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I candidati pugliesi del Partito democratico pronti a chiedere la “testa” di Lacarra

La campagna elettorale è terminata ed i risultati sono ormai un dato acquisito già da una settimana. Invece, ciò che ora occorre accertare, all’interno delle forze politiche che hanno partecipato alla competizione elettorale, sono le responsabilità oggettive e soggettive dei rispettivi risultati ottenuti. E questo non è certo semplice, sia perché si ragiona in termini di ipotesi e di aspettative, ma anche per le difficoltà che ciò comporta all’interno di ciascuna forza politica quando si tratta di interpretare i “numeri” e le relative “percentuali” sulla base di raffronti e supposizioni, su cui poi non è possibile effettuare alcuna controprova, se non quella di successive elezioni. Però, come sempre accade alla fine di ogni consultazione elettorale, anche sta volta i risultati sono fonte di analisi e polemiche, soprattutto da parte di chi è stato impegnato in prima linea, da candidato, mancando poi l’obiettivo. Tra i primi ad aprire il fronte delle polemiche intere ai partiti sul risultato delle elezioni europee in Puglia, rileviamo i tre candidati pugliesi del Pd al Parlamento europeo, l’uscente Elena Gentile, il barese Nicola Brienza ed il sindaco di Melpignano (Le) Ivan Stomeo, che nella corsa per un seggio all’euro-Parlamento sono rimasti tutti e tre fuori dalla rosa degli eletti, che sono stati 4 per il Pd nella Circoscrizione meridionale e sono tutti espressione della Campania. Ossia della regione con più elettori del Collegio elettorale meridionale, seguita dalla Puglia che però è seconda e che nella recente tornata delle europee non è riuscita – per l’appunto – ad esprimere, nella lista dei Dem, alcun eletto. Anzi, il Pd  ha addirittura perso l’unico euro-parlamentare pugliese Dem, Gentile, che con i suoi oltre 78mila voti di preferenza è risultata prima dei non eletti, a ridosso della riconfermata Pina Pierno, che ha ottenuto poco meno di 500 preferenze in più della collega Gentile. A seguito della mancata elezione di candidati Dem pugliesi al Parlamento di Bruxelles e Strasburgo, Gentile, Brienza e Stomeo, con una recente nota congiunta hanno chiesto al segretario regionale del loro partito, Marca Lacarra, di “intestarsi” tale sconfitta e, quindi, verosimilmente di trarre quanto prima anche le necessarie e, forse, improcrastinabili conclusioni. Infatti, dopo aver evidenziato la mancata elezione da parte del loro partito di alcun candidato pugliese, i tre euro candidati nostrani del Pd rilevano nella nota “la destra ha conquistato un cospicuo bottino”. E qui il riferimento è sicuramente ai pugliesi Andrea Caroppo, risultato terzo degli eletti nella lista del partito di Matteo Salvini ed all’uscente Raffaele Fitto, che nella lista di Fratelli d’Italia si è piazzato secondo, dietro la capolista Giorgia Meloni, con oltre 87 mila voti di preferenze, e che sicuramente ritornerà ad occupare un seggio nell’euro Parlamento, poiché la leader di Fdi, unica eletta di detta lista nella Circoscrizione meridionale, sicuramente rinuncerà al seggio a favore di Fitto. “Il che – secondo Gentile, Brienza e Stomeo – non induce all’ottimismo (ndr – per il Pd) in vista delle elezioni regionali ‘2020. Tanto più se l’anno prossimo uno di quei parlamentari europei dovesse assurgere a candidato unitario della destra alla Presidenza della Regione.Infatti, secondo voci ben accreditate all’interno del centrodestra pugliese, dopo le recenti clamorose debacle elettorale delle amministrative di Bari e Lecce (e non si sa ancora come finirà a Foggia al turno di ballottaggio del 9 giugno prossimo), la coalizione che fa capo ai partiti di Salvini, Meloni e Berlusconi in Puglia non intende più rischiare e per le regionali del prossimo anno sta già pensando di candidare a Presidente della Regione uno dei due europarlamentari pugliesi di centrodestra, eletti lo scorso 26 