Cronaca

I doppi incarichi non vanno giù ai delusi del Pd in consiglio regionale

Ai delusi del Pd in consiglio regionale proprio non va giù che sui banchi dell’Assemblea e, ancor più, su quelli della giunta siedano esponenti con doppi incarichi elettivi, seppur non incompatibili. Infatti, sostiene qualcuno dei delusi, in politica vi sono situazioni che pur essendo compatibili dall’ordinamento sono eticamente un vero pugno nello stomaco all’efficientismo istituzionale. E uno dei casi, sottolinea lo stesso esponente, è quello dei doppi incarichi che, non a caso, è vietato dallo Statuto del partito. Una regola, questa, che però non è la prima volta ad essere violata senza che nessun segretario, da quando nell’ottobre del 2007 è sorto il Pd, abbia mai puntato i piedi affinché fosse rispettata da tutti i suoi esponenti ed ad ogni livello istituzionale. In casa dei Democratici recentemente il capogruppo Michele Mazzarano si è dimesso dalla carica di consigliere del suo Comune, Massafra, per far posto al primo dei non eletti del suo partito che alle regionali di fine maggio si è speso non poco in campagna elettorale per la riconferma del suo compaesano alla Regione. In precedenza, però, Mazzarano è stato per cinque anni compresente sia nell’Aula di via Capruzzi che in quella del Comune della provincia di Taranto. Ma alla Regione Puglia a ricoprire un doppio incarico all’inizio di questa Legislatura non era soltanto Mazzarano che, come ricordato, si è dimesso da consigliere a Massafra, ma vi erano e, tutt’ora, vi sono ben otto casi, di cui tre nelle fila della opposizione di centrodestra e cinque tra quelle della maggioranza. Ma vediamo chi sono. Tra la minoranza c’è l’andriese Nino Marmo (Fi) che siede in consiglio regionale dal 1995 e già allora ricopriva il ruolo di consigliere comunale della sua città. Marmo nella penultima Legislatura regionale è stato anche vice presidente dell’Assemblea, ma ad Andria ricopriva contestualmente la carica di presidente del consiglio comunale. Lo scorso fine maggio l’esponente forzista è stato riconfermato nella Bat consigliere regionale e, contestualmente, alle comunali di Andria è stato rieletto consigliere di maggioranza. Sempre nella Bat, il neo consigliere regionale Francesco Ventola della lista “Oltre con Fitto” è anche componente dell’Assemblea comunale di Canosa di Puglia. Un altro neo consigliere regionale di opposizione, Luigi Morgante (Mps-Area Popolare), figura pure tra i doppio poltronisti, essendo consigliere al Comune di Manduria (Ta). Nelle fila della maggioranza a mantenere la doppia poltrona c’è pure un componente della giunta Emiliano, l’assessore alla Cultura e turismo Gianni Liviano, eletto nella civica “Emiliano sindaco di Puglia” che al Comune Ionico siede in consiglio nelle fila del Pd. Ma tra i 13 consiglieri regionali del Pd c’è anche il barese Marco Lacarra che a Bari continua a mantenere lo scranno nell’aula “Dalfino” forse per non lasciare il posto ad un collega di partito di diversa fazione, perché sarebbe probabilmente meno ligio alle ragioni del sindaco Decaro. Nel gruppo regionale del Pd figura con il doppio incarico anche un altro esponente “renziano” vicino al Primo cittadino barese, il barlettano Filippo Caracciolo, che nel suo Comune occupa un seggio nell’Aula consigliare con la carica di presidente dell’Assemblea. Tra i consiglieri comunali baresi c’è pure Alfonsino Pisicchio che ora, ricoprendo anche il ruolo di consigliere regionale eletto nella civica “Emiliano per la Puglia”, è nella posizione di doppio poltronista. Fino a qualche settimana fa Pisicchio era addirittura un triplo poltroni sta, essendo anche membro del consiglio metropolitano, nonché delegato del sindaco Decaro al Bilancio nella ‘Città metropolitana’, cariche queste da cui si è poi dimesso. Un altro esponente della maggioranza consigliare alla Regione, il foggiano Napoleone Cera (Udc), ricopre anche il ruolo di consigliere comunale a San Marco in Lamis (Fg). Questi i nomi di coloro che alla Regione stanno suscitando qualche mugugno, accompagnato da polemiche, per la loro posizione di doppio poltronisti. Però, le lamentele maggiori, per tale doppia posizione si registrano nel partito di maggioranza relativa, il Pd per l’appunto, nello Statuto del quale, come detto, c’è una norma disattesa dai più che vieta il doppio incarico. Ma gli unici ad essere indignati di detta violazione ed a dichiararlo sono gli esponenti regionali del gruppo del M5S, con in testa il capogruppo Antonella Laricchia, che protesta invano per un simile stato di cose. Una protesta, evidentemente, di natura etica e morale, ma a cui quasi tutti i consiglieri regionali del centrodestra e del centrosinistra sono risultati finora insensibili. Infatti, quasi tutti i doppio poltronisti si giustificano dicendo che il loro doppio incarico non produce per legge alcuna doppia indennità. E questa potrebbe essere una buona ragione. Ma forse oggi non basta più per giustificare un ceto politico che assomiglia sempre di più ad una casta, piuttosto che ad classe dirigenziale effettivamente democratica.      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 14 Agosto 2015

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