I “nodi” al pettine della nuova scuola materna di Macchie
I “nodi” al pettine per una scuola materna bellissima, quella inaugurata lo scorso anno nel rione palesino di Macchie, ma (come avevano già dichiarato a questo giornale più di un anno fa alcuni cittadini del posto) realizzata nel luogo sbagliato. Infatti, come ebbero a rilevare quegli stessi palesini che, oltre a denunciare le note problematiche ambientali (ndr – eccessiva vicinanza della nuova scuola materna all’area di atterraggio e decollo aerei) che interessano il sito in cui è stata costruita la scuola materna, sarebbe stato forse il caso, prima di procedere con la realizzazione, di chiedersi da parte dell’Amministrazione barese: “Quanti sono effettivamente gli alunni del rione Macchie in età da scuola materna?”. Secondo quanto sostenevano questi stessi cittadini, che disapprovano la scelta del Comune di aver ricostruito, dopo dieci anni, un plesso scolastico forse non più necessario a Macchie, il numero di bambini in età da scuola materna presenti in questo rione di Palese sarebbe stato, nella migliore delle ipotesi, di non oltre venti unità. Infatti, già dal suo primo anno di attività, per poter popolare le due aule della nuova materna di Macchie è stato necessario far confluire gli alunni da altri rioni della ex frazione. Quindi, da fuori bacino, perché il numero di allievi in età da scuola materna residenti a Macchie è in tutto di appena 13 unità. Quindi, genitori che verosimilmente avrebbero trovato più agevole far confluire i loro figli in altro plesso scolastico della ex frazione, magari pure più vicino da raggiungere di quello realizzato a Macchie, sono stati invece costretti ad iscrivere i loro bambini, sia lo scorso anno che quest’anno, alla materna comunale di Macchie. E, oltre al procurato disagio, puntualmente è giunta anche la “beffa” per le famiglie palesine degli alunni che frequentano la scuola materna di Macchie, ma che non risiedono in quel rione, perché il Comune, a partire da questo secondo anno di entrata in funzione di questa nuova scuola materna locale, si è pure preoccupato di chiede il pagamento della sovratassa di trasporto scolastico, nonostante a mandare fuori bacino quegli alunni sia stato lo stesso Comune che dovrebbe invece garantire sia la frequenza della scuola del bacino di appartenenza, sia il trasporto.A sollevare la paradossale “questione” determinata di recente a Palese dall’Amministrazione barese, con la realizzazione di una scuola materna in un rione ormai quasi senza più alunni per quella fascia scolastica, è stata la consigliera comunale Irma Melini, che in una nota si dichiara lieta per il risultato ottenuto a non far pagare la sovrattassa di trasporto scolastico, dopo le numerose proteste giunte a Palazzo di Città dai genitori degli alunni che frequentano la materna di Macchie e che risiedono in altro bacino,e che nel contempo è intervenuta anche per tentare di estendere tale esenzione anche agli alunni di tutte le altre scuole cittadine che usufruiscono del trasporto scolastico comunale e che si trovano nelle stesse identiche condizioni degli alunni “fuori bacino” di Macchie. Infatti, ha dichiarato Melini: “Ho provato invano a spiegare all’assessore Romano che questo problema non si risolve, come intende fare, aggiungendo al bacino della scuola di Macchie le vie dei bambini rimasti ‘fuori bacino’, ma si risolve invece modificando il criterio comunale che impone un minimo di 240 euro (finanche a chi ha reddito Isee zero) a chi è obbligato dallo stesso Comune all’iscrizione in una scuola che risulta essere fuori dal bacino di appartenenza”.Infatti, Melini ha riproposto la “questione” al Sindaco, Antonio Decaro,affinché intervenga per non fare applicare il “fuori bacino” in tutta la Città quando è il Comune che impone la scelta del plesso scolastico da frequentare. “Solo così – ha affermato inoltre Melini – sarà garantito un giusto ed equo trasporto a tutti i bambini della città”, aggiungendo infine che “è necessario che la Ripartizione delle Politiche giovanili verifichi ogni inizio di anno scolastico se il servizio di trasporto alunni è stato garantito, è stato avviato o perché non è stato avviato in tutte le scuole comunali, così da non trovarsi stupiti se a novembre ci sono genitori che protestano per il disservizio”.Peccato, però, che solo adesso c’è chi si stupisce, o protesta, da Palazzo di Città per la paradossale applicazione di una sovrattassa di trasporto scolastico e non si sia accorto prima che il Comune di Bari a Macchie stava investendo circa un milione di Euro di denaro pubblico per un edificio scolastico di solo due aule e servizi che, per il funzionamento, nei costi fissi è quasi pari a quelli di edifici scolastici di più consistenti dimensioni. Ma, soprattutto, che lo stava facendo in un rione ormai quasi privo di alunni, per cui successivamente avrebbe dovuto farsi carico anche di ulteriori costi di trasporto scolastico che sicuramente non sarebbero stati necessari se quella scuola fosse stata realizzata lì dove effettivamente fosse stato più opportuno costruirla. E, quindi, che tale investimento avrebbe poi prodotto degli sprechi di denaro pubblico (quello per l’appunto del sovra costo di trasporto scolastico!) che sarebbe stato preferibile evitare. Però, la ricostruzione a Macchie di una scuola di cui francamente il rione non aveva forse più bisogno – come si ricorderà – è stato verosimilmente frutto di un’attività del sindaco Decaro che, pur di dare un “contentino” ad una comunità che nel 2014 lo aveva beneficiato elettoralmente, non ha esitato a far costruire una scuola nel posto sbagliato. Tanto, poi, a pagarne le conseguenze, sia in termini di disagi che di costi, sono solo e sempre i “soliti” noti. Ossia i contribuenti baresi.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 31 Ottobre 2018