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I laboratori privati di analisi pronti a sospendere le prestazioni in convenzione

Alla valutazione della Corte costituzionale la norma pugliese che consente gli accreditamenti al SSR anche con 200mila prestazioni annue in forma collettiva

I laboratori di analisi cliniche pugliesi convenzionati con il Servizio sanitario regionale sono sul piede di guerra contro il Ministero della Salute che, con il sostegno del nuovo governo Meloni, lo scorso gennaio ha reso noto al Dipartimento della Regione Puglia il proprio “disappunto” per non aver recepito integralmente la direttiva della Conferenza Stato-Regioni, che per i laboratori privati richiede come presupposto – per conservare il rapporto di convenzione con le Asl – di effettuare almeno 200.000 prestazioni annue da parte di ciascuna struttura convenzionata. Però, se tutte le sigle delle associazioni sindacali di categoria sono sostanzialmente d’accordo nel contestare l’interpretazione di detta direttiva, non sono altrettanto compatte sulle forme di protesta da adottare contro il disappunto governativo e, quindi, contro l’imposizione di richiedere la soglia minima di 200mila prestazioni annue per ogni singolo laboratorio privato accreditato. Infatti, in Puglia alcune sigle sindacali di categoria hanno già fatto sapere di voler effettuare una serrata che prevede la sospensione, da giugno in poi, di tutte le prenotazioni a carico del SSR che così sarebbero scaricate interamente sulle sole strutture pubbliche, che evidentemente sarebbero oberate di richieste a cui non sarebbero verosimilmente in grado di assolvere in tempi rapidi e, quindi, con gravi disagi soprattutto per l’utenza pugliese che, per ragioni di reddito, è in esenzione totale o, al più, effettua le analisi cliniche con il solo pagamento del ticket. Modalità di protesta, questa, da cui però nella nostra regione si è dissociata l’Anisap, ovvero l’Associazione nazionale delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private, che in Puglia è guidata da Francesco Facchini, in qualità di presidente regionale. Le ragioni di detta non condivisione di Anisap-Puglia della settata preannunciata dalle altre Organizzazioni categoriali pugliesi dei laboratori di analisi cliniche le ha chiarite con una nota lo stesso Facchini, spiegando che la sola sospensione delle prestazioni in convenzione “è una forma debole di protesta”, perché non c’è  chiusura dell’attività laboratoriale e, inoltre, trattasi di una forma di protesta “così lontana dal Palazzo della Corte costituzionale” (ossia dell’Autorità istituzionale a cui il governo nazionale ha fatto ricorso per presunta illegittimità costituzionale della norma pugliese contestata) che – secondo il presidente di Anisap-Puglia – non è da condividere minimamente. Infatti, ha rimarcato ancora Facchini, “Anisap lancia un messaggio chiaro e diretto alle Istituzioni” per “riaprire il confronto, ritornare a discutere al Tavolo regionale e riprendere i ragionamenti (e gli accordi raggiunti) lì dove sono rimasti”. Difatti, Facchini ha chiarito ulteriormente la linea scelta da Anisap sulla problematica, spiegando che “se la Corte costituzionale ‘cassa’ l’art. 23 della legge 30/2022 la Regione è condannata a riprendere la DGR 736/2017 e rimodularla secondo il dettato della normativa nazionale (le 200.000 prestazioni annue sono un vincolo da calcolarsi per ogni laboratorio)”. “Viceversa – ha sottolineato ancora il presidente pugliese di Anisap – se la Regione vince e l’articolo 23 non viene cancellato, con buona pace di tutti i laboratori, si potrà continuare a lavorare in Rete, sapendo che il ‘benedetto’ vincolo delle 200.000 prestazioni annue è da calcolarsi per ogni aggregazione di laboratorio”. Quindi, sostanzialmente, per Anisap-Puglia è meglio attendere il pronunciamento della Corte costituzionale prima di avviare forme di protesta il cui unico risultato è quello di creare disagi ai cittadini-utenti dei laboratori di analisi cliniche privati. Certo, fare previsioni su quello che potrebbe essere il pronunciamento della Corte è – a detta di Facchini – difficile da pronosticare. Però, ha concluso il rappresentante pugliese di Anisap, “gli attori locali tutti di questa vicenda sono per la difesa di tutte le strutture, piccole o grandi che siano, da nord a sud del territorio pugliese”, però certo è che nel settore “nuove nubi si presentano all’orizzonte, rappresentate da norme appena varate a livello nazionale e che introducono nel nostro sistema sanitario alcuni elementi destabilizzanti per la categoria e favoriti dal così detto DL Concorrenza”. Norme che – come chiariti dallo stesso Facchini – consentono a nuovi players di affacciarsi nel settore della diagnostica di laboratorio e costituiti da società di grandi dimensioni, ossia multinazionali già presenti in diversi mercati europei che nel nostro Paese acquistano le strutture locali, per poi inserirle in una propria Rete, rendendo così più difficile la sopravvivenza dei laboratori clinici privati esistenti che non riescono a raggiungere determinati “target” di prestazioni annue.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Aprile 2023

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