I cassonetti per indumenti usati sulle aree di sosta per motocicli chi ce li mette?
Lo scorso venerdì 6 abbiamo pubblicato la replica del presidente di Amiu Puglia, l’avv. Gianfranco Grandagliano, con la quale il massimo dirigente confutava seccamente il contenuto del nostro articolo sostenendo perentoriamente che la responsabilità del posizionamento dei “cassonetti ballerini” in aree di sosta per motocicli nel centralissimo corso Cavour sarebbe ascrivibile all’inciviltà dei baresi ,che li spostano sulle strisce destinate alle moto per liberare posti dove poter parcheggiare la propria auto, e non agli operatori ecologici che male li riposizionano dopo averli svuotati . All’avvocato Grandagliano, che ringraziamo per aver avuto la cortesia di risponderci ( cosa che, invece, il sindaco Decaro si è astenuto dal fare nonostante i nostri numerosi tentativi nel chiedergli lumi sull’ infissioni di pali della segnaletica e della luce al centro degli scivoli per disabili a seguito di lavori pubblici recentemente eseguiti sul lungomare a sud della città), vorremmo però far notare alcuni significativi dettagli presenti nelle foto che pubblichiamo a corredo dei questo articolo. Non occorre essere dotati di fulgide capacità intuitive, qualità che purtroppo mediocri cronisti come noi non posseggono, per rendersi conto di un particolare di facile comprensione che emerge dalla visione delle foto: al centro della mezza dozzina di cassonetti della raccolta differenziata posizionati in corso Cavour alle spalle del numero civico 125, in modo stranamente ordinato su tutta l’area segnalata da strisce bianche che indicano la zona di sosta per le moto,è presente anche un grosso contenitore di ferro per la raccolta di indumenti ,per giunta sprovvisto di ruote. Ora, che l’automobilista barese medio sia un personaggio incivile per antonomasia, poco manierato, “irrispettoso” per dirla alla Decaro, potrebbe essere paradigma sul quale concordare , ma che tutti gli automobilisti siano dotati di forza erculea, o che siano tutti tanto ben palestrati da riuscire a spostare materialmente, per fare un dispetto alla azienda dell’avv. Grandagliano e far posto alla propria auto, un contenitore che pesa svariate centinaia di chili….. beh, la cosa francamente ci pare alquanto improbabile. Forse si crede sia possibile che, dopo tanto girovagare in cerca di parcheggio, il barese incivile medio, preso da un impeto d’ira, diventi verde e si trasformi in Hulk, prendendo a spostare come un indemoniato i cassonetti in questione? O che una pletora di baresi incivili abbia costituito un comitato con finalità sportiva quella del lancio del cassonetto? Il presidente dell’Amiu non è stato minimamente sfiorato dal ragionevole dubbio che alle volte la responsabilità dei cassonetti ballerini e del loro posizionamento in aree non certo adibite al loro stallo sia anche ascrivibile a qualche suo dipendente “irrispettoso” ? Capiamo la difesa di ufficio dell’azienda, cosa ovviamente giusta, per carità,anche secondo i classici che giustificavano la difesa ad oltranza citando il famoso “Cicero pro domo sua”, ma perchè mettere in discussione la buona fede dei nostri lettori allorquando gli stessi ci evidenziano simili anomalie ? Ci perdoni l’ avvocato Grandagliano, conosciuto in ambiti forensi come un ottimo professionista, ma questo atteggiamento di sufficienza e di diffidenza non ci appare “politicamente corretto ” . Per questioni di tempo e di spazio ci siamo limitati solo a questo specifico “casus belli” Di fotografie per quanto concerne il parcheggio selvaggio dei cassonetti ne avremmo potuto scattare più di una rimanendo nel solo quadrilatero murattiano; bastava semplicemente pagare lo straordinario al nostro fotografo. Da ultimo, e sempre a proposito degli scatti in questione e dell’argomento dibattuto, una domanda sorge lubranamente spontanea: se nello spazio riservato alle motociclette ritratto nell’istantanea ci fosse stata un’autovettura parcheggiata dal “distratto” cittadino ,con quasi certezza solerti vigili urbani avrebbero elevato all’irrispettoso,e più che giustamente, la meritata contravvenzione. Perchè, invece, la stessa inflessibilità non viene usata nei confronti dell’Amiu ,che nel caso in questione ha violato palesemente il codice della strada? Un altro “arcano” alla barese, sul quale sarebbe il caso che il Comandante della Polizia Municipale, il col. Stefano Donati,facesse chiarezza una volta per tutte , visto che i caschi bianchi fino ad ora non hanno mai sanzionato l’azienda in questione.Per concludere ,sull’inciviltà che regna sovrana da decenni a Bari il presidente dell’Amiu ha certamente ragione, ma sommessamente vorremo ricordare a Grandagliano, al quale non intendiamo dare lezioni di stile (non ne abbiamo nessuna pretesa), che quei baresi tanto incivili come tot court vengono dipinti dal massimo dirigente della municipalizzata , sono quelli che pure pagano salatissimi balzelli comunali, quali la famigerata Tasi al 3,3 % fortemente voluta dal nostro primo cittadino e la Tari, tanto per citare le tasse più “amate”. Tasse che, è giusto ricordare ,servono anche a stipendiare, con risultati non certo entusiasmanti , anche i dipendenti dell’Amiu e pagare il lauto compenso al presidente Grandagliano che, a quanto ci è dato sapere, non è certo …”francescano”.
Piero Ferrarese
Pubblicato il 17 Febbraio 2015