maggio. Vale a dire Caroppo, che – come è noto – ha già due elezioni da consigliere regionale alle spalle, oppure Fitto, che  – come si ricorderà – è  anch’egli un veterano del consiglio regionale, oltre che essere stato governatore per un quinquennio, tra il 2000 ed il 2005, quando per appena 14mila voti fu battuto dall’allora rifondalorlo comunista Nichi Vendola, sull’onta di una annunciata riforma ospedaliera, molto contestata all’epoca, ma poi attuata in forme ancor più drastiche dai successori governatori di centrosinistra. Ossia lo stesso Vendola prima e Michele Emiliano ultimamente. Pur comprendendo“il malessere, l’amarezza, la preoccupazione politica dei tantissimi” militanti ed elettori del Pd che, per continuare a crederci si affidano ancora ad essi, Gentile, Brienza e Stomeo nella nota rilevano inoltre che “domenica prossima ci aspetta l’importantissimo appuntamento dei ballottaggi in Città di grande rilievo della nostra Regione”, per cui affermano: “tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, anche in termini di responsabilità della classe dirigente e dei singoli militanti”. Però, “subito dopo in seno al Pd regionale – secondo i tre euro candidati –  si impone una discussione approfondita sulla disastrosa gestione in Puglia della campagna elettorale per le elezioni europee da parte dell’eterodiretto Segretario regionale”. Infatti,i tre citati firmatari della nota, “partendo da un passaggio non secondario della relazione di Nicola Zingaretti alla direzione nazionale del 30 maggio scorso, che ha denunciato la presenza di realtà territoriali del tutto autonome, feudalizzate, che non rispondono a nessun imput della politica”, si chiedono: “Quella denuncia riguarda direttamente anche la Puglia?” E si danno anche la risposta: “Nessuno può escluderlo. Ma se è così, viste anche le scadenze che già ci attendono e quelle che potrebbero prospettarsi dobbiamo agire per tempo”. Ovviamente, si precisa nella nota, “con la opportuna responsabilità, ma anche con il necessario coraggio”.“Perché, – affermano ancora Gentile, Brienza e Stomeo – come si dice, non c’è peggior medico di quello pietoso e senza coraggio. E non c’è peggiore classe dirigente di quella che non sa assumersi le proprie responsabilità”. Giungendo alla conclusione che “quanto prima si prenderà coscienza della realtà e delle opportune decisioni da adottare, tanto meglio sarà per il destino del Pd in questa Regione”. Insomma, il segretario del Pd pugliese, Lacarra, è stato avvisato che nel partito, subito dopo i ballottaggi della prossima domenica, sono già pronti coloro che gli vogliono chiedere conto del disastroso esito delle europee nella nostra regione, cominciando probabilmente dalla mancata riconferma dell’uscente Gentile e della non elezione di nessun altro pugliese in quel ruolo. Ma, verosimilmente, un risultato da contrapporre a tali obiezioni Lacarra sicuramente lo ha ed è quello di essere riuscito a far eleggere, con circa 2500 voti di preferenza nella lista del Pd per il Consiglio comunale del capoluogo pugliese, la sua collega di studio, l’avvocatessa Elisabetta Vaccarella, nonché – secondo indiscrezioni – anche sua compagna di vita. Particolare, quest’ultimo, sicuramente non secondario ai fini della sua attività di segretario regionale, come altrettanto non trascurabile è il fatto che Vaccarella è risulta la più suffragata della lista del Pd barese. E ciò per  Lacarra forse già “basta ed avanza” per continuare a detenere il ruolo di segretario del Pd pugliese perché – come hanno pure rilevato nella nota Gentile, Brienza e Stomeo – la sua è una segreteria etero diretta. E, se così fosse realmente, è del tutto intuito che le responsabilità del “disastro” da essi denunciato non potrebbe di certo essere imputata allo stesso Lacarra, bensì esclusivamente a chi lo etero dirige.

 

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 4 Giugno 2019

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