I migranti rifiutano la tendopoli e il Comune forse ritira la gara per i container
Continuano a ritmo quasi incalzante le manifestazione davanti alla Prefettura di Bari, organizzate dai migranti che stazionano nella tendopoli ex-Set di Bari, ai margini del quartiere Libertà. Subito dopo c’è qualche altro incontro in Prefettura, alla presenza di rappresentanze di Comune e Prefettura, magari per ribadire che nei prossimi giorni verranno rilasciate le residenze per permettere ai migranti di adempiere a tutte le pratiche ed obblighi richiesti, tra cui il rinnovo del permesso di soggiorno. Per quanto riguarda i tempi di permanenza nella tendopoli e la destinazione successiva, le Istituzioni ricordano la disponibilità di 1,6 milioni di euro per l’accoglienza dei migranti rifugiati politici, per costruire il nuovo quartiere loro riservato all’interno di una cinquantina di ‘moduli abitativi’, così come li chiamano funzionari e tecnici di Comune e Prefettura. Ed anche se ancora non sono stati specificati i tempi precisi di attuazione, sul progetto che prevede la disponibilità di offrire prefabbricati come soluzione definitiva si sono già espressi i diretti interessati e i volontari delle organizzazioni sociali, molto chiaramente: “”In quel ghetto freddo d’inverno e torrido d’estate noi non ci adiamo””. Quindi, i migranti ospitati nella tendopoli di via Brigata Bari non ci stanno ad essere sballottati da una parte all’altra, oggetti e non soggetti al centro della solita marea di fondi e finanziamenti che vanno puntualmente a finire nelle tasche di imprenditori senza scrupoli, a Bari come a Roma e dappertutto. Il Comune di Bari ha deciso di trasferire i rifugiati “ospiti” della fatiscente tendopoli sita nel capannone dell’ex-Set (le cui condizioni igienico-sanitarie sono a dir poco scandalose), in container (o prefabbricati in metallo, come preferisce chiamarli il sindaco) collocati vicino alla Fiera del Levante, ma i tempi dopo la gara celebrata l’estate scorsa si allungano. E se il contratto con la ditta di Massafra che s’è aggiudicata la fornitura dei cinquanta container -più servizi- è slittata a data da destinarsi (doveva essere firmato tra i rappresentati del Comune e quelli della IF Group all’inizio del mese poi è slittato a data a destinarsi) i migranti hanno una proposta alternativa: utilizzare i tanti soldi che le Istituzioni intendono investire nella costruzione del loro ghetto pieno di container e prefabbricati, per autorecuperare tutti quegli spazi pubblici abbandonato e sistemarsi lì.
Per discutere di questo e altro, è stata decisa una’altra assemblea all’interno dell’ex-Set dopodomani pomeriggio, riprendendo l’appello rivolto alla cittadinanza già sottoscritto da tanti e tante cittadini/e. Dunque, alle sedici di sabato 24 è convocata un’assemblea all’ex-Set aperta a chi ha sottoscritto l’appello, o a chi lo farà, per confrontarsi su come procedere e portare di nuovo all’attenzione delle istituzioni le istanze dei migranti. Si riparlerà probabilmente delle proposte, come detto, di utilizzare quelle risorse economiche disponibili dopo che da gennaio i migranti e la rete di associazioni che li sostiene hanno scritto e diffuso una “lettera aperta” alle Istituzioni –puntualmente riportata su queste colonne- per far conoscere la loro situazione precaria e le condizioni di vita difficili all’interno della tendopoli ex-Set di Bari. Per tutta risposta l’assessore ai Lavori Pubblici Galasso ha spiegato che sono stati destinati e verranno utilizzati un milione e seicentomila euro per allestire dei ‘container’ come sistemazione definitiva, anche se adesso pare che l’amministrazione abbia optato per un momento di riflessione, sulla vicenda. Le associazioni, invece, la loro risposta sulla risoluzione de problema seconda accoglienza l’hanno sempre avuta chiara dal primo momento. <
Francesco De Martino
Pubblicato il 22 Ottobre 2015