Cultura e Spettacoli

I fari di Apani ospitarono una comunità

A poca distanza dalla punta di Torre Guaceto spuntano dall’acqua, e solo di qualche metro, alcuni affioramenti rocciosi estesi poco più di un ettaro. Procedendo di due chilometri verso sud, in località Apani, ad un cinquecento metri dalla costa si notano altri due affioramenti rocciosi i quali per il fatto di essere appena più vasti ed elevati hanno meritato il ‘titolo’ di scogli (il sito ospitò una comunità nell’età del Bronzo). Il fatto che questo complesso di affioramenti si allunghi alla stessa distanza dalla linea di costa fa ipotizzare una diversa conformazione in antico della stessa. E’ possibile che gli affioramenti in questione costituissero i punti più elevati di una lunga lingua di terra che, partendo dalla punta di Torre Guaceto, si estendesse sino all’ultimo degli scogli di Apani. Si immagini allora un profondo bacino paralitorale delineato e difeso dalla sferza della tramontana e dalle insidie della correnti da una stretta e prolungata penisola. In altre parole, la cala più prossima alla Torre era il punto in cui si spegneva questo prezioso bacino naturale. Prezioso per il fatto di offrire alla rozze imbarcazioni del tempo un approdo sicuro come pochi. Niente di cui meravigliarsi, perciò, se le uniche tracce di insediamento umano (mura, resti di capanne e di ceramica) sono ubicate sugli scogli di Apani piuttosto che su quelli di Torre Guaceto. Quei villaggi fortificati avevano soprattutto la funzione di controllare l’accesso al bacino. Forse gli angoli più esposti dei villaggi svolgevano anche la funzione di fari. Fuochi notturni e alte colonne di fumo di giorno potevano segnalare l’ingresso al porticciolo (è il caso di osservare che in alcuni punti fra i ruderi si scorgono evidenti tracce d’incendio). Una comunità di pescatori-mercanti era dunque insediata nel sito. Poi un  bradisismo fece sprofondare la penisoletta risparmiandone solo i punti più elevati : gli affioramenti di Torre Guaceto e gli scogli di Apani (lo stesso fenomeno un mille anni dopo avrebbe fatto affondare la prima necropoli di Egnazia). Venendo meno la possibilità di offrire il massimo riparo alle barche, il sito perse gradatamente importanza come emporio, sino ad essere definitivamente abbandonato. In conclusione, non avvenne il contrario, ovvero che uomini dell’età del bronzo, ‘trovati’ gli scogli di Apani, abbiano deliberato di andarvi a vivere all’unico fine di tenersi al sicuro da aggressori. Quel tratto di Adriatico è storicamente insidioso per via delle correnti, oltre che per il flagello di venti e trombe d’aria. Perché sfidare cinquecento metri di mare nella prospettiva di non trovare su quegli isolotti approdi affidabili?

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 13 Settembre 2016

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