“I comici sono persone che i potenti hanno sempre temuto”
Come e quando è nata la tua passione per il teatro?
E’ nata con me. Faccio teatro da quando avevo 14 anni e nella mia vita ho svolto diversi tipi di teatro, quello serio e quello comico, ho preso anche parte al circo equestre.
Cosa ti piacerebbe trasmettere con la tua arte comica?
Serenità, gioia, allegria. Ho la fortuna di far un lavoro che dispensa allegria, oltre a regalarmi tanta soddisfazione personale. Se è vero che la risata è terapeutica, posso dire di essere anche un buon medico.
A cosa stai lavorando attualmente?
Stiamo presentando a teatro due commedie, scritte da me e di cui curo la regia: “Pensavo fosse amore, invece calecchie” e poi “ Ultimo tango a Japigia”.
Cinema o teatro? E perché?
Ho sempre apprezzato di più il teatro, perché molto più immediato della tv e perché il teatro rappresenta un’opera unica. Quando l’attore sbaglia, non può più tornare indietro. Il teatro è verità, mentre il cinema è più meccanico.
Dopo tanti anni di spettacoli, ti capita ancora di avere attacchi di panico dinanzi al pubblico?
Una prima è sempre un’emozione, a parte il debutto ovviamente. Ho scritto anche un libro sull’argomento. Una prima è sempre una sorpresa, è come quando ti nasce un figlio e tu cerchi di capire se è tutto a posto e se è sano, poi ovviamente la situazione migliora, subito dopo la prima risata.
Che tipo di rapporto hai instaurato con i tuoi fans?
I miei fans vengono a teatro e quando mi chiedono foto e autografi, mi piace concedermi a loro, anche se a volte, purtroppo, sono costretto a rinunciare, poiché sono troppi.
Cosa ti dicono quando ti incontrano per le strade della città?
La prima cosa che gli viene in testa. A volte sono solo stupidaggini, ma sono molto simpatici. Mi rendo conto che è difficile affrontare un discorso serio per strada e quindi si limitano a chiedermi “Aho, aqquand ti tagghi l baff?”. Io cerco sempre di regalare loro un sorriso.
La tua famiglia ha sempre appoggiato le tue scelte?
Si, perché ho sempre avuto un grande successo sin dall’inizio e poi perché il mio teatro è sempre stato comico, divertente, senza parolacce. Ho bandito le parolacce e le volgarità dai miei spettacoli, proprio perché si rivolgono a tutti, ai più grandi e ai più piccini.
Che tipo è Nicola Pignataro in famiglia?
Sono un padre normale. Ho rinunciato a parte della mia carriera, per tenere unita la mia famiglia. Anni fa ho ricevuto delle chiamate e delle offerte di lavoro a Roma, dalla RAI, ma ho scelto di restare qui, proprio per mantenere la mia famiglia solida.
Cosa pensi della realtà meridionale?
Stiamo festeggiando i 150 anni dell’unità d’Italia, ma è proprio da quando l’Italia si è unita che siamo diventati “ i meridionali”, prima eravamo un popolo ricco, con un alto reddito pro capite. Credo che, se la mafia dovesse finalmente sparire, vivremmo molto meglio e il Sud tornerebbe finalmente ad arricchirsi.
Quanto pensi che possa aiutare la comicità nella situazione attuale?
I comici sono persone che i potenti hanno sempre temuto. Non temono tanto gli avversari politici quanto i comici, perché, scherzando e ridendo, il bravo comico dice sempre la verità, riuscendo ad essere ascoltato da tanta gente, che lo apprezza proprio per la sua sincerità.
Qual è la cosa più bella che la vita ti ha regalato?
La mia famiglia, una moglie meravigliosa e dei figli splendidi.
C’è un aspetto di te sconosciuto al pubblico?
La mia intimità, i miei sentimenti. Non conoscono i miei difetti e il mio essere padre e insieme figlio.
La tua comicità è sempre stata parte di te, anche da bambino?
Si, mia madre mi diceva che da piccolo tendevo sempre a primeggiare, a mettermi in mostra. Salivo sulla sedia e mi piaceva recitare e fare battute, ovviamente non possedevo la tecnica di oggi. Poi a 13 anni, ho ricevuto i miei primi applausi dopo una recita e lì capii che quella sarebbe stata la mia strada.
Se la tua vita fosse un film, quale sarebbe? E perché?
“Lassù qualcuno mi ama”, è un film che parla di un ragazzo, il cui sogno era quello di diventare un pugile, ma che prima di riuscire a realizzarlo, deve affrontare numerosi ostacoli. Credo che anche a me lassù qualcuno mi ami, perché sono stato molto fortunato nella vita, riuscendo a realizzare i miei sogni.
Nicole Cascione
Pubblicato il 30 Dicembre 2011