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I consiglieri in Procura per la perizia senza che Di Rella abbia annullato la votazione

Già quattro consiglieri comunali di Bari, Francesco Giannuzzi eletto nella lista ‘Decaro sindaco’, Salvatore Campanelli ed Antonio Mariani della lista ‘Decaro per Bari’, e la denunciante Irma Melini ex Forza Italia ed ora ‘Gruppo misto’, convocati dagli organi inquirenti, si sono sottoposti al ‘saggio grafico’ ordinato dalla Procura barese nell’ambito dell’inchiesta sul caso della offesa sessista, a danno della stessa Melini, riportata anonimamente su una scheda di una votazione a scrutinio segreto svoltasi durante la seduta di Consiglio comunale del 14 novembre scorso,per l’elezione dei rappresentati del Comune nella commissione che nomina i giudici popolari. I quatto già convocati hanno scritto nomi e frasi su diversi fogli, alla presenza dei carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura e di una esperta grafologa nominata dal pm. Nell’inchiesta, al momento a carico di ignoti, il procuratore aggiunto Roberto Rossi ipotizza il reato di diffamazione aggravata. Infatti, tutti i 23 consiglieri comunali che hanno partecipato alla votazione per eleggere i rappresentati comunale della commissione dei giudici popolari sono stati convocati in via Nazariantz, però non sono obbligati a sottoporsi al saggio grafico, in quanto si è tratta di una elezione a voto segreto, per cui la rivelazione attraverso una perizia calligrafica di come ciascuno di essi ha votato è facoltativa. Per la cronaca, in base alle notizie in nostro possesso, possiamo riferire che fino ad ora nessuno dei 23 consiglieri convocati per la perizia calligrafica si è rifiutato di aderire alla richiesta.  Le prove comparative proseguiranno nei prossimi giorni ed entro la fine della settimana dovrebbero essere effettuate per tutti i 23 esponenti consiliari. Poi, nelle settimane successive, la grafologa indicata dal pm procederà all’analisi comparativa con la scheda incriminata per identificarne, se sarà possibile, l’autore della ormai nota “parolaccia” riportata sulla scheda di voto accanto al nome “Irma”. Intanto, il presidente dell’Assemblea cittadina, Pasquale Di Rella (Pd), ha annullato la convocazione a venerdì prossimo, per una perizia calligrafica volontaria, alla quale avevano già aderito  alcuni dei 23 consiglieri presenti nell’ aula “Dalfino” lo scorso 14 novembre. Infatti, per scoprire, in via ufficiosa e senza ricorrere alla magistratura, l’autore dell’ignobile gesto, Di Rella ed il consigliere Michele Caradonna (che ha scrutinato la scheda in questione), avevano messo a disposizione duemila euro per una perizia calligrafica volontaria di ciascuno dei consiglieri che avevano partecipato al voto. Poi, però, l’iniziativa e’ stata annullata – ha spiegato Di Rella – “in ossequio alle indagini celermente avviate dalla magistratura” che, a partire da ieri (ndr – per chi legge giovedì) ha convocato tutti i 23 consiglieri per la perizia calligrafica. L’iniziativa del presidente Di Rella e del consigliere Caradonna verosimilmente era stata intrapresa per porre una “toppa” alla gaffe istituzionale che lo stesso Di Rella ha commesso nel dare pubblica lettura di quanto scritto su una scheda il cui voto era stato dichiarato nullo, benché su insistenza della consigliera Melini che, in un primo tempo, si era sentita leggere solo il nome Irma dallo scrutatore Caradonna, che si era immediatamente interrotto nella lettura del seguito riportato sulla stessa scheda. Inoltre, Di Rella ha poi dichiarato che “abbiamo assistito a una lesione
della immagine della donna in generale, peraltro consumata in un luogo istituzionale”. E sulla opportunità delle dimissioni da parte dell’autore del gesto, qualora fosse individuato, il presidente del Consiglio comunale barese ha rilevato: “Credo che debba effettuare una valutazione con la propria coscienza”. “Preciso che laddove si individuasse l’autore o l’autrice – ha aggiunge pure Di Rella – naturalmente si tratterà di un semplice indagato/a e non di condannato/a, almeno nell’immediatezza. E quindi la valutazione non potrà che essere personale”. “Poi – ha concluso il presidente del consiglio  cittadino – a quella personale forse seguirà anche quella politica. Ma questo lo scopriremo (ndr – forse!) solo nei prossimi giorni”. Considerazioni a parte, secondo qualche addetto ai lavori, il presidente Di Rella (qualora fossero effettuate le 23 perizie calligrafiche e, quindi, tutti i consiglieri sottoposti dalla Procura al “saggio” calligrafico confermeranno la disponibilità allo stesso) avrebbe dovuto avvertire che la votazione del 14 novembre scorso, per i due nomi eletti nella commissione dei giudici popolari, è necessariamente da annullare, perché essendo stata una elezione a voto segreto, qualora si identifica la scelta effettuata anche da un solo consigliere, la votazione diventa illegittima. Infatti, secondo lo stesso esperto di procedure di voto, il presidente Di Rella non solo avrebbe dovuto avvertire i consiglieri del rischio annullamento della votazione, ma nel contempo avrebbe dovuto anche acquisire per iscritto la disponibilità di ciascuno a sottoporsi al “saggio” in corso della magistratura, perché il mancato annullamento preventivo del voto del 14 novembre dovrebbe essere condizione di improcedibilità all’accertamento calligrafico già avviato dalla magistratura inquirente. Infatti, ha commentato lo stesso esperto, “non può di certo essere la magistratura ha determinare l’esito di una votazione a scrutinio segreto di un organo politico-amministrativo, qual è per l’appunto, il consiglio comunale, ma dovrebbe invece essere questo stesso ha deliberare l’annullamento della votazione, per consentire poi alla magistratura di poter procedere nella propria attività investigativa”. E, quindi, di rivelazione di come si è espresso segretamente ciascuno dei 23 consiglieri già convocati in Procura. Ma, forse, anche il finora mancato annullamento della votazione del 14 novembre prima delle perizie calligrafiche potrebbe essere un’altra marchiana “gaffe” istituzionale del presidente Di Rella. Ma intanto da ben 16 giorni la politica barese è ferma nella discussione su argomento sia pur grave, ma che comunque non ha nulla a che vedere con l’attività amministrativa e con i gravi problemi che assillano la città. E questo potrebbe essere verosimilmente un diversivo per ”chi” nel Palazzo comunale barese di corso Vittorio Emanuele sta producendo (intermini gestionali) poco, o quasi, e forse anche male per la comunità cittadina.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Novembre 2017

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