Cronaca

I docenti sotto la sede del consiglio regionale: “No all’esodo dei neoassunti”

Non sono bastate le rassicurazione del Ministro Giannini a scongiurare le proteste dei  docenti neoassunti trasferiti in sedi distanti dalla propria regione di residenza che ieri mattina si sono dati appuntamento per protestare sotto la sede della Regione Puglia, tra le più colpite dall’esodo. “Ad un anno dall’approvazione della riforma – sottolinea l’Anief –  si scopre che il legislatore ha prima illuso, lasciandoli a svolgere l’anno di prova quasi sempre nella propria provincia, e poi costretto tanti insegnanti a spostarsi anche a mille ed oltre chilometri da casa”. L’obiettivo rimane lo stesso, scrivono i sindacati in una nota: “Manifestare contro la legge 107/2015 denominata ‘La Buona Scuola’, che sta compiendo il più grande esodo forzato di insegnanti dal Sud al Nord della Penisola. Un vero e proprio disegno politico volto a penalizzare le regioni meridionali in favore di quelle settentrionali”. Del resto i numeri parlano chiaro: dal primo settembre saranno costretti a trasferirsi in altre sedi ben 1.700 insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado in Puglia, 700 in Basilicata e 5.000 in Sicilia. Ma le polemiche si concentrano soprattutto sull’algoritmo utilizzato dal MIUR per l’assegnazione delle cattedre, le cui modalità di incrocio dei punteggi e delle sedi non sono state ancora chiarite. “L’esodo, proseguono i sindacati, potrebbe essere scongiurato solo attraverso un’attenta verifica delle operazioni legate alla mobilità e soprattutto con la possibilità di riadeguare  le cattedre dell’organico  al fine di far rientrare in sede tutti i docenti trasferiti e recuperare così quel gap storico che vede il Sud penalizzato rispetto al Nord”. Inoltre, i docenti non ci stanno ad essere tacciati di vittimismo, accusati di volere il privilegio del ‘lavoro sotto casa’. In una nota, infatti, il Segretario generale CISL Scuola – Maddalena Gissi – spiega che: <>. Oltre al danno, quindi, anche la beffa: <>.  Non finisce qua: in un’analisi dettagliata pubblicata dal comparto scuola della CGIL emerge che la procedura adottata dal sistema informatico non ha rispettato quanto previsto dal contratto integrativo sulla mobilità sia per quanto riguarda il punteggio che l’ordine delle preferenze. Un errore ripetuto in maniera seriale per tutti gli aspiranti, pertanto l’eventuale correzione dell’errore per il singolo aspirante, oltre a coinvolgerne altre centinaia, non risolverebbe in alcun modo la generalità degli errori. L’unica soluzione – a detta dei sindacati- sarebbe quindi il rifacimento di tutte le operazioni di assegnazione delle cattedre.  Tra le mancanze più gravi rilavate, sempre dalla CGIL, nel sistema trasferimenti emerge che al termine delle operazioni di mobilità per scuola dell’infanzia e primaria, il Ministero ha fornito il quadro dei posti rimasti liberi dopo l’assegnazione per ambito, provincia e regione. Sottraendo da tali posti  quelli destinati ai docenti trasferiti è risultato che in numerosi ambiti restano dei posti liberi che rimangono quindi non assegnati ai docenti che ne avevano fatto richiesta come prima preferenza e che arbitrariamente sono stati traslati dal sistema in ambiti da loro indicati come seconda o terza scelta. Il risultato è che in molti casi, per le scuole del territorio meridionale, il numero di docenti sia insufficiente per il normale funzionamento delle attività scolastiche. Un bel problema se pensiamo che l’anno scolastico 2016-2017 è alle porte e non si possono escludere disservizi alla riapertura delle scuole se il MIUR non rivedrà le assegnazioni. Insomma la “Buona Scuola” di Renzi – Giannini continua a seminare proteste in ogni ambito, intanto migliaia di docenti neoassunti, oltre alla loro destinazione definitiva, attenderanno con ansia l’assegnazione definitiva della professoressa Agnese Landini, moglie del Premier Renzi, anche lei passata di ruolo lo scorso anno, dopo il precariato, ed assegnata (a due passi da casa sua) al Liceo Balducci di Pontassieve (Firenze) dove ha insegnato Lettere e Latino. Proprio in quell’occasione, intervistata da ‘Firenzepost’ aveva dichiarato che: <>. Se l’ha detto lei, ci possiamo credere.

                                                                   

Maria Giovanna Depalma 


Pubblicato il 9 Agosto 2016

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