Primo Piano

I mal di pancia della maggioranza sul Piano sanitario

 

La prima occasione utile per parlare di Sanità, dopo la recente trasferta romana in cui si è discusso delle coperture finanziarie necessarie al nuovo Piano di riordino ospedaliero della Puglia non ancora approvato, il governatore Michele Emiliano l’ha avuta ieri a margine del saluto istituzionale al congresso degli ingegneri clinici in corso a Bari. Infatti, parlando con i giornalisti in merito allo “stato dell’arte” regionale di riforma della rete ospedaliera pugliese, il presidente della Regione ha esordito: “Ieri siamo stati a Roma a parlare di conti, e i conti stanno quadrando. Tra qualche giorno cercheremo di capire se questa nostra rivoluzione, che stiamo progettando, piace anche al ministro della Salute”. Emiliano ha poi aggiunto che “se le cose andranno bene potremo concentrarci su circa 30-31 ospedali (che residuano dalla conversione dei 9 nosocomi inseriti nel Piano di riordino), e speriamo che questi ospedali possano ulteriormente diminuire”, sottolineando che tale ulteriore auspicio di diminuzione non è per cattiveria, ma perché l’attuale governo regionale ritiene che “meno sono gli ospedali meglio possono essere presidiati, gestiti, attrezzati. E più personale si può mettere in ogni singolo luogo”. “Si entra negli ospedali – ha inoltre sottolineato Emiliano – nei casi in cui è assolutamente indispensabile, possibilmente con diagnosi già definite. Dopodiché l’ospedale non é necessario sia proprio a due passi da casa tua. L’importane é che la rete della emergenza ti consenta di arrivare al posto giusto nei tempi previsti”. “Purtroppo questa cosa – ha rilevato ancora il governatore pugliese- fa arrabbiare i sindaci perché sono convinti che le elezioni dipendano dal fatto che l’ospedale rimanga sotto casa dei loro elettori”. Però, ha esclamato Emiliano, “i loro elettori-pazienti non stanno meglio se l’ospedale é vicino, stanno meglio se l’ospedale funziona”. “E – per il Presidente della Regione Puglia – perché un ospedale funzioni senza fargli tirare fuori troppo denaro che viene sottratto ad altri impieghi anche sanitari, bisogna fare in modo che (ndr – i presidi ospedalieri) siano il minimo possibile”. Tesi, questa, che evidentemente – come Emiliano ben sa ed ammette – “indispone ancora qualcuno”. Ma, a detta del governatore pugliese, “i cittadini lo hanno capito” anche se “c’é ancora qualche politico che ha la campagna elettorale e che non l’ha capito”. “Ma – ha concluso Emiliano –  arriveremo a questa maturità”. Alle ottimistiche dichiarazioni del governatore pugliese rispondono invece alcuni esponenti regionali di opposizione che lo accusano di voler fare tutto da solo, ma soprattutto di non volersi confrontare in materia di Sanità con tutte le forze politiche presenti nell’Aula di via Capruzzi. I 4 rappresentati regionali dei “Conservatori e Riformisti” (Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola), in particolare, fanno notare che non sono soltanto loro a sostenere “che il Piano di riordino ospedaliero (ndr – di Emiliano) è “incoerente, incompleto e insufficiente”, perché – come riferisce un importante testata giornalistica locale, il Corriere del Mezzogiorno, anche il sottosegretario alla Sanità Vito De Filippo del Pd, ossia dello stesso partito di Emiliano, è dello stesso avviso. Ed, ironia della sorte, mentre esponeva tale tesi, rispondendo ad un’interrogazione alla Camera in materia, contemporaneamente il direttore pugliese del dipartimento alla Salute, Giovanni Gorgoni, veniva sullo stesso argomento “bacchettato” dai dirigenti del ministero della Salute. Infatti, secondo gli esponenti di Cor, Emiliano si sta rivelando “un presidente che dimostra  una totale incapacità di ascolto e una scarsa propensione al confronto, che lo raffigura come il ‘potente di turno’ chiuso in un castello dorato che nel segreto delle stanze prende le decisioni, servendosi di propri signorotti da egli stesso elevati a rango di cavalieri, senza tener conto delle sofferenze e delle tasse che impone al suo popolo”.  Di ben altro tenore la critica rivolta dal capogruppo di Forza Italia alla Regione, Andrea Caroppo, chi in una nota afferma: “Da dieci anni il copione è sempre lo stesso: la Puglia non riesce a fare ‘i compiti a casa’ e ad ogni incontro con il governo nazionale in tema di Sanità, torna con la coda fra le gambe. Purtroppo, pare che anche stavolta la nostra Regione si sia dimostrata incapace di programmare il rilancio del servizio sanitario”. E il capogruppo forzista, dopo aver ricordato le precedenti chiusure di ben 22 ospedali, il blocco del ‘turn over’ ed il mancato raggiungimento degli obbiettivi previsti dal sempre precedente Piano operativo triennale della Sanità, conclude: “Fino a quando non si comincerà a governare seriamente la Sanità, la Giunta regionale sarà redarguita dal governo come un alunno trovato impreparato dall’insegnante”.Ad auspicare “un confronto e una discussione aperta e costruttiva” sull’argomento è anche il consigliere regionale Luigi Morgante di Area Popolare, che in una nota rileva la necessità di rimodulare la bozza del nuovo Piano ospedaliero. Un Piano che – per l’esponente di Ap – ha suscitato legittime critiche, allarmi e polemiche”, in modo da “offrire ai pugliesi una sanità finalmente all’altezza delle sfide e delle esigenze del nostro tempo”. Infatti, aveva rilevato sempre Morgante all’inizio del suo comunicato, “Il mancato via libera definitivo alla bozza di Piano di riordino ospedaliero presentato a Roma dall’esecutivo regionale può paradossalmente offrire l’opportuna preziosa di completarlo e migliorarlo, esaminando e approfondendo in particolare le criticità e le contraddizioni che hanno fatto emergere i sindaci e i vari attori istituzionali succedutisi in queste ultime settimane nelle varie audizioni in Commissione sanità, e che hanno raccolto e rappresentato in vari modi e ferme le proteste e le istanze delle comunità di riferimento. In particolare nel territorio Ionico, il Piano va profondamente rivisto”. Però, ci sarebbe forse da chiedersi: “Ma il governatore pugliese è davvero intenzionato a rimodulare il Piano tanto contestato da alcune fette consistenti di comunità locali oppure talune decisioni di privilegiare alcune parti del territorio e penalizzarne altre non sia stata una scelta premeditata e ben definita solo per dei capricci politici di Emiliano?”. Ma questo è il dubbio che arrovella più di un consigliere regionale. Soprattutto tra quelli della stessa coalizione di maggioranza che sostengono in Aula il neo governatore pugliese. Le risposte, però, non tarderanno ad arrivare, come pure i nodi al pettine nella maggioranza di centrosinistra che proprio sul nuovo Piano sanitario regionale presenta più di un mal di pancia al proprio interno.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 9 Aprile 2016

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