Cronaca

I familiari delle vittime: “Li hanno uccisi ancora una volta”

I parenti delle vittime dell’incidente ferroviario, avvenuto sulla tratta Corato-Andria, non ci stanno a liquidare come ‘errore umano’ la vicenda che ha portato via i loro familiari il 12 luglio scorso. La polemica è nata dopo le dichiarazioni, pubblicate sulla stampa nazionale, del direttore dell’Ustif di Bari -l’ingegner Pietro Marturano-  davanti alla Commissione d’indagine del Senato nominata dal Ministero delle Infrastrutture: <>.  Il convoglio fermo ad Andria e diretto a Corato – secondo Marturano- sarebbe partito nonostante il binario fosse già occupato dal treno proveniente da Bari: <>.  A conferma delle tesi di Marturano, ci sarebbero anche i risultati delle indagini effettuate dalla Procura di Trani dalle quali è emersa anche la manomissione dei registri di stazione per coprire la mancata telefonata di preavviso tra i due capistazione, a quanto pare, avvenuta ‘dopo’ e non ‘prima’ della partenza del treno. I familiari delle vittime non riescono ad accettare questo scarico di responsabilità sui capistazione e sul personale in servizio quel tragico giorno. La Signora Marianna Gaeta, sorella del capostazione Nicola Gaeta vittima della strage, replica alle dichiarazioni dell’Ustif: <>. Rincara la dose Daniela Castellano, figlia di Enrico Castellano vittima dell’incidente, che attacca Marturano: <>. Proprio sulla carenza di personale si è soffermata anche la Commissione ministeriale che durante un sopralluogo sui luoghi della strage ha annotato a verbale che il capostazione della Ferrotramviaria non bada solo ai treni: <>. Inoltre a gravare sul bilancio della strage, ci sarebbero anche diversi episodi, al vaglio della Procura di Trani, di incidenti sfiorati mai comunicati (pur avendone l’obbligo normativo) dalla direzione di Ferrotramviaria  all’Ustif limitandone, quindi, l’azione in termini di sicurezza: <>.  “Un dolore che si accentua sempre di più di fronte a tali dichiarazioni” è lo sfogo della signora Angela Cuzzi, mamma di Pasqua Carnimeo (Patti) morta il 12 luglio lasciando orfana una figlia di 3 anni: <>.  Certo è che il tentativo maldestro di scaricare le colpe ai livelli più bassi della gerarchia aziendale è una pessima abitudine che non sempre viene avallata dalla magistratura consenziente. Le condanne ai vertici di Ferrovie dello Stato per la strage di Viareggio del 2009 lo dimostrano: i colpevoli non sono sempre quelli “di comodo”.

     Maria Giovanna Depalma  


Pubblicato il 13 Aprile 2017

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