Cultura e Spettacoli

I guerrieri di Vaste

Di aree archeologiche è piena la Puglia ; saranno un centinaio, tre quarti delle quali ignote ai più. Modesto il numero dei visitatori che possono assommare in un anno. Un’utenza che si attesta fra i quaranta e i settant’anni. Dove sono i giovani, i giovanissimi soprattutto? Non venissero questi ultimi ‘deportati’ dalle scuole non si vedrebbe un ragazzo a Egnazia, al Dolmen della Chianca, al Parco delle Mura di Manduria. Perché questa ripulsa verso le aree archeologiche, ancor più che verso i musei canonici?  L’appunto più frequente è la ‘piattezza’ del paesaggio. A Vaste hanno saputo fare tesoro di questa lezione, sicché il Parco di quella cittadina ha restituito ‘verticalità’ alla fantasia avvalendosi dell’opera di uno scultore. Classe ’51, Ferruccio Zilli lavora prevalentemente col metallo, che modella ispirandosi ai valori della sua terra (è di Cavallino). Ama soprattutto ‘ritagliare’ figure, disegnare sagome a dimensioni naturali. Quelle degli antichi combattenti gli riescono meglio di tutte. Per il Museo Diffuso di Cavallino ha realizzato due contrapposte falangi di guerrieri messapici. Ma il meglio di sé lo ha dato a Vaste, dove esiste un museo all’aperto di circa venti ettari nel punto in cui migliaia d’anni fa prosperò una delle più importanti città messapiche. Lì, a spezzare la ‘piattezza’ di questo vasto spazio segnato da una necropoli, dalle fondamenta di un tempio pagano e dal tracciato delle mura, intervengono le sagome in ferro di cinque guerrieri.  L’impatto visivo è così forte che questo museo è stato ribattezzato ‘Parco dei guerrieri’. Sparpagliate, dritte in mezzo all’erba, queste sagome sembrano come spuntare dal sottosuolo, tant’è che la vicinanza di tante sepolture ispira l’idea di uno spettrale ritorno in vita. Una figura brandisce la lancia in orizzontale come a voler rintuzzare l’assalto d’immaginari nemici, un’altra tiene l’arma inclinata a 45° in un gesto plastico, intimidatorio e fiero, un’altra ancora appare di sentinella… Figure snelle e suggestive che prendono al cuore ed evocano un passato glorioso, ancorché oscuro. Purtroppo non a tutti esse ispirano lo stesso sentimento. Fra i visitatori gli ‘autoscatto con guerriero’ si sprecano (per non dire di chi si avvicina al modello e si fa ritrarre mentre ne scimmiotta la posa). Ma se per il turismo di bassa qualità questi manufatti fungono di fatto, e involontariamente, da specchietti per le allodole, ben vengano lo stesso. Lo snobbato patrimonio archeologico di casa nostra ha bisogno di rastrellare turisti, specie se vengono da vicino. – Nell’immagine, una delle opere di Zilli che ornano il Parco dei Guerrieri di Vaste. 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Giugno 2017

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