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I “gettonifici” periferici del Comune di Bari

A lamentarsi sono quasi sempre ed unicamente i cittadini della periferia nord di Bari, ossia delle ex frazioni di Palese e Santo Spirito, che quando fanno sentire la loro voce, attraverso appositi comitati o specifiche associazioni, portano sistematicamente a nudo le ataviche problematiche o sistematici disservizi del territorio. Infatti, è accaduto anche nuovamente che un’Associazione locale, prendendo spunto dalla recente festa di Torre Quetta, la nota spiaggia libera del litorale sud di Bari, abbia esternato attraverso il maggior quotidiano locale gli umori e le proteste di quei cittadini della parte nord estrema della costa barese che si sentono penalizzati rispetto a tutto il resto del litorale cittadino, che – come è noto – si estende da Fesca e San Girolamo fino a Torre a Mare, la frazione all’estremo sud del capoluogo, che è anche la località di residenza del Primo cittadino, Antonio Decaro. Cittadini, quelli di Palese e Santo Spirito, che, essendo trascurati anche per problematiche di ordinaria amministrazione, qual è un puntuale ed efficiente servizio di pulizia della costa e del lungomare, oltre che per questioni più particolari, quali l’abbattimento dei ruderi costieri, la carenza di parcheggi, arredo urbano ed tanto altro ancora, si sentono a pieno titolo, ma anche a ragion veduta, di serie “B” anziché di pari grado a quelli del restante tessuto urbano costiero di Bari. Però, quel che è strano agli occhi di tanti altri cittadini locali è come mai a denunciare in modo così plateale disservizi, degrado e mancati riscontri da parte dell’Amministrazione barese sono, soprattutto, quasi sempre comitati ed associazioni del posto, invece la preposta istituzione di decentramento comunale di Palese e Santo Spirito, il ‘Municipio 5’ per l’appunto, è pressoché silente o, secondo molti residenti locali, addirittura latitante nel far sentire all’Amministrazione centrale, con atti e fatti, il persistente stato di abbandono e degrado in cui è spesso lasciato il territorio di competenza. Eppure dalla lettura dei costi politici del Municipio di Palese e Santo Spirito emerge con chiarezza che questa istituzione interna comunale (come del resto anche le altre analoghe quattro del Comune di Bari) è un vero e proprio “gettonificio” per coloro che fanno parte del consiglio ed un lauto “indennizzificio” per chi lo rappresenta nella veste di presidente. Infatti, nel caso specifico del Municipio di Palese e Santo Spirito, le sedute delle commissioni consiliari sono ormai sistematiche (oltre a quelle ordinarie né è stata istituita anche qualcuna speciale), però gli atti di Consiglio in cui dovrebbe poi tradursi l’attività delle suddette commissioni sono alquanto esigui. In sostanza, come recita un noto detto locale, “la cera si scioglie, ma la processione non cammina”. Ed, in effetti, il costo politico del ‘Municipio 5’ alle casse comunali, e quindi per la collettività, è di circa 200mila Euro l’anno, vale a dire oltre 16mila Euro al mese tra indennizzo al Presidente e gettoni per i dieci consiglieri, ma i benefici ai cittadini per tali costi sono alquanto aleatori, se non addirittura inesistenti, perché anche per banali rivendicazioni di natura collettiva a far sentire la propria voce in maniera efficace con l’Amministrazione barese sono, ancora una volta, comitati ed associazioni, in qualche caso anche singoli cittadini, anziché l’istituzione preposta ed appositamente pagata per tale ruolo, visto che per quanto riguarda la risoluzione dei problemi del territorio il “nuovo Municipio”, al pari delle “vecchia Circoscrizione”, non ha né potere, né tantomeno risorse appropriate economiche per poter adempiere a tale compito. Allora, si chiedono in molti soprattutto nelle periferie cittadine come Palese e Santo Spirito, a che servono realmente nel capoluogo barese i Municipi di decentramento amministrativo, se non sono in grado, come per l’appunto quello di Palese e Santo Spirito, neppure di farsi da autorevole portavoce, con l’Amministrazione comunale di cui sono parte, delle esigenze e delle proteste dei cittadini che rappresentano? E qualora lo facessero senza ottenere pronti ed adeguati riscontri, non sarebbe forse il caso per consiglieri municipali e presidente di farsi sentire, oltre che con gli atti, anche mediaticamente attraverso emittenti televisive locali e quotidiani, anziché lasciare che siano esclusivamente gli “amministrati”  a far ciò attraverso gruppi spontanei od organizzati di semplici cittadini, che si preoccupano solo in modo volontaristico del cosiddetto “bene comune”? Infatti, se non c’è almeno questo impegno da parte dei rappresentanti municipali baresi, l’istituzione “Municipio” non sarà altro che, come lo è stato finora, un vero “business” mensile per “galoppini” e “manovalanza” della politica comunale barese. E per i cittadini dell’ex frazioni, come Palese e Santo Spirito, da una parte, e Carbonara-Ceglie e Loseto, dall’altra, non resta che sperare in un risveglio dell’ondata indipendentista. E, quindi, in un eventuale e futuro Comune autonomo, scisso dal capoluogo.        

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 25 Aprile 2017

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