Cronaca

“I malati hanno diritto a un cappellano presente e stabile”

 

 In una dichiarazione rilasciata al nostro giornale, un valente medico del Di Venere di Carbonara, il dottor Leonardo Damiani lamentava, da credente, una criticità (tra le tante): il servizio del cappellano, non sempre puntualissimo. Più in particolare rimarcava la scarsa assistenza spirituale ai malati, ma anche a chi vi lavora, specialmente nel periodo estivo. Rintracciato, il dottor Damiani ha riconfermato: ” Nella cappella dell’ ospedale non si è tenuta messa ed io stesso l’ho seguita in tv, un fatto inconcepibile soprattutto per i malati, anello debole, categoria che dovrebbe essere più protetta anche secondo il dettato del Vangelo”.  Le cose stanno in questo modo. La cura spirituale e pastorale dell’Ospedale è affidata al padre indiano Joseph Peter degli Oblati Giuseppini i quali hanno la loro comunità a Ceglie. Dopo vari tentativi, una mail indirizzata al superiore, mai riscontrata (che…umiltà), abbiamo rintracciato il cappellano il quale con grande.. ” cortesia”, ha detto: ” non parlo con i giornalisti che lo scorso anno hanno fatto solo pettegolezzi”. Già perchè questo problema si trascina da un anno, ma dalla Curia risposte zero. Su questo problema abbiamo interpellato padre Leonardo Nunzio Di Taranto, cappellano al Policlinico e responsabile della Pastorale sanitaria della diocesi.

Padre Di Taranto, malati e personale credente del Di Venere devono affrontare il problema di  un servizio di cappellania in estate non sempre presente, perchè?

“Non sono informato su questo, ne prendo nota e se le cose stanno così me ne dolgo, i malati, hanno diritto ad un cappellano presente e stabile. In casi del genere magari sarebbe opportuno da parte del diacono che amministra la comunione contattare il sacerdote disponbile per reperibilità”

Concorderà che non è una bella situazione…

“Me ne rendo conto. Il problema è la carenza di sacerdoti, specialmente nel periodo estivo. Siamo in pochi. Per altro verso, il malato non può essere lasciato solo e ha il diritto a un’attenta cura pastorale e soprattutto alla messa della Domenica. Da quel che so, il cappellano del Di Venere fa parte degli Oblati e se non ci può andare dovrebbe essere la stessa comunità a supplire. Altrimenti, e penso che questa possa essere una soluzione abbastanza praticabile, un parroco a turno di Carbonara potrebbe occuparsene quando e se il cappellano è assente o impedito.  Magari, mandatemi una nota scritta per poterla girare al vescovo, in modo che possa provvedere”

La cautela di Padre Di Taranto è certamente comprensibile. Ma una domanda si pone: è proprio questa la cosiddetta Chiesa in uscita e misericordiosa che vuole e chiede il Papa? Burocrazia anche per le anime? E’ bene ricordare che ci si ammala anche in Estate e che chi è ricoverato ha diritto al cappellano a regime pieno, non a mezzo servizio. Indubbiamente, in una sanità che cade a pezzi, qualcuno potrebbe osservare: che volete che conti il prete? La tesi della carenza di sacerdoti regge sino ad un certo punto, visto che alcune messe sono celebrate ( ricorrenze e particolari) addirittura con più di due sacerdoti. Ma, evidentemente si è maggiormente interessati agli eventi che ai malati. La risposta al vescovo, sempre che tra un cineforum e l’altro, trovi il tempo di dire la sua.

Bruno Volpe


Pubblicato il 21 Luglio 2016

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