Cronaca

I medici baresi “vittime” anche dai vigili urbani, oltre che della malasanità

In Puglia, a volte, non sono soltanto i pazienti ad essere vittime della malasanità, ma a subire le conseguenze negative di un sistema ormai allo sfascio possono essere gli stessi operatori sanitari, come è accaduto nel capoluogo pugliese lo scorso 4 settembre alla psichiatra Paola Labriola, che è stata facilmente assassinata da un paziente nell’ambulatorio di igiene mentale dell’Asl, perché non c’era alcun vigile a tutela della sicurezza degli operatori in servizio. Però, sarebbe davvero una beffa per i medici baresi se, oltre a rischiare l’incolumità fisica durante il  turno di lavoro negli ambulatori dell’Asl, o in quelli di pronto soccorso, per carenza di vigilanza, dovessero invece rischiare anche di essere oltraggiati moralmente da parte di qualche agente del traffico che, per eccesso di vigilanza, o intransigenza, sanziona l’automezzo del medico, quando è in visita domiciliare d’urgenza. Il “caso” citato potrebbe sembrare inverosimile, perché sarebbe come multare un’autovettura che transita un incrocio col rosso mentre effettua un soccorso, benché il conducente abbia messo in atto tutte le precauzioni previste dal Codice della strada nel caso in specie, perché obbligato a salvare la vita umana più che al rispetto del semaforo. Sta di fatto, però, che a Bari capita pure che qualche zelante vigile urbano possa avere tanto a cuore il rispetto del codice stradale che gli sfuggono le deroghe in esso pur previste. E di questa dimenticanza, da parte di qualche agente della Polizia municipale barese, si lamenta un operatore sanitario cittadino in una lettera inviata ieri al presidente provinciale dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli, al quale ha segnalato l’episodio accadutogli in una via di Bari, per aver provvisoriamente posteggiato in modo irregolare durante il turno di servizio, mentre era intervenuto a prestare soccorso ad un paziente grave. Il malcapitato professionista, oltre ad esporre nella missiva i fatti di cui si duole, ha invitato il presidente Anelli ad intervenire, nella sua qualità di rappresentante del consiglio dell’Ordine dei medici, presso il Comune e la Prefettura di Bari, affinché episodi analoghi non si ripetano. E, quindi, che i medici baresi, durante il servizio di assistenza domiciliare d’urgenza, non diventino “vittime” di qualche vigile urbano che eleva contravvenzioni, senza neppure guardare la documentazione esposta sul parabrezza anteriore dell’autovettura in sosta vietata o che, pur essendosi accordo successivamente alla compilazione del verbale, non riporta quanto riscontrato sull’apposita casella dell’avviso d’infrazione depositato sullo stesso parabrezza. Infatti, rileva il malcapitato medico nella lettera inoltrata al Presidente dell’Ordine:“L’ultima multa ricevuta dal sottoscritto, durante una visita domiciliare urgente, e’ stata elevata da un vigile che ho incontrato sul posto appena dopo la compilazione della nota di accertamento e sosteneva di non essersi accorto che sul parabrezza anteriore esisteva la predetta documentazione  medica”. Poi, continuando nella descrizione dei fatti, fa presente che “Pur avendo fatto presente tale svista, il vigile si rifiutava di annotare sull’avviso di contestazione l’apposita casella che prevede di riportare quanto esposto sul parabrezza anteriore della vettura contravvenzionata, ma limitandosi solo a scusarsi ed a suggerirmi di recarmi al Comando di P.M. per chiedere l’annullamento, a cui lui stesso assicurava di dare parere favorevole, perché – a suo dire – non era nelle sue facoltà poter annullare seduta stante la multa elevata sia pur illegittimamente”. E questo forse è l’aspetto più grave della vicenda poiché, come lo stesso medico rileva nella segnalazione del caso al presidente Anelli “Tale leggerezza pregiudica notevolmente le possibilità di contestazione e l’esito della richiesta di annullamento del verbale da parte dell’interessato che, quando capitano casi del genere, paradossalmente è tenuto ad ottemperare ai doveri di medico, ma gli si preclude la possibilità di contestare efficacemente la multa illegittima”. Nella stessa missiva il mittente, inoltre, sollecita il destinatario ad intervenire sul Sindaco di Bari, Michele Emiliano, e sul Comandante del Corpo dei Vigili urbani, Stefano Donati, affinché ricordino ai controllori cittadini del traffico che anche i medici, durante l’espletamento del proprio lavoro, sono a tutti gli effetti equiparati a pubblici ufficiali “Per cui – si rileva sempre nella lettera ad Anelli –  sarebbe opportuno che, anche per quanto riguarda i ricorsi avverso talune contravvenzioni, le richieste di annullamento vengano vagliate con la dovuta attenzione e, nei casi di dimostrata urgenza, si provveda a porli nel nulla da parte del Comando stesso di P.M. senza procurare, a noi medici, ulteriori fastidi e perdite di tempo inutili, oltre che costringerci a costosi ricorsi, avverso tal genere di multa, presso il Prefetto o addirittura all’Autorità giudiziaria competente”. E conclude con una stilettata: “Tutto questo solo per vederci riconoscere il diritto a non essere perseguiti per siffatte fattispecie di pseudo infrazioni, commesse per ottemperare ad un inderogabile obbligo professionale, qual è quello di salvare le vite umane, che è ovviamente privilegiato anche dalla legge (oltre che dal buon senso!) rispetto a quello del divieto di parcheggio in zona non consentita, previsto dal Codice della strada”. Ma questa spiacevole vicenda, che ha visto protagonista uno stimato professionista barese della Sanità, forse non è ancora finita, perché il malcapitato medico, sanzionato illegittimamente per l’auto fuori posto,  per vedersi riconosce il dovere professionale al soccorso, che è sicuramente prevalente rispetto a quello di regolare parcheggio, probabilmente dovrà intraprendere un contenzioso contro l’Amministrazione comunale barese, che verosimilmente non si accontenterà di un’istanza motiva  per porre nel nulla la pseudo infrazione, ma lo costringerà ad un ricorso amministrativo innanzi al Prefetto, o ad uno giudiziario dinanzi al Giudice civile. Col rischio pure per il ricorrente che, anche in caso d’accoglimento, il Comune impugni comunque dinanzi ai gradi superiori di giudizio. E, come è noto, il sindaco Emiliano per il rispetto della legalità a tutti i costi è disposto a tutto. Soprattutto se a pagare i costi dei contenziosi sono i contribuenti baresi. Il “caso” di Punta Perotti docet.     

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Dicembre 2013

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