guida di una politica attenta che unisce e non divide. Un clima sociale, insomma , ancora sano e non contaminato dall’individualismo esasperato, vocazione della quale  avremmo un gran bisogno nelle nostre città ormai spersonalizzate e prive di autentici e sentiti momenti di aggregazione  .Alla prossima domenica, dunque, per la premiazione del miglior Calderone 2019 fra i callereon passati in rassegna ,che è d’obbligo menzionare: U Callereon du Valend, U Callereon d’Abbasc a la Nuuv, U Callereon di Criateur, U Callereon d’ Coma Nell’, U Callereon di Amisc, U Callereon La Camstr d’ San Gsepp e U Callereon d’V’tucc.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 26 Marzo 2019

